Piccoli non perché di poco conto, ma perché negli ultimi tempi in Germania ci sono stati scandali ben più grandi e che hanno fatto ben più rumore all'estero, sia economici (vedasi la metropolitana di Colonia, di cui parlai qui, oppure l'aeroporto di Berlino, il passante ferroviario di Stoccarda e la filarmonia di Amburgo, di cui diedi qualche indicazione qui) che politici (i plagi per ottenere titoli accademici di persone come von Guttenberg o Schavan e lo sfruttare le proprie conoscenze dell'ex presidente Wulff, tanto per citare solo i più noti).
Piccoli però significativi, soprattutto per noi italiani, che siamo abituati a dire "Certe cose all'estero non succedono!". Invece succedono eccome. Forse anche di più che in Italia.
Il primo caso di cui vi voglio parlare è la cosiddetta Flugbereitschaft (cioè la disponibilità aerea) dell'aviazione tedesca per il Governo e per la Presidenza della Repubblica.
Questa disponibilità esiste, più o meno estesa, in ogni paese del mondo, quindi in sé nulla di strano.
La cosa da osservare è che la flotta - piccola o grande che sia - a disposizione delle alte cariche politiche è sempre stazionata nelle vicinanze della sede di dette cariche. Per esempio in Italia è a Ciampino, il secondo aeroporto di Roma (ma più vicino al centro del primo, cioè Fiumicino). Paesi come Francia, Regno Unito o Stati Uniti hanno situazioni simili a quella italiana.
In Germania invece c'è un piccolo problema... Governo e Presidenza della Repubblica hanno sede a Berlino. Berlino ha due aeroporti (grandi). E fino a poco tempo fa ne aveva addirittura tre.
Eppure la flotta di cui sopra è stazionata a Colonia, per la precisione all'aeroporto di Colonia-Bonn (chiamato così perché Bonn era la capitale quando l'aeroporto fu costruito, anche se l'aeroporto è nel territorio comunale di Colonia, senza legami geografici con Bonn).
Cioè a 300 chilometri in linea d'aria da Berlino.
Il che significa che ogni volta che la cancelliera Merkel o il presidente Gauck (ma non solo loro) hanno bisogno di un aereo, questo deve decollare da Colonia, atterrare a Berlino nell'area riservata ai voli di Stato e poi ridecollare per dovunque si debba andare.
Sì, avete letto bene: a Berlino c'è un'area riservata ai voli di stato... quindi non ci sarebbe nessun problema a stazionare la flotta "statale" lì. Però no. La flotta continua a stare a Colonia. E a sprecare carburante per raggiungere Berlino ogni volta che serve (cioè spesso, anzi spessissimo).
Il secondo caso invece parla di un top manager. Che ha fallito dovunque è andato, ma continua a ottenere incarichi d'oro.
Il "signor" Hartmut Mehdorn.
Non credo che in Italia questo nome sia particolarmente noto, quindi vi faccio un breve riassunto di quanto è riuscito a costruire in carriera.
Dal 1999 al 2009 è stato alla guida delle ferrovie tedesche, distruggendole. Sia economicamente che come immagine. Con la scusa di preparare le ferrovie all'entrata in borsa e alla privatizzazione ha completamente distrutto il servizio, portando la qualità dello stesso dai vertici mondiali alle fogne. E ne ha al tempo stesso peggiorato i conti finanziari (infatti l'entrata in borsa e la privatizzazione sono sempre state rimandate e oggi non ne parla più nessuno).
Dopo alcuni incarichi "minori", nel 2011 Mehdorn viene chiamato a dirigere la Air Berlin, seconda compagnia aerea tedesca. Compagnia che nel 2011 era in difficoltà finanziarie, ma nonostante tutto in crescita.
Mehdorn rimane lì neanche due anni e cosa fa? Fa di una compagnia con conti in difficoltà, ma in crescita come quote di mercato... una compagnia con conti praticamente non più salvabili e non più in crescita di mercato. Compagnia che comunque, viste le sue dimensioni, verrà di sicuro salvata con qualche intervento statale "nascosto". Ma non è questo il punto.
Che fine ha fatto Mehdorn dopo aver rovinato le ferrovie tedesche e la Air Berlin? È stato chiamato al capezzale del nuovo aeroporto di Berlino (vedasi sopra oppure qui, anche se quest'articolo sottovaluta un bel po' il tutto). Alla faccia del buon management!
E poi voi mi volete parlare dell'Italia?
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
Un omino stile il nostro Catania, insomma.....uno spettacolo.
RispondiEliminanon amo molto mehdorn, per usare un eufemismo, e non credo che l'azienda statale delle ferrovie debba pensare solo ai bilanci. però va detto, per amore di verità, che il suo lavoro di ripianatore spietato di conti mehdorn l'ha fatto bene: ha preso un'azienda con 1,5 miliardi di euro di perdita operativa e l'ha lasciata con 2,5 miliardi di attivo operativo. poi possiamo dire molte cose: l'ha fatto con uno stile fortemente antisindacale, l'ha fatto spiando i suoi dipendenti (alla fine si è dovuto dimettere per uno scandalo per certi versi simile a quello di tavaroli), l'ha fatto distruggendo l'immagine d'efficienza che la db aveva. però era stato chiamato per ridurre le perdite, e questo ha fatto. non si possono dimenticare le responsabilità politiche del suo operato e del suo stile manageriale, secondo me.
RispondiEliminaUtile operativo sì, ma debiti aumentati a dismisura che se lo sono mangiato.
RispondiEliminaIl mio commento è riferito alla parte iniziale dell'articolo dove parli dei titoli accademici.
RispondiEliminaIo credo che in Italiano non ci sono i scandali per i titoli accademici per due motivi.
1) Nessuno ha mai controllato. Scommetto che di plagi delle varie tesi in Italia ce ne sarebbero anche di più che in Germania (anche se forse abbiamo pochi PhD in Italia...però considerando le lauree ne salterebbero fuori di cotte e di crude. Ovviamente non ho le prove, ma ci scommetterei)
2.) Anche se ci fossero plagi in Italia copiare (o forse rubare) viene spesso visto come un merito...
Stefano
Tipico comportamento italiano: arrampicarsi sugli specchi pur di poter dire che l'Italia è comunque peggio dell'estero.
RispondiEliminaI fatti sono fatti: se non credi ai fatti indaga per trovare altri fatti che li smentiscano. È semplice.