giovedì 25 maggio 2017

Può esistere una religione moderata?

Sì, lo so, nella vulgata comune il discorso moderato/radicale oggi riguarda solo l'Islam.

Ma al di là di ciò che io che scrivo, voi quattro gatti che mi leggete e chiunque altro possa pensare dell'Islam... la domanda riguarda obiettivamente la religione come concetto in sè. Al di là delle singole dottrine.

E la mia risposta è no: una religione non può essere moderata.

Una religione - qualsiasi essa sia - ha dei precetti, dei comandamenti (al di là del termine con cui vengono definiti, comandamenti restano... e per me, proveniente da una cultura cattolica - anche se personalmente ateo - il termine "comandamenti" rimane il più chiaro, il più comprensibile).
Quindi se uno è sincero credente in una qualsiasi religione... prende alla lettera detti precetti, detti comandamenti. Se è credente solo a parole, di quei precetti, di quei comandamenti in realtà non gliene frega nulla.

Ergo: il credente moderato non può esistere. Il credente può essere solo radicale. O non essere un vero credente.

Prima che fraintendiate: no, l'essere radicale non giustifica la violenza.
Il rispetto degli altri, anche se non condividono il tuo credo, deve essere patrimonio di qualsiasi essere civile - credente e non credente - quindi se uccidi in nome di un dio, qualunque esso sia, ciò dimostra solo che sei un povero bastardo, non che sei radicale (visto che un credente o è radicale o non è proprio, ma comunque la grande maggioranza dei credenti di qualsiasi religione non uccide nessuno, per fortuna).

Saluti,

Mauro.

5 commenti:

  1. E poi, uccidere in nome di un dio amorevole e contrario alla violenza? Bisogna non averlo proprio, il cervello: e purtroppo le religioni stesse sono strutturate in modo da lavarlo via del tutto fino a creare dei pazzi fanatici del tutto privi di raziocinio.

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    1. Radicale comunque non è sinonimo di assassino, non dimentichiamolo.

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  2. @Mauro
    Vero; però la radicalità rende più probabile cadere preda del fanatismo. Ai kamikaze viene promesso il paradiso se si fanno saltare insieme agli "infedeli", e proprio la mancanza di moderazione della loro religione li rende facili prede di questa interpretazione malata della religione stessa.

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  3. Il mio punto riguarda proprio questo: sei veramente religioso non puoi che essere radicale (qualsiasi religione professi). Se non sei radicale in fondo non sei neanche religioso. Non puoi esserlo.

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  4. Non sono proprio d'accordo, perché alla fine le religioni sono, come tutti i costrutti sociali, risponderti a leggi che cambiano col cambiare della società e si adattano a diversi sistemi culturali. Basta vedere la interpretazione dei comandamenti cristiani da parte di cattolici e protestanti, e fra cattolici italiani e, che so, filippini. Poi, un credente può onestamente (ovvero, senza fingere di credere) dare più peso ad alcuni precetti e meno ad altri.

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