Ho appena letto un testo molto interessante, che mi ha dato da pensare, anche se - a prima impressione - non so se approvare o contestare. Comunque un testo da leggere.
Eccolo:
4. L’amore per i libri e la cultura unisce le persone.
Trattasi di veltronata galattica, anche se è più antica di Walter Veltroni e senz’altro gli sopravviverà. Ottima per trasmissioni radiofoniche o televisive più o meno marchettare sulle novità editoriali, o per sdolcinati elenchi del duo Fazio-Saviano. Che dire? Come opporsi a questa visione irenica e amorevole senza passare per guastafeste? A ben vedere, è una di quelle banalità misticheggianti che Kraus pur volendo non avrebbe potuto censire, perché al suo tempo la cultura non era ancora un giocattolone, ma qualcosa per cui ci si scannava, si tessevano o rompevano amicizie, si scatenavano battaglie. La cultura che unisce al di là degli steccati ideologici e nazionali è la cultura omogeneizzata e innocua, la cultura decorativa, insipida, annacquata, la «grande chiesa che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa». In breve, è la cultura degli adulti con riserva: We are the world, we are the children.
L'articolo completo da cui è tratto, scritto da Guido Vitiello, lo trovate qui.
Saluti,
Mauro.
Fattoriali (8, 8)
7 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento