Quest'anno cadono i cento anni dall'inizio della prima guerra mondiale.
È giusto ricordarlo in quanto è stato di fatto l'evento più importante e lacerante del ventesimo secolo: la seconda guerra mondiale non ci sarebbe stata - o sarebbe stata molto meno "mondiale"- se non ci fossero stati i trattati di pace pesanti e assurdi seguiti alla prima.
Però è giusto ricordare l'evento nel senso di ricordarne le vittime e di farne un monito contro le guerre. Soprattutto oggi che venti di guerra circolano di nuovo anche in Europa.
Invece vedo in giro per l'Europa vere e proprie celebrazioni, come se si festeggiassero i cent'anni dalla nascita di un grande artista o i cent'anni dalla firma di un importante trattato.
Comunque, al di là dei discorsi morali, la cosa che meno mi quadra sono le celebrazioni in Italia. Che sono già cominciate.
L'Italia è entrata in guerra nel 1915, quindi - comunque si intendano le celebrazioni - l'Italia quest'anno non ha proprio nulla da ricordare. Avrà qualcosa da ricordare nel 2015.
Ma a quanto pare oggigiorno anche la storia è solo un'opinione.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
3 ore fa
nì, nel senso che l'anno tra l'inizio della guerra e l'ingresso dell'Italia ha comunque visto una contrapposizione tra interventisti e neutralisti che ha comunque la sua importanza.
RispondiEliminaBeh, sì, ma detta contrapposizione non ha date precise a cui legarsi.
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