L'autore manipola per portare acqua al proprio mulino.
Infatti usa la parola "expat" - unita alle allusioni su reddito e istruzione - per far capire che gli italiani benestanti e soprattutto istruiti, visto che la parola "expat" si riferisce generalmente ai giovani italiani laureati espatriati negli ultimi anni, siano contro la cittadinanza "facile" (che poi facile comunque non è).
Peccato che l'autore non sappia (voglio augurarmi che la sua sia ignoranza, non malafede) alcune cose.
- Tra gli espatriati giovani ci sono anche molti non istruiti che sono venuti all'estero a fare i camerieri, i pizzaioli o simili. Non tutti gli "expat" sono ingegneri, informatici o scienziati.
- La maggioranza degli elettori italiani all'estero (sia intesi come aventi diritto al voto, sia come votanti effettivi) è ancora costituita dagli emigrati classici (quelli che qui in Germania sono chiamati "Gastarbeiter") e dai loro discedenti, che solo in pochi casi sono riusciti a fare poi grandi studi e ottenere lavori importanti.
- Questi emigrati classici sono sempre stati tendenti a destra. Ai tempi la DC riusciva un po' ad arginare, non certo le sinistre. E lo sono diventati ancora di più dopo la legge Tremaglia, che ha permesso a tutti gli espatriati di poter votare senza dover tornare in Italia.
Riflettete su questi fatti.
Il dato che l'autore del tweet cita deriva da questi, non da ciò che lui sottintende.
Saluti,
Mauro.
l'altro giorno ho giusto avuto uno scambio di tweet con lui (con cui non avevo mai avuto a che fare). Non penso sia ignoranza.
RispondiEliminaVolevo essere ottimista.
EliminaConfermo la tua analisi. In gran parte provengono dal sud e te li ritrovi nei call center, assunti perché, in base al proprio cognome, hanno millantato il loro dialetto come lingua italiana.
RispondiEliminaSenza peraltro voler generalizzare...
Almeno firmati. È richiesto nell'intestazione del blog.
EliminaComunque il mio punto principale è che sono i vecchi immigrati e i loro discendenti a dominare numericamente, non i nuovi immigrati (che siano camerieri, ingegneri, operatori di call center o scienziati).
C'è un motivo per sostenere che gli emigrati extrapadani "classici" votano primariamente a destra? Non mi sono mai posto il problema e non ho elementi a tal riguardo, ma - come per tutto ciò che non conosco - sono molto curioso.
RispondiEliminaNautilus
Se tu avessi la bontà di spiegare cosa siano questi "extrapadani", forse potrei darti una risposta,
EliminaMa dai, sono quelli che tu chiami meridionali.
EliminaNautilus
Peccato che molti degli emigrati (anche se ammetto non la maggioranza) di cui parlo siano "nordici", in particolare del Triveneto, ma non solo.
EliminaTu hai parlato di immigrati classici che votano prevalentemente a destra. L'anonimo ha confermato la tua analisi specificando che questi sono sopratutto XP. Lascia stare se sono P o XP. Quello su cui non mi hai risposto è su che base affermi che il voto a destra è legato a una bassa istruzione/qualifica e viceversa per quello a sinistra. Non mi pare che a livello nazionale valga una simile correlazione, o perlomeno io non l'ho mai sentito dire da chi fa analisi statistiche in campo elettorale. Attendo tue.
EliminaNautilus
Per inserirmi in questa discussione, spero non fuori tempo massimo, cito il libro "Mentire con le statistiche" di Darrel Huff (edizione italiana del 2007)
RispondiEliminaC'è anche un sito dedicato http://gandalf.it/htlws/ molto interessante soprattutto nella sezione "aggiunte"
Bragadin
Libro ormai (e giustamente) celeberrimo. Andrebbe adottato nelle scuole superiori.
EliminaNautilus
Allora, quattro punti confermano il discorso che l'emigrato classico tende a destra.
RispondiEliminaI primi tre punti sono certificati, il quarto aneddotico, anche se basato su fatti reali.
1) I risultati storici del voto politico.
2) I risultati storici del voto amministrativo (e qui entra in gioco anche il voto per il comune estero di residenza).
3) Le tessere di partito possedute dagli italiani all'estero.
4) La mia esperienza personale (sono stato scrutatore e candidato, ho visto i comportamenti e sentito i discorsi degli italiani ai seggi all'estero e dei rappresentanti dei partiti quando si tratta di firme e liste nei consolati).
@Mauro
RispondiEliminaL'emigrato classico normalmente ha ottenuto la cittadinanza senza scorciatoie, quindi non vede di buon occhio questa deriva, diciamo così, buonista. Poi si possono fare mille discorsi sull'opportunità e sulle condizioni per concedere la cittadinanza, ma la cosa va affrontata in modo il più possibile "laico" senza atteggiamenti da opposte tifoserie.
Sul "senza scorciatoie" di cui sopra la c.d. sinistra attuale è da un bel po' che non difende i lavoratori (cosa che ho già detto in un altro post) quindi chi emigra per trovare lavoro, magari controvoglia, affrontando anche disagi, può benissimo sentirsi tradito da questa sinistra che predica bene e razzola malissimo e votare di conseguenza.
Bragadin