Finalmente un'analisi seria del valore del lavoro (e non del suo costo, come purtroppo piace a Confindustria e sodali).
La New Economics Foundation (NEF), centro studi inglese fondato nel 1986 e che ha il suo punto di forza nell'analisi economica inserita nel contesto sociale e non fine a sé stessa, ha provato a calcolare quanto una determinata professione fa guadagnare (o perdere) alla società.
La NEF ha preso come esempio sei professioni (tre poco pagate e tre molto pagate) e usato come base la situazione inglese, in particolare londinese. Ma i risultati, con minime correzioni, sono esportabili a qualsiasi paese, almeno nell'ambito europeo.
Cosa ne è venuto fuori? Che un netturbino porta più guadagno alla società di un banchiere, un educatore d'infanzia più di un fiscalista.
Tutte cose in realtà banali, note a chiunque ragioni in maniera completa e con la consapevolezza che qualunque persona, qualsiasi cosa faccia, non è un atomo isolato nell'universo ma parte di una società.
Cose però ignote (o meglio ignorate) ai liberisti, agli avvoltoi della finanza, ai politici prestanome dei banchieri.
Perché, signori miei, il valore di un lavoro è ciò che questo produce per la società mentre il costo dello stesso è ciò che ci si mette in tasca sottraendolo alla società.
Un operaio, un netturbino, un insegnante portano molto valore e poco costo.
Un fiscalista, un top manager, un cosiddetto "investitore" portano molto costo e poco valore.
Vi consiglio di leggere lo studio completo sul sito della NEF, che sfata anche altri miti.
Un breve riassunto in italiano lo trovate in questo articolo di Repubblica.
Saluti,
Mauro.
L’elemento numero uno (2, 6, 3, 7)
4 ore fa
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