Che le varie mafie (italiane, russe, albanesi, ecc.) ormai siano parte integrante del panorama tedesco è noto.
Però ciò è noto soprattutto all'estero... qui in Germania i tedeschi tendono a minimizzare la presenza mafiosa o a presentarla come fenomeno di importazione e non come fenomeno endemico.
Hanno ragione i tedeschi a vedere così le cose?
No, assolutamente no. Tale visione serve solo ad assolvere la Germania, a farla vedere come "vittima" della criminilatà mondiale... dimenticando che le varie mafie trovano spazio in Germania grazie alla mentalità tedesca (in particolare all'omertà tedesca: non parlare di ciò che di marcio c'è nel tuo comune, ne rovineresti l'immagine), non grazie ad altro.
Ormai le mafie qui non sono solo più limitate alle comunità straniere, non sono solo fenomeni interni alle comunità italiana, russa, turca, ecc.
Le varie mafie ormai sono fenomeni tedeschi (come mentalità in realtà la Germania è sempre stata mafiosa, fin dal medioevo... però non ha mai avuto le capacità organizzative che le mafie italiane e dell'Europa dell'est hanno portato qui negli ultimi decenni).
Ciò non lo sostengo solo io (che ne scrissi al proposito già qui una dozzina di anni fa, articolo che sulla stampa apparve tagliato perché la redazione ebbe paura a pubblicarlo completo... redazione con sede ad Amburgo, nel nord della Germania, non nell'Italia meridionale), ma ne scrivono ormai anche giornalisti tedeschi di alto livello. Veri giornalisti investigativi, non giornalisti che leggono o pubblicano solo veline.
Il problema è che l'opinione pubblica tedesca (cioè il lettore medio) si autoconvince che detti giornalisti riportino casi di pecore nere, detta opinione pubblica non vuole capire che questi giornalisti parlano della normalità della politica e della finanza tedesche. Ormai legate a filo doppio con le varie mafie.
Appunto: i giornalisti in questione non parlano di casi isolati. Parlano della norma.
Al proposito cito qui un paio di referenze (purtroppo non - o almeno non ancora - pubblicate in Italia) da giornalisti tedeschi - non italiani - e quindi veramente trattanti la situazione interna tedesca:
- Jürgen Roth, forse il miglior giornalista investigativo tedesco se non europeo, ha pubblicato diversi articoli e libri in cui parla delle varie mafie e dei loro coinvolgimenti con la politica, in particolare consiglio "Mafialand Deutschland" (Eichborn, 2009) e "Spinnennetz der Macht" (Econ, 2013);
- Petra Reski, giornalista tedesca che vive da più di vent'anni in Italia e che ha subito minacce mafiose (in Germania, non in Italia!), ha scritto molto sulla mafia... in particolare consiglio "Von Kamen nach Corleone" (Hoffman und Campe, 2010);
- Rüdiger Liedtke, che non si occupa di mafia nel senso classico del termine, ma che mostra senza omertà e ritrosie come la politica economica tedesca sia guidata - soprattutto per quanto riguarda le privatizzazioni - da mentalità tipiche delle mafie, come per esempio scritto nel suo "Wir privatisieren uns zur Tode" (Eichborn, 2007).
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento