giovedì 5 dicembre 2013

Come è cambiata la Germania dal 1996

Io sono arrivato in Germania il 31 agosto del 1996 (cioè in tale data ci sono venuto a vivere, come turista ci ero stato anche prima).
Sono ormai poco piú di 17 anni... ma vi garantisco che in realtà sono passate ere. Soprattutto da un punto di vista sociale ed economico.

Come ho già scritto ultimamente su questo blog, la crisi si sente anche in Germania, anche se in modo diverso che in altri paesi.
Ma qui, crisi o non crisi, vorrei raccontarvi di cose che oggi vedo in Germania, ma che non vedevo nel 1996 o negli anni immediatamente successivi.
E che hanno sì a che fare anche con la crisi, ma non solo.
Hanno anche, forse soprattutto, a che fare col fatto che la Germania si è lasciata andare.
Prima era ricca e curata. Oggi è ricca e trasandata.

1) Nel 1996 non esisteva la caparra sulle bottiglie, quindi le bottiglie venivano semplicemente buttate via. Poi venne introdotta detta caparra e i tedeschi all'inizio, da bravi gretti, si tenevano strette le bottiglie per recuperare la caparra... oggi invece molti tedeschi abbandonano volontariamente le bottiglie, soprattutto sui treni, perché sanno che ci sono persone che le raccolgono per sopravvivere.

2) Nel 1996 non si vedevano i cosiddetti barboni nelle zone turistiche e centrali delle città... i barboni - o senza tetto che dir si voglia - erano confinati in determinati quartieri... oggi la polizia neanche più cerca di spostarli e nasconderli.

3) Nel 1996 i lati "verdi" delle autostrade erano veramente verdi... oggi - quando vado in Olanda per lavoro (cosa che capita quasi settimanalmente) - riconosco il confine dal fatto che a un certo punto la sporcizia si riduce di brutto... e quando succede so di essere entrato in Olanda.

4) Nel 1996 quando qualcosa non funzionava potevi protestare presso l'ufficio comunale competente (non che ciò garantisse risultati, ma almeno avevi un contatto concreto)... oggi vieni spedito in una specie di striscia di Möbius.

5) Nel 1996 i treni erano generalmente (non certo sempre come narra la leggenda, ma comunque spesso) puntuali... oggi quando un treno è puntuale sei tentato di mandare un messaggio di ringraziamento alle ferrovie.

6) Nel 1996 alle elezioni seguiva subito un governo... oggi si è votato a settembre e un governo non c'è ancora.

7) Nel 1996 chi aveva un lavoro fisso, anche se di basso livello, viveva decentemente... oggi ci sono persone che per vivere decentemente devono avere due, se non tre, lavori.

8) Nel 1996 quasi tutti i taxi tedeschi erano Mercedes. Le poche eccezioni erano altre auto tedesche (o più raramente giapponesi) di fascia medio-alta... oggi trovi taxi di ogni tipo, persino FIAT Doblò o diversi modelli della Dacia.

E queste sono solo le prime cose che mi vengono in mente. Ma se mi mettessi a riflettere con calma ne verrebbero fuori varie altre.

Quello che da italiano in Germania posso dire come riassunto è il seguente: dal 1996 a oggi la distanza tra Italia e Germania per quanto riguarda la qualità della vita è diminuita. Però l'Italia non è migliorata.
Chi vuol capire, capisca.

Saluti,

Mauro.

4 commenti:

  1. Non posso commentare tanti punti, perchè non avendo vissuto in Germania, non posso conoscerne la realtà di allora e di ora. In merito al punto 1) dico solo che, se il motivo, e lo ribadisco SE, è quello di consentire ad altre persone di vivere (o sopravvivere) tanto di cappello a chi abbandona le bottiglie! Ben venga il disordine! Per quanto riguarda il punto 8), spargi pure la voce tra i tassisti: se si stancano del Doblò, possono donarlo alla P.A. Volontari del Soccorso. :-)

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  2. Il punto 1) mica era una critica ai tedeschi.
    Era per dimostrare come è cambiata la Germania: 17 anni fa nessuno sarebbe andato (anche ci fosse già stata la caparra) a cercare bottiglie o altro in giro. E quindi nessuno avrebbe avuto motivo di lasciarle in giro.
    Comunque c'è chi le lascia in giro per questo motivo e chi semplicemente per menefreghismo.

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  3. E I DOBLOOOOOOOOOOO'? :-)

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  4. I tassisti hanno detto che li tengono fino a che non cadono a pezzi.

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