Da un po' di giorni la Repubblica online ha lanciato un'iniziativa per permettere agli italiani espatriati - i particolar modo a quelli recenti, non agli emigranti classici - di raccontare le proprie storie: "Italiani all'estero, la vostra storia".
Da bravo italiano in Germania, chiaramente non ho potuto esimermi dallo scrivere anch'io.
Ecco qua il mio testo.
Dopo la laurea in fisica avevo deciso di fare un periodo all'estero semplicemente per acquisire esperienza internazionale, non perché in Italia non avessi possibilità. Volevo rimanere 2-3 anni (massimo 5, mi dicevo) e poi rientrare. Nel corso del soggiorno all'estero ho scoperto che ero più adatto all'industria che alla ricerca e qui è cominciato il "dramma Italia": nonostante offrissi esperienza pluriennale di alto livello sia nel pubblico che nel privato... le aziende italiane con cui entravo in contatto mi offrivano contratti pari a quelli di un neolaureato perché "non avevo esperienza italiana". A questo punto sono rassegnato a rimanere in Germania fino alla pensione... perché pur gestendo progetti da milioni per la Siemens nel campo delle nuove tecnologie e avendo nel frattempo più di 15 anni di esperienze lavorative sulle spalle... per le aziende italiane rimango un neolaureato senza esperienza. Ci lamentiamo tanto dello Stato Italiano (spesso a ragione), ma il privato italiano è peggio.
Saluti,
Mauro.
Come si traduce broligarchy?
5 ore fa
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