Stavolta non scrivo nulla di mio, in quanto Francesco Piccolo sull'Unità ha espresso con molta precisione quello che anche io penso (con l'unica differenza che io non potrei votare nel Lazio, essendo residente in Germania con domicilio italiano in Liguria).
Ecco il testo di Piccolo (qui la versione originale):
Emma Bonino ha appena sospeso lo sciopero della fame che ha fatto per molti giorni in nome di un principio di legalità assoluto e condivisibile. Ha anche detto che la sua battaglia continuerà e l’ha legata alla campagna elettorale. «Bisogna andare oltre», ha più volte ripetuto.
Ho sempre avuto rispetto per la forza di queste proteste, che più volte negli anni sia lei sia Pannella hanno messo in atto. Ma per una sola volta, vorrei che succedesse il contrario: vorrei fosse la Bonino ad avere rispetto per me che sono un suo elettore per la carica di governatore del Lazio. E cioè vorrei che smettesse di occuparsi di questioni assolute e facesse la campagna elettorale su questioni concrete. Una cosa minuscola rispetto alle sue lotte di principio. Ma con i radicali va spesso a finire così: nel momento in cui si profila una possibile vittoria, cominciano a occuparsi di questioni più importanti. Alla fine Emma Bonino e i radicali hanno voluto sempre questo: insegnarti come si vive, disprezzare il tuo voto, pretendere di essere votati lo stesso, e perdere con una certa soddisfazione.
Ora che ha sospeso lo sciopero della fame, la Bonino ha il dovere di spiegare i motivi per cui bisognerebbe votarla. Se continua a occuparsi di grandi princìpi condivisibili, avrà tutta la mia solidarietà, ma perderà il mio voto per quella cosa che non ritiene abbastanza importante che è la carica di governatore del Lazio. Perché non voglio avere desiderio di votarla più di quanto lei abbia desiderio di essere votata.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
5 ore fa
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