Tutti sappiamo cos'è un policlinico. Anzi, tutti crediamo di saperlo.
Cioè, per quello che riguarda le sue funzioni, la sua sostanza, lo sappiamo veramente: un'istituzione di cura, ospedaliera, che comprende diverse specialità, nel caso ideale tutte le possibili specialità medico-chirurgiche.
E su questo siamo tutti d'accordo.
Ma la parola? Cosa significa la parola?
La maggioranza di noi sarebbe tentata di rispondere: policlinico = molte cliniche, molte specialità, facendo derivare il poli- dal greco antico polús (πολύς), che significa molto.
Siamo sicuri che sia corretto?
Beh, effettivamente è - volendo ragionare in maniera storica - un po' difficile poter credere che possa significare quello, visto che il concetto è nato in epoche (il '700) in cui la separazione tra le varie specialità era confusa, in alcuni settori addirittura inesistente.
E infatti osserviamo l'epoca in cui questo concetto è nato: l'epoca in cui gli ospedali cominciavano a venire costruiti in città, con scopi di cura, non erano più solo i lazzaretti che venivano costruiti isolati, allo scopo di isolare i malati (e i malati che soffrivano di malattie non contagiose venivano lasciati e - dove possibile - curati in casa).
Detto ciò, la parola policlinico potrebbe anche assumere un altro significato: policlinico = clinica, ospedale di città, dove poli- non ha più a che fare col molto, ma col greco antico pólis (πόλις), che significa città.
Non c'è una certezza storico-linguistica che faccia pendere la bilancia da una parte o dall'altra (entrambe le versioni sono state prese in considerazione dai linguisti e dagli storici), ma a me sinceramente la seconda pare molto più logica e credibile.
Saluti,
Mauro.
In bagna càuda venenum
1 giorno fa