In questi giorni si sta parlando tanto (e generalmente a sproposito) della sentenza della Cassazione su Totò Riina.
Dopo le false e sensazionalistiche notizie dei giornali già molti hanno messo in chiaro che la Cassazione non ha ordinato la scarcerazione di Riina.
Ha solo rinviato il tutto di nuovo al Tribunale di Sorveglianza, in quanto le sue motivazioni erano insufficienti e in parte contradditorie.
Per capirlo ai "giornalisti" sarebbe bastato leggere l'ultima frase della sentenza della Cassazione (non sarebbe neanche stato necessario leggere la sentenza completa, che comunque trovate qui):
"Annulla l'ordinanza impugnata e rinvia per nuovo esame al Tribunale di Sorveglianza di Bologna".
Ma non è tanto di questo che volevo parlarvi, la cosa è già stata chiarita bene altrove.
Quello che vorrei far notare è che in realtà si sta parlando del nulla. Sia gli avvocati di Riina che i vari tribunali si stanno occupando di una cosa che non ha senso (ma che chiaramente agli avvocati porta pubblicità e ai tribunali anche, in un modo o nell'altro).
Il punto è che l'ordinamento giuridico italiano prevede il diritto a una morte dignitosa anche per i detenuti, anche per i peggiori criminali detenuti.
E su questo credo che nessuna persona civile abbia qualcosa da ridire (è chiaro che le vittime la vedano spesso diversamente, ma non si può pretendere che le vittime perdonino, bensì solo che accettino le sentenze).
E Riina è malato seriamente (oltre che vecchio, il che certo non agevola la salute). Questo è un fatto.
Merita di morire dignitosamente? Per la legge sì (qualsiasi cosa noi moralmente pensiamo di lui).
E le carceri italiane non sono proprio il luogo migliore per morire con dignità, le condizioni della maggior parte di esse sono (eufemismo) "deficitarie".
E Riina è detenuto nel carcere di Parma (non so se sia tra i migliori o tra i peggiori in Italia, ma - come capirete sotto - la cosa in questo caso non conta proprio un belino).
Sicuri sicuri che Riina sia in carcere?
Burocraticamente sì... ma di fatto no.
Riina è ricoverato all'Ospedale Universitario di Parma in una camera singola posta momentaneamente sotto la giurisdizione del carcere di Parma, in quanto Riina è un detenuto, ma l'infermeria del carcere non poteva garantire adeguate cure.
In quella camera, a parte il fatto che è costantemente sotto sorveglianza delle forze dell'ordine e che non può ricevere visite liberamente come gli altri degenti, Riina ha le stesse comodità (o scomodità, visto che è pur sempre un ospedale) e riceve la stessa assistenza sanitaria degli altri degenti.
Sta morendo in un ospedale (o casa di cura), come la maggioranza delle persone (liberi cittadini o detenuti che siano) nelle sue condizioni di salute ed età.
Mi sapete dire dov'è la mancanza di dignità in questa situazione?
Riina sta morendo in maniera assolutamente dignitosa. All'ospedale.
Stiamo parlando del nulla.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
5 ore fa
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