Il 6 agosto 1945, esattamente settanta anni fa, esplodeva la seconda bomba atomica della storia.
La prima su un bersaglio vero, non per un test nel deserto.
Se pensiamo alla potenza delle bombe atomiche o nucleari presenti negli arsenali attuali, la bomba di Hiroshima (nonostante lo strascico di morte che ha lasciato) sembra poco più di un giocattolo.
Ma lasciatemi dire un'eresia (del resto questo blog si chiama "Pensieri eretici"...): meno male che le bombe del dopoguerra erano/sono così potenti.
Se fossero state paragonabili a quelle di Hiroshima e Nagasaki credo che le varie potenze (o presunte tali) nucleari non si sarebbero fatte tanti problemi a usarle nell'una o nell'altra guerra succedutesi in questi decenni.
Invece, con le potenze raggiunte, dette potenze hanno probabilmente anche avuto paura dell'imprevedibilità delle conseguenze (tutte le bombe nucleari hanno lo scopo di scatenare effetti incontrollabili, ma il desiderio dei comandi militari e politici è che questi effetti siano sì incontrollabili ma anche prevedibili... e gli effetti della maggioranza delle bombe di grande potenza non sono mai stati testati, solo simulati).
Prima che qualcuno si metta a pignoleggiare: incontrollabile ma prevedibile non è una contraddizione... incontrollabile è qui inteso nel senso di non bloccabile o limitabile. Ma può tranquillamente rimanere prevedibile.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Per chi fosse interessato, qui scrissi quante bombe atomiche o nucleari sono esplose sulla Terra in questi settanta anni.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
Pignoleggio io... :-) Hai scritto: "Per chi fosse interessato, qui scrissi quante bombe atomiche o nucleari sono esplose sulla Terra in questi settanta anni."
RispondiEliminaErrato! L'articolo è del 2011 quindi non settant'anni ma sessantasei. :-)
Ricontale e facci sapere. :-)
Dal 2011 a oggi non ne sono esplose. Quindi il conto rimane quello :-)
EliminaTuttavia, il conto degli anni è sbagliato anche se quello delle bombe (solo per puro caso) non si è modificato. :-)
RispondiEliminaIl "settanta" lo ho scritto oggi. Quindi è corretto.
EliminaCommento generale (che comprende anche l'articolo di quattro anni fa che hai citato in fondo): la fisica nucleare (e in particolare tutto ciò che concerne le reazioni nucleari) è una branca della fisica molto affascinante e interessante. Infatti sono rimasto particolarmente colpito durante il corso di Nucleare nel vedere come funziona per davvero una centrale atomica, cosa bisogna e non bisogna fare per avere una reazione a catane controllata e cosa è andato storto a Fukushima. Poi è ovvio che qualsiasi invenzione/scoperta dell'uomo può essere usata sia per scopi nobili/utili/essenziali sia per arrecare morte e distruzione (mi viene da pensare al fuoco), quindi l'associazione nucleare civile-nucleare militare è alquanto fallace se si è contro le centrali atomiche.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il topic di questo tuo articolo, io non sono del tutto d'accordo con la tua riflessione: secondo me, anche senza bombe più potenti di quelle usate a Hiroshima e Nagasaki, le armi atomiche sarebbero state un ottimo deterrente tra le due superpotenze. Basti solo pensare che queste due "bombette" (perché effettivamente sono tali in confronto a quelle a idrogeno e al neutrone sviluppate in seguito) hanno ucciso centinaia di migliaia di persone e hanno lasciato un segno così indelebile nella cultura di massa e nell'opinione pubblica che anche una capacità più limitata dell'arsenale atomico mondiale durante la guerra fredda sarebbe stato perfetto per non far dormire sonni tranquilli al nemico di turno.
Poi ovviamente queste sono considerazioni che si fanno senza la controprova, quindi ogni opinione è lecita. :-)
In fondo forse è meglio non avere la controprova... per fortuna dopo le due sul Giappone non sono mai più state usate in guerra.
EliminaL'equilibrio del terrore, brutto ma ha impedito che la guerra da fredda passasse a calda.
RispondiEliminaA proposito di caldo e freddo... da quando India e Pakistan hanno testato le loro il confine tra i due paesi sembra più tranquillo.
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