E lo dico io che sono ateo (e orgoglioso di esserlo).
Ora, che una studentessa venga fatta andare via da una scuola perché lesbica non è bello, anzi moralmente è ignobile. E in una scuola pubblica sarebbe anche illegale in (quasi) tutto il mondo (USA compresi).
Però una scuola privata (come anche un club privato, un'associazione privata, ecc.) ha il diritto di accettare o rifiutare chi vuole, in base alle proprie visioni e idee.
Quindi questa storia non mi piace, ma sinceramente mi piacciono ancora meno tutti i sottintesi che il sito dello UAAR vuole portarci a pensare.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
Il ragionamento mi sembra corretto. In effetti è come un giudice imponesse al KKK di accettare un membro di colore.
RispondiEliminaNei confronti della scuola mi sembra piu'0 cattivo il tuo post che l'articolo dell'UAAR :-p
RispondiEliminaricky
Dici che forse sono stato un po' perfido? ;-)
RispondiEliminaComunque l'esempio del KKK è perfidamente perfetto. Bravo Paolo! :-)
RispondiEliminaBravi. E' cosi' perfidi che vi voglio!
RispondiEliminaRicky
perfidia rules...!
RispondiEliminaIl commento di Paolo, ancora una volta, fà centro. Riguardo la sezione Ultimissime sul sito de UAAR, da leggere non é tanto l'articolo ma i commenti dei lettori.
RispondiEliminaQuello che si dovrebbe evincere non è tanto che quella particolare scuola non accetta persone che rispecchiano determinate caratteristiche, ma bensì che esistono tali scuole! Il ragionamento del "se non sei come vogliamo noi perché ci sei venuta qui? Nessuno ti ha costretto" è correttissimo, ma non giustifica affatto l'allontanamento dalla scuola per una motivazione puramente omofoba
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