A livello personale, cioè quello che a lui di fatto interessa, non si sa.
Perché il livello personale ha a che fare con la sua decadenza da senatore (e quindi con la pena decisa dalla Cassazione da scontare da privato cittadino) e la decisione del Parlamento su detta decadenza verrà presa prossimamente... quindi Berlusconi ha ancora tempo per comprare qualche voto e salvarsi.
A livello politico invece Berlusconi ha perso.
Il suo partito - e soprattutto Alfano, quello che tutti noi consideravamo semplicemente il lecchino senza diritto di parola - si è ribellato al suo dominio personale.
Il PdL - o quello che ne seguirà - ha dimostrato che senza Berlusconi può esistere. Magari più piccolo, ma può esistere.
E questa è un'ottima notizia anche per chi ha idee politiche completamente differenti: un partito personale è sempre e comunque una sconfitta della democrazia, un partito indipendente dalle persone è una vittoria della democrazia.
Quindi lo strappo di Alfano (persona che, lo ammetto, non avrei mai considerato capace di simile strappo) è una vittoria della democrazia.
Almeno per ora. Poi vedremo come Alfano e gli altri "strappisti" reagiranno all'inversione di rotta di Berlusconi (che, dopo aver tuonato contro il governo Letta, ha votato la fiducia... alla faccia della coerenza).
Ma per ora... per una delle rare volte da quando sono elettore (cioè dal 1986 in poi) sono contento di quello che ho visto in Parlamento (non solo per quanto riguarda Alfano e altri del PdL che si staccano da Berlusconi, ma anche per il comportamento di Letta - pur non essendo suo sodale ideologico - e per il coraggio della De Pin nonostante le minacce squadriste da lei subite da parte del M5S).
Ho detto contento. Non orgoglioso. Lo specifico per evitare fraintendimenti.
Berlusconi è stato troppo a lungo in Parlamento senza diritto (legale, non solo morale) per poter essere orgogliosi di questa fine. Qualsiasi siano le proprie idee politiche.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento