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giovedì 27 dicembre 2018

Siete sicuri di sapere cos'è un policlinico?

Tutti sappiamo cos'è un policlinico. Anzi, tutti crediamo di saperlo.
Cioè, per quello che riguarda le sue funzioni, la sua sostanza, lo sappiamo veramente: un'istituzione di cura, ospedaliera, che comprende diverse specialità, nel caso ideale tutte le possibili specialità medico-chirurgiche.
E su questo siamo tutti d'accordo.

Ma la parola? Cosa significa la parola?

La maggioranza di noi sarebbe tentata di rispondere: policlinico = molte cliniche, molte specialità, facendo derivare il poli- dal greco antico polús (πολύς), che significa molto.
Siamo sicuri che sia corretto?
Beh, effettivamente è - volendo ragionare in maniera storica - un po' difficile poter credere che possa significare quello, visto che il concetto è nato in epoche (il '700) in cui la separazione tra le varie specialità era confusa, in alcuni settori addirittura inesistente.
E infatti osserviamo l'epoca in cui questo concetto è nato: l'epoca in cui gli ospedali cominciavano a venire costruiti in città, con scopi di cura, non erano più solo i lazzaretti che venivano costruiti isolati, allo scopo di isolare i malati (e i malati che soffrivano di malattie non contagiose venivano lasciati e - dove possibile - curati in casa).
Detto ciò, la parola policlinico potrebbe anche assumere un altro significato: policlinico = clinica, ospedale di città, dove poli- non ha più a che fare col molto, ma col greco antico pólis (πόλις), che significa città.

Non c'è una certezza storico-linguistica che faccia pendere la bilancia da una parte o dall'altra (entrambe le versioni sono state prese in considerazione dai linguisti e dagli storici), ma a me sinceramente la seconda pare molto più logica e credibile.

Saluti,

Mauro.

lunedì 20 agosto 2018

Ora invece serve la Politica

Dopo la tragedia del Ponte Morandi, come quasi sempre dopo le tragedie (non solo in Italia), si dice che la politica deve tacere, che è ora di fare un passo indietro, essere uniti, eccetera, eccetera.

Se con politica si intende la campagna elettorale continua e le guerre tra partiti, sì è vero: la politica deve tacere.

Ma se per politica intendiamo quella con la P maiuscola, la Politica che ha veramente a che fare con la Pólis, allora invece soprattutto questi sono i momenti in cui la Politica deve parlare, deve far sentire la sua voce. E far vedere fatti.
Mettere da parte polemiche e beghe, sì, mettere da parte la politica, no.

Ora serve la Politica, perché è la Politica che deve decidere sulle infrastrutture (che in uno Stato sono vitali, necessarie, che piacciano o no).
Ora serve la Politica, perché è la Politica che può e deve garantire che queste tragedie non capitino più o che se dovessero capitare per cause imprevedibili, facciano il meno danni e vittime possibili.
Ora serve la Politica, perché è la Politica che non deve abbandonare chi è stato colpito dalla tragedia (eventuali risarcimenti li pagherà chi è colpevole, ma il sostegno non monetario è compito dello Stato).
Ora serve la Politica, perché è ora che lo Stato ha bisogno di una guida forte, di avere una direzione precisa e coerente.
Ora serve la Politica, perché... la lista delle cose per cui serve è troppo lunga per un blog.

Mi dite che di queste cose ce n'è bisogno sempre?
Avete completamente ragione. Ma ora di più.
Anche perché la Politica con la P maiuscola si è nascosta ormai da troppo tempo. Per lo meno dall'implosione di DC e PCI, se non già da prima.

Saluti,

Mauro.