Buon viaggio, Voyager 1.
Il clandestino delle stelle. Voyager 1 va nell'universo.
Saluti,
Mauro.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
domenica 31 luglio 2011
Giornalismo trash
La figlia di Al Pacino è stata fermata per aver guidato in stato di ebbrezza. "Notizia" interessante solo perché Julie Pacino è figlia di un personaggio famoso.
Ma a parte ciò... il modo in cui viene data questa notizia dai quotidiani italiani dimostra la pochezza dell'informazione di casa nostra.
Il Corriere della Sera: Fermata la figlia di Scarface.
La Repubblica: Fermata la figlia di Serpico.
Faceva tanto schifo scrivere "la figlia di Al Pacino"?
Saluti,
Mauro.
Ma a parte ciò... il modo in cui viene data questa notizia dai quotidiani italiani dimostra la pochezza dell'informazione di casa nostra.
Il Corriere della Sera: Fermata la figlia di Scarface.
La Repubblica: Fermata la figlia di Serpico.
Faceva tanto schifo scrivere "la figlia di Al Pacino"?
Saluti,
Mauro.
sabato 30 luglio 2011
venerdì 29 luglio 2011
Frecciata volontaria o involontaria?
In questi giorni sulla stampa si è discusso molto di Giulio Tremonti, ma non di qualche suo atto politico, bensì della disponibilità che aveva di un alloggio a Roma di proprietà del parlamentare inquisito Marco Milanese, alloggio il cui affitto veniva pagato in contanti e senza ricevuta.
Ieri Sergio Romano ha scritto un articolo sul Corriere della Sera abbastanza duro rivolgendosi più o meno direttamente al ministro: Quel che Tremonti non ha detto.
Oggi Tremonti risponde, sempre sul Corriere della Sera: Ho commesso illeciti? Sicuramente no Ho fatto errori? Certamente sì. Risposta articolata e completa (se anche fattualmente corretta, non sta a me dirlo).
Negli ultimi anni anche al presidente del Consiglio, noto anche come Primo Ministro (e capirete tra poco perché pongo l'accento su questa seconda definizione) sono state poste a più riprese domande, domande a cui non ha mai risposto se non per rifiutarle e contestarle.
E ora Tremonti che ti combina? Chiude la sua lettera al Corriere con le seguenti parole: «Chi fa il ministro ha il dovere di rispondere alle domande che gli vengono rivolte. Credo di averlo così fatto.»
La frecciata a Berlusconi (primo ministro) sarà volontaria o involontaria?
Saluti,
Mauro.
Ieri Sergio Romano ha scritto un articolo sul Corriere della Sera abbastanza duro rivolgendosi più o meno direttamente al ministro: Quel che Tremonti non ha detto.
Oggi Tremonti risponde, sempre sul Corriere della Sera: Ho commesso illeciti? Sicuramente no Ho fatto errori? Certamente sì. Risposta articolata e completa (se anche fattualmente corretta, non sta a me dirlo).
Negli ultimi anni anche al presidente del Consiglio, noto anche come Primo Ministro (e capirete tra poco perché pongo l'accento su questa seconda definizione) sono state poste a più riprese domande, domande a cui non ha mai risposto se non per rifiutarle e contestarle.
E ora Tremonti che ti combina? Chiude la sua lettera al Corriere con le seguenti parole: «Chi fa il ministro ha il dovere di rispondere alle domande che gli vengono rivolte. Credo di averlo così fatto.»
La frecciata a Berlusconi (primo ministro) sarà volontaria o involontaria?
Saluti,
Mauro.
giovedì 28 luglio 2011
Facce ride'!
E poi non venitemi a dire che l'alcool (grappa in questo caso) è una cosa seria :-)
Saluti,
Mauro.
Mauro.
martedì 26 luglio 2011
Estratti di follia 2
Cominciano le distinzioni... si comincia a dire che, per esempio, Mohammed Atta - per esempio - era un fanatico religioso-politico e che Anders Breivik è un folle criminale, un pazzo.
No, signori miei. Assolutamente no. I pazzi, i folli (e i criminali) sono in primis coloro che fanno certe distinzioni.
Leggete quanto scrive oggi Michele Serra sulla Repubblica nella sua rubrica L'Amaca. Leggete, imparate e riflettete.
E se continuate a distinguere tra Atta e Breivik nel senso di cui sopra... vergognatevi e nascondetevi. Possibilmente per sempre.
Ecco il testo di Serra:
Il brigatista rosso che spara alla nuca è un folle o un criminale politico? L’attentatore fascista che mette una bomba su un treno è un folle o un criminale politico? I jihadisti che hanno abbattuto le Due Torri sono folli o criminali politici? Nessuno ha mai avuto dubbi in proposito: si tratta di crimini politici, con movente politico e scopo politico. E dunque non si capisce proprio, leggendo molti dei commenti alla strage norvegese, perché mai la mattanza di quasi cento ragazzi di sinistra per mano di uno schifoso fanatico di destra non debba essere inquadrato nella sua piena, ovvia natura di delitto politico, maturato nella cultura razzista del suprematismo bianco, delle “radici cristiane” brandite come arma letale, dell’odio furente contro l’Europa della tolleranza, dell’integrazione, della democrazia.
Se non capiamo questo, e trattiamo l’orrido Breivik come un paranoico “a caso”, un incidente psichiatrico dalle conseguenze inaudite, allora non capiamo la profondità e la gravità della rottura culturale, politica, umana tra la destra estrema e la società aperta, che cerca un faticoso ordine amministrando il disordine vitale dell’immigrazione e della globalizzazione. Hitler era un pazzo? Certo, era anche un pazzo. Ma la pazzia che arriva al governo, e scatena la guerra globale e organizza lo sterminio, è politica allo stato puro. E si combatte con la politica.
Saluti,
Mauro.
No, signori miei. Assolutamente no. I pazzi, i folli (e i criminali) sono in primis coloro che fanno certe distinzioni.
Leggete quanto scrive oggi Michele Serra sulla Repubblica nella sua rubrica L'Amaca. Leggete, imparate e riflettete.
E se continuate a distinguere tra Atta e Breivik nel senso di cui sopra... vergognatevi e nascondetevi. Possibilmente per sempre.
Ecco il testo di Serra:
Il brigatista rosso che spara alla nuca è un folle o un criminale politico? L’attentatore fascista che mette una bomba su un treno è un folle o un criminale politico? I jihadisti che hanno abbattuto le Due Torri sono folli o criminali politici? Nessuno ha mai avuto dubbi in proposito: si tratta di crimini politici, con movente politico e scopo politico. E dunque non si capisce proprio, leggendo molti dei commenti alla strage norvegese, perché mai la mattanza di quasi cento ragazzi di sinistra per mano di uno schifoso fanatico di destra non debba essere inquadrato nella sua piena, ovvia natura di delitto politico, maturato nella cultura razzista del suprematismo bianco, delle “radici cristiane” brandite come arma letale, dell’odio furente contro l’Europa della tolleranza, dell’integrazione, della democrazia.
Se non capiamo questo, e trattiamo l’orrido Breivik come un paranoico “a caso”, un incidente psichiatrico dalle conseguenze inaudite, allora non capiamo la profondità e la gravità della rottura culturale, politica, umana tra la destra estrema e la società aperta, che cerca un faticoso ordine amministrando il disordine vitale dell’immigrazione e della globalizzazione. Hitler era un pazzo? Certo, era anche un pazzo. Ma la pazzia che arriva al governo, e scatena la guerra globale e organizza lo sterminio, è politica allo stato puro. E si combatte con la politica.
Saluti,
Mauro.
lunedì 25 luglio 2011
Estratti di follia
A seguito della tragedia in Norvegia ho cercato di seguire il più possibile a 360° quanto scritto dalla stampa, non fermandomi ai giornali e riviste più vicini alle mie idee o a quelli apparentemente più "neutrali".
Mi hanno colpito due articoli, o meglio due commenti.
Uno, scritto da Beppe Severgnini sul Corriere della Sera, che mi sento di condividere in tutto e per tutto: Quando la follia è aiutata dalle armi.
Il concetto è il seguente.
Gli assassini, i folli (sia intesi in senso medico che in senso lato) ci sono purtroppo sempre stati e ci saranno purtroppo sempre. Prevenire (e in certi casi curare) è una bella parola ma non serve a molto. La prevenzione migliore è semplicemente cercare di fare in modo che quando la follia esplode faccia il meno danni, il meno vittime possibile. E come si ottiene questo? Rendendo più difficile l'accesso alle armi, sia legale che illegale, e non - come sbraitano pistoleri da salotto su entrambe le sponde dell'Atlantico - favorendo l'armarsi dei cosiddetti "cittadini onesti". Del resto, fino a venerdì, anche Anders Breivik apperteneva ufficialmente a questa categoria.
Mi pare splendidamente condivisibile nella sua tragicità una particolare frase di Severgnini: "I pazzi criminali ci sono sempre stati. Ma uno psicopatico con un coltello ammazza una persona, un fanatico con un fucile ne uccide due o tre. Un folle con una mitraglietta può sterminare dozzine di ragazzini, come se fossero leprotti in un recinto: ora lo sappiamo, purtroppo."
Giustissimo, bravo Beppe. Se non possiamo fermare i pazzi, almeno facciamo sì di limitare danni e vittime.
Il secondo articolo è pura follia: Quei giovani incapaci di reagire, scritto da Vittorio Feltri sul Giornale.
Credo che l'unico commento possibile sia: meno male che Feltri in mano ha una penna e non un'arma da fuoco o da taglio, visto che è più pazzo del norvegese fondamentalista.
Saluti,
Mauro.
Mi hanno colpito due articoli, o meglio due commenti.
Uno, scritto da Beppe Severgnini sul Corriere della Sera, che mi sento di condividere in tutto e per tutto: Quando la follia è aiutata dalle armi.
Il concetto è il seguente.
Gli assassini, i folli (sia intesi in senso medico che in senso lato) ci sono purtroppo sempre stati e ci saranno purtroppo sempre. Prevenire (e in certi casi curare) è una bella parola ma non serve a molto. La prevenzione migliore è semplicemente cercare di fare in modo che quando la follia esplode faccia il meno danni, il meno vittime possibile. E come si ottiene questo? Rendendo più difficile l'accesso alle armi, sia legale che illegale, e non - come sbraitano pistoleri da salotto su entrambe le sponde dell'Atlantico - favorendo l'armarsi dei cosiddetti "cittadini onesti". Del resto, fino a venerdì, anche Anders Breivik apperteneva ufficialmente a questa categoria.
Mi pare splendidamente condivisibile nella sua tragicità una particolare frase di Severgnini: "I pazzi criminali ci sono sempre stati. Ma uno psicopatico con un coltello ammazza una persona, un fanatico con un fucile ne uccide due o tre. Un folle con una mitraglietta può sterminare dozzine di ragazzini, come se fossero leprotti in un recinto: ora lo sappiamo, purtroppo."
Giustissimo, bravo Beppe. Se non possiamo fermare i pazzi, almeno facciamo sì di limitare danni e vittime.
Il secondo articolo è pura follia: Quei giovani incapaci di reagire, scritto da Vittorio Feltri sul Giornale.
Credo che l'unico commento possibile sia: meno male che Feltri in mano ha una penna e non un'arma da fuoco o da taglio, visto che è più pazzo del norvegese fondamentalista.
Saluti,
Mauro.
sabato 23 luglio 2011
Scusate il cinismo
Tutti avete letto e/o sentito del doppio attentato ieri a Oslo e sull'isola di Utøya (in realtà dovrei dire isola di Ut, visto che øya in norvegese significa isola, ma questo messaggio non si occupa di linguistica) in Norvegia, non serve che vi dica altro.
Quello che serve invece che vi dica è che, scusate il cinismo, era ora che un fondamentalista cristiano di estrema destra facesse un gesto del genere.
Almeno la smetteremo di dire che l'unico pericolo è il fondamentalismo islamico e senza di esso tutto sarebbe rose e fiori.
Saluti,
Toro.
Quello che serve invece che vi dica è che, scusate il cinismo, era ora che un fondamentalista cristiano di estrema destra facesse un gesto del genere.
Almeno la smetteremo di dire che l'unico pericolo è il fondamentalismo islamico e senza di esso tutto sarebbe rose e fiori.
Saluti,
Toro.
venerdì 22 luglio 2011
Ho un dubbio...
Il secondo articolo più letto della storia di questo blog è "Come usare lo scopino da water".
In realtà bisognerebbe dire il più letto da voi spontaneamente, visto che il più letto in assoluto ("Hanno detto di me") ai tempi lo spammai in mezzo mondo :-)
Ecco, il dubbio è questo: vorrà per caso dire qualcosa sulla nostra società questa vostra preferenza?
Saluti,
Mauro.
In realtà bisognerebbe dire il più letto da voi spontaneamente, visto che il più letto in assoluto ("Hanno detto di me") ai tempi lo spammai in mezzo mondo :-)
Ecco, il dubbio è questo: vorrà per caso dire qualcosa sulla nostra società questa vostra preferenza?
Saluti,
Mauro.
giovedì 21 luglio 2011
Ä tò salûte, lettô!
Interessantissimo testo dal sito della Treccani:
Nel porto delle parole del vino ligure.
Saluti,
Mauro.
Nel porto delle parole del vino ligure.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 20 luglio 2011
Il porco e i maiali
Il porco, ovviamente, sono io.
I maiali sono quei poveri quattrozampe che diventano salami, prosciutti, salsicce... e che io mi mangio con sommo gusto :-)
Ieri sera, aspettando il treno (ero in notevole anticipo), mi sono fermato in un locale alla stazione a bermi una birra. Il locale faceva una promozione e - anche se non le ordinavi - ti offriva tartine con salumi vari.
Iniziativa simpatica (soprattutto per chi non aveva ancora cenato come me...).
Però è capitata una cosa - in sé assolutamente positiva - che mi ha sorpreso, lasciato un attimo perplesso.
La cameriera portandomi il piattino mi ha chiesto se per caso avessi problemi a mangiare maiale...
Va bene che vivo in un paese con una crescente popolazione musulmana, va bene che ho l'aspetto mediterraneo (anche se non proprio scurissimo)... però non mi era mai capitato... eppure vivo da 15 anni in Germania, lavoro e vivo in due città (Duisburg e Colonia) dove la popolazione musulmana è ancora più ampia in percentuale che nel resto del paese, vengo da una città come Genova, dove i musulmani certo non mancano. Eppure, fino a ieri non mi era mai capitato.
Come detto, la cosa in sé è assolutamente positiva, perché dimostra rispetto per ogni parte della popolazione... ma non essendomi mai capitato prima sono rimasto perplesso.
E sinceramente un po' lo sono ancora.
Saluti,
Mauro.
I maiali sono quei poveri quattrozampe che diventano salami, prosciutti, salsicce... e che io mi mangio con sommo gusto :-)
Ieri sera, aspettando il treno (ero in notevole anticipo), mi sono fermato in un locale alla stazione a bermi una birra. Il locale faceva una promozione e - anche se non le ordinavi - ti offriva tartine con salumi vari.
Iniziativa simpatica (soprattutto per chi non aveva ancora cenato come me...).
Però è capitata una cosa - in sé assolutamente positiva - che mi ha sorpreso, lasciato un attimo perplesso.
La cameriera portandomi il piattino mi ha chiesto se per caso avessi problemi a mangiare maiale...
Va bene che vivo in un paese con una crescente popolazione musulmana, va bene che ho l'aspetto mediterraneo (anche se non proprio scurissimo)... però non mi era mai capitato... eppure vivo da 15 anni in Germania, lavoro e vivo in due città (Duisburg e Colonia) dove la popolazione musulmana è ancora più ampia in percentuale che nel resto del paese, vengo da una città come Genova, dove i musulmani certo non mancano. Eppure, fino a ieri non mi era mai capitato.
Come detto, la cosa in sé è assolutamente positiva, perché dimostra rispetto per ogni parte della popolazione... ma non essendomi mai capitato prima sono rimasto perplesso.
E sinceramente un po' lo sono ancora.
Saluti,
Mauro.
lunedì 18 luglio 2011
Fukushima... seriamente
Cito solo un brano dalla rivista Foreign Policy. Le conclusioni le lascio alla vostra intelligenza. Sempre che che non sia stata irreparabilmente danneggiata dalla disinformazione verde.
Prima di Fukushima, il Giappone era uno dei paesi più legati all’energia nucleare, con circa il trenta percento della propria energia elettrica proveniente dai reattori atomici. Il disastro di Fukushima ha cambiato questo scenario. Oggettivamente non si è trattato di un cataclisma, se confrontato con il disastro Bhopal o con il numero di morti per cancro e malattie polmonari collegate all’inquinamento industriale degli anni Sessanta. Ma gli incidenti che hanno a che fare con le centrali atomiche hanno un impatto psicologico più elevato e sproporzionato rispetto all’entità dei danni effettivamente prodotti. Se Fukushima fosse stata una centrale chimica e la sua distruzione avesse provocato la morte di migliaia di persone, nessuno avrebbe chiesto l’abolizione dell’industria chimica giapponese.
Saluti,
Mauro.
Prima di Fukushima, il Giappone era uno dei paesi più legati all’energia nucleare, con circa il trenta percento della propria energia elettrica proveniente dai reattori atomici. Il disastro di Fukushima ha cambiato questo scenario. Oggettivamente non si è trattato di un cataclisma, se confrontato con il disastro Bhopal o con il numero di morti per cancro e malattie polmonari collegate all’inquinamento industriale degli anni Sessanta. Ma gli incidenti che hanno a che fare con le centrali atomiche hanno un impatto psicologico più elevato e sproporzionato rispetto all’entità dei danni effettivamente prodotti. Se Fukushima fosse stata una centrale chimica e la sua distruzione avesse provocato la morte di migliaia di persone, nessuno avrebbe chiesto l’abolizione dell’industria chimica giapponese.
Saluti,
Mauro.
domenica 17 luglio 2011
Gialli in prima persona
Chi mi conosce sa che leggo di tutto, ma che la lettura per rilassarmi sono i gialli. In particolare i miei amati gialli scandinavi (vedasi Tutto finisce... anche Wallander).
Però una cosa mi disturba in certi gialli: il discorso in prima persona. L'"io" narrante può andare bene per romanzi di stampo psicologico o almeno parzialmente biografico... ma in un giallo, in un thriller, in un noir... il poliziotto, l'investigatore o quant'altro non possono, non devono parlare in prima persona. La terza persona è obbligo! Solo se il narratore è il "cattivo" la prima persona è talvolta accettabile. Talvolta, non sempre, sia ben chiaro.
Perché questi commenti? Sto leggendo in quensto momento un giallo tedesco scritto da Wolfgang Burger ("Der fünfte Mörder", cioè "Il quinto assassino").
Scrittura di buona qualità.
Trama piacevole.
Ma purtroppo una narrazione in prima persona assolutamente inutile.
Saluti,
Mauro.
Però una cosa mi disturba in certi gialli: il discorso in prima persona. L'"io" narrante può andare bene per romanzi di stampo psicologico o almeno parzialmente biografico... ma in un giallo, in un thriller, in un noir... il poliziotto, l'investigatore o quant'altro non possono, non devono parlare in prima persona. La terza persona è obbligo! Solo se il narratore è il "cattivo" la prima persona è talvolta accettabile. Talvolta, non sempre, sia ben chiaro.
Perché questi commenti? Sto leggendo in quensto momento un giallo tedesco scritto da Wolfgang Burger ("Der fünfte Mörder", cioè "Il quinto assassino").
Scrittura di buona qualità.
Trama piacevole.
Ma purtroppo una narrazione in prima persona assolutamente inutile.
Saluti,
Mauro.
sabato 16 luglio 2011
venerdì 15 luglio 2011
C'è sempre chi è più uguale
Io sono sempre stato contrario alle quote rosa e a qualsiasi altro tipo di quote, in politica come altrove. E lo scrissi già il 20 gennaio 2010 qui sopra.
E oggi cosa mi tocca leggere? Che il TAR del Lazio ha annullato la giunta comunale di Roma perché non rispetta le quote rosa.
Io mi chiedo quanta costituzionalità (per non parlare di logica e convenienza) ci sia in un simile provvedimento. E mi rispondo: nessuna!
Se non ci credete, leggete la prima parte dell'articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana (sì, quel libricino inutile che usate per stabilizzare il tavolo quando traballa e di cui dimenticate sempre se l'autore sia Eco o Camilleri):
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Però c'è qualcuno più uguale degli altri (ricordate Orwell? Mai letta la "Fattoria degli Animali"?), qualcuno talmente più uguale da aver imposto quote a proprio favore.
Saluti,
Mauro.
E oggi cosa mi tocca leggere? Che il TAR del Lazio ha annullato la giunta comunale di Roma perché non rispetta le quote rosa.
Io mi chiedo quanta costituzionalità (per non parlare di logica e convenienza) ci sia in un simile provvedimento. E mi rispondo: nessuna!
Se non ci credete, leggete la prima parte dell'articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana (sì, quel libricino inutile che usate per stabilizzare il tavolo quando traballa e di cui dimenticate sempre se l'autore sia Eco o Camilleri):
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Però c'è qualcuno più uguale degli altri (ricordate Orwell? Mai letta la "Fattoria degli Animali"?), qualcuno talmente più uguale da aver imposto quote a proprio favore.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 13 luglio 2011
La mail, questa sconosciuta
Ignoranza o disinformazione? Credo entrambe, sinceramente.
L'altro ieri, 11 luglio, Repubblica ha pubblicato un articolo sull'inquinamento prodotto dalle mails: Otto mail inquinano di CO2 come auto che percorre 1 Km.
Come al solito, quando si tratta di stampa italiana (Repubblica è in'ottima compagnia, credetemi), tanti numeri presi da una ricerca scientifica, ma senza aver capito (e probabilmente neanche letto completamente) la ricerca stessa. E per di più citando un giornale che a sua volta citava la ricerca originaria.
E quello che ne viene fuori è assoluta assurdità, conclusioni senza alcun significato né utilità.
In sostanza l'articolo riporta questi dati:
1) Un'auto europea immatricolata nel 2010 in media produce 140 grammi di CO2 (alias anidride carbonica) al chilometro;
2) Una mail di 1 megabyte produce 19 grammi di anidride carbonica (non la mail in sè, chiaro, ma il funzionamento dei server che la fanno girare);
3) Se vengono aggiunti in CC ("copia per conoscenza") ulteriori dieci destinatari ciò moltiplica per quattro l'emissione di CO2.
Conclusione: 8 mails inquinano come un'auto che viaggia per un chilometro.
Facendo due conti (prendendo per buono il punto 2) in realtà potrebbero bastare sette mails (7x19=133, mentre 8x19=152... e 133 è più vicino a 140 di 152).
Per la conclusione il dato 3 è inutile: non viene usato nel conto (viene messo lì solo per dire: vedete quanto si è impegnato a informarsi il "giornalista"?).
Però, al di là dei conti, quello che non mi quadra è altro...
Mails da un megabyte???
Ma lo sapete quanti dati sono contenuti in un megabyte?
La mail media senza allegati è mediamente di 15-25 kilobytes (per chi non lo sapesse: 1 megabyte equivale a 1024 kilobytes).
La mail media con allegati raramente supera i 300-400 kilobytes. E parlo di mails come quelle di lavoro che ricevo e spedisco io dove gli allegati sono pesanti descrizioni di progetti o addirittura grafiche complesse.
La mail media non viene inviata in copia a 10 persone, se non raramente. La grande maggioranza delle mails non ha altri destinatari se non quello ufficiale. E quelle con più destinatari spesso non superano i 4-5 totali.
E ora tirate pure voi le conclusioni. Io vado a cercare la ricerca originaria.
Saluti,
Mauro.
L'altro ieri, 11 luglio, Repubblica ha pubblicato un articolo sull'inquinamento prodotto dalle mails: Otto mail inquinano di CO2 come auto che percorre 1 Km.
Come al solito, quando si tratta di stampa italiana (Repubblica è in'ottima compagnia, credetemi), tanti numeri presi da una ricerca scientifica, ma senza aver capito (e probabilmente neanche letto completamente) la ricerca stessa. E per di più citando un giornale che a sua volta citava la ricerca originaria.
E quello che ne viene fuori è assoluta assurdità, conclusioni senza alcun significato né utilità.
In sostanza l'articolo riporta questi dati:
1) Un'auto europea immatricolata nel 2010 in media produce 140 grammi di CO2 (alias anidride carbonica) al chilometro;
2) Una mail di 1 megabyte produce 19 grammi di anidride carbonica (non la mail in sè, chiaro, ma il funzionamento dei server che la fanno girare);
3) Se vengono aggiunti in CC ("copia per conoscenza") ulteriori dieci destinatari ciò moltiplica per quattro l'emissione di CO2.
Conclusione: 8 mails inquinano come un'auto che viaggia per un chilometro.
Facendo due conti (prendendo per buono il punto 2) in realtà potrebbero bastare sette mails (7x19=133, mentre 8x19=152... e 133 è più vicino a 140 di 152).
Per la conclusione il dato 3 è inutile: non viene usato nel conto (viene messo lì solo per dire: vedete quanto si è impegnato a informarsi il "giornalista"?).
Però, al di là dei conti, quello che non mi quadra è altro...
Mails da un megabyte???
Ma lo sapete quanti dati sono contenuti in un megabyte?
La mail media senza allegati è mediamente di 15-25 kilobytes (per chi non lo sapesse: 1 megabyte equivale a 1024 kilobytes).
La mail media con allegati raramente supera i 300-400 kilobytes. E parlo di mails come quelle di lavoro che ricevo e spedisco io dove gli allegati sono pesanti descrizioni di progetti o addirittura grafiche complesse.
La mail media non viene inviata in copia a 10 persone, se non raramente. La grande maggioranza delle mails non ha altri destinatari se non quello ufficiale. E quelle con più destinatari spesso non superano i 4-5 totali.
E ora tirate pure voi le conclusioni. Io vado a cercare la ricerca originaria.
Saluti,
Mauro.
martedì 12 luglio 2011
Andamento lento
Nel 1846 venne scoperto mediante osservazioni (il fatto che dovesse esistere era stato già dimostrato matematicamente nel 1821) il pianeta più esterno (dopo la "degradazione" di Plutone a pianeta nano) del sistema solare: Nettuno.
Ieri, 11 giugno 2011, 165 anni dopo... Nettuno ha concluso la sua prima orbita intorno al sole da quando è stato scoperto.
Al confronto, a noi terrestri dovrebbe girare la testa per quante orbite facciamo :-)
Per saperne di più: Nettuno Completa La Prima Orbita Da Quando Fu Scoperto.
Saluti,
Mauro.
Ieri, 11 giugno 2011, 165 anni dopo... Nettuno ha concluso la sua prima orbita intorno al sole da quando è stato scoperto.
Al confronto, a noi terrestri dovrebbe girare la testa per quante orbite facciamo :-)
Per saperne di più: Nettuno Completa La Prima Orbita Da Quando Fu Scoperto.
Saluti,
Mauro.
lunedì 11 luglio 2011
Teutonica igiene reprise
Già qualche tempo fa ho scritto dei cartelli che si vedono nei bagni della Siemens (Teutonica igiene) o degli alberghi tedeschi (Come usare lo scopino del water).
Oggi ve ne presento un altro, sempre dai bagni della Siemens:
Traduzione: "Qui non siete sull'autostrada - quindi eliminate le vostre tracce di frenata dopo aver accelerato".
No comment.
Saluti,
Mauro.
Oggi ve ne presento un altro, sempre dai bagni della Siemens:
Traduzione: "Qui non siete sull'autostrada - quindi eliminate le vostre tracce di frenata dopo aver accelerato".
No comment.
Saluti,
Mauro.
domenica 10 luglio 2011
Christopher Street Delirium (o Deficiency?)
Domenica scorsa era il CSD. Il Christopher Street Day. Qui a Colonia, dove vivo, celebrato con pompa particolare.
Io sono eterosessuale, ma non me frega niente delle orientazioni sessuali degli altri. Ho amici e amiche eterosssuali, omosessuali, bisessuali e anche asessuali (anche se questi ultimi, confesso, ho qualche difficoltà in più a capirli. Accettarli nessun problema, ma capirli... un pochino sì).
Però, confesso senza ipocrite reticenze, se la mia conoscenza del mondo omosessuale si basasse su manifestazioni come il CSD o il Gay Pride... sarei omofobo anch'io.
E anche i miei amici omosessuali confessano che quasi diventano omofobi quando vedono certe manifestazioni.
Orgoglio omosessuale? Nel CSD e nel Gay Pride ti mostri al mondo come pagliaccio (nel senso negativo del termine) e lo chiami orgoglio?
Se io fossi omosessuale chiamerei certe pagliacciate Gay Shame, non Gay Pride.
Saluti,
Mauro.
Io sono eterosessuale, ma non me frega niente delle orientazioni sessuali degli altri. Ho amici e amiche eterosssuali, omosessuali, bisessuali e anche asessuali (anche se questi ultimi, confesso, ho qualche difficoltà in più a capirli. Accettarli nessun problema, ma capirli... un pochino sì).
Però, confesso senza ipocrite reticenze, se la mia conoscenza del mondo omosessuale si basasse su manifestazioni come il CSD o il Gay Pride... sarei omofobo anch'io.
E anche i miei amici omosessuali confessano che quasi diventano omofobi quando vedono certe manifestazioni.
Orgoglio omosessuale? Nel CSD e nel Gay Pride ti mostri al mondo come pagliaccio (nel senso negativo del termine) e lo chiami orgoglio?
Se io fossi omosessuale chiamerei certe pagliacciate Gay Shame, non Gay Pride.
Saluti,
Mauro.
giovedì 7 luglio 2011
Il nome adatto
Ho appena scoperto che nel '300 la mia Genova ebbe come vescovo una persona che di nome faceva Porchetto (Spinola di cognome).
Siamo sinceri: chi meglio di lui può rappresentare l'essenza della Chiesa?
Saluti,
Mauro.
Siamo sinceri: chi meglio di lui può rappresentare l'essenza della Chiesa?
Saluti,
Mauro.
Sarò il solito
Il solito porco maschilista, direte voi lettrici (e magari anche qualche lettore) :-)
Però ora che l'estate è definitivamente arrivata fa piacere vedere le gonne accorciarsi e le scollature allargarsi ;-)
Saluti,
Mauro.
Però ora che l'estate è definitivamente arrivata fa piacere vedere le gonne accorciarsi e le scollature allargarsi ;-)
Saluti,
Mauro.
martedì 5 luglio 2011
Un'autorete inutile
Stavolta il Berlusca è stato proprio scemo. Non disonesto o presuntuoso... proprio scemo, cretino. Stavolta anche autolesionista.
Il famoso ultimo comma dell'articolo 37 della legge finanziaria, che sospende i pagamenti stabiliti dai processi civili di primo e/o secondo grado fino alla sentenza definitiva, in fondo non è sbagliato: in effetti se uno paga prima di ricorrere al grado successivo e questo grado successivo gli da ragione... beh, non credo sia tanto comodo riottenere indietro quanto pagato...
Però... perché nascondere questa norma in una legge che riguarda tutt'altre faccende, cercando di far di tutto perché nessuno la noti?
Beh, no, non ci sono cazzi: la norma è giusta... ma chi la ha scritta, lo ha fatto con le motivazioni sbagliate e soprattutto col culo sporco, molto sporco.
E soprattutto: è tanto abituato a scrivere norme disoneste e inaccettabili che quando ne scrive una giusta se ne vergogna.
Saluti,
Mauro.
Il famoso ultimo comma dell'articolo 37 della legge finanziaria, che sospende i pagamenti stabiliti dai processi civili di primo e/o secondo grado fino alla sentenza definitiva, in fondo non è sbagliato: in effetti se uno paga prima di ricorrere al grado successivo e questo grado successivo gli da ragione... beh, non credo sia tanto comodo riottenere indietro quanto pagato...
Però... perché nascondere questa norma in una legge che riguarda tutt'altre faccende, cercando di far di tutto perché nessuno la noti?
Beh, no, non ci sono cazzi: la norma è giusta... ma chi la ha scritta, lo ha fatto con le motivazioni sbagliate e soprattutto col culo sporco, molto sporco.
E soprattutto: è tanto abituato a scrivere norme disoneste e inaccettabili che quando ne scrive una giusta se ne vergogna.
Saluti,
Mauro.
lunedì 4 luglio 2011
Combattere la disoccupazione
Il mercato del lavoro in Germania sta andando bene. Almeno per quanto riguarda il numero di occupati (se il tuo lavoro poi ti basta per mangiare talvolta è un altro discorso).
Quindi l'agenzia federale per il collocamento (Arbeitsagentur) deve intervenire. Certe cose non possono essere accettate!
E allora cosa fa? Entro i prossimi quattro anni ridurrà di 10000 unità il proprio personale.
Alla faccia del collocamento.
Saluti,
Mauro.
Quindi l'agenzia federale per il collocamento (Arbeitsagentur) deve intervenire. Certe cose non possono essere accettate!
E allora cosa fa? Entro i prossimi quattro anni ridurrà di 10000 unità il proprio personale.
Alla faccia del collocamento.
Saluti,
Mauro.
domenica 3 luglio 2011
Il cardinale, l'aborto e il nucleare
Tutti sanno che io sono favorevole al nucleare (anche perché, mi permetto in questo caso di essere presuntuoso, contrariamente agli antinuclearisti lo ho studiato, lo conosco e lo capisco), però a certe difese del nucleare rinuncio più che volentieri.
Qualche giorno fa è apparso sul sito dell'inserto Christ und Welt del settimanale tedesco Die Zeit un articolo del cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia (conservatore ma generalmente attento a quel che dice). L'articolo in questione porta il titolo Unser beschwiegener, täglicher Super-GAU, che tradotto in italiano diventa più o meno "La nostra taciuta, quotidiana catastrofe nucleare".
Il problema è che in detto articolo il caro cardinale non vuole avvertire dei pericoli del nucleare. Anzi, del nucleare (almeno di quello tedesco) ne parla bene.
È allora di che catastrofe nucleare parla? Secondo lui l'aborto è una catastrofe atomica quotidiana.
Ora, si può essere favorevoli o contrari sia al nucleare che all'aborto... ma paragonare quest'ultimo a una catastrofe nucleare, diciamoci la verità, è semplicemente da TSO.
Saluti,
Mauro.
Qualche giorno fa è apparso sul sito dell'inserto Christ und Welt del settimanale tedesco Die Zeit un articolo del cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia (conservatore ma generalmente attento a quel che dice). L'articolo in questione porta il titolo Unser beschwiegener, täglicher Super-GAU, che tradotto in italiano diventa più o meno "La nostra taciuta, quotidiana catastrofe nucleare".
Il problema è che in detto articolo il caro cardinale non vuole avvertire dei pericoli del nucleare. Anzi, del nucleare (almeno di quello tedesco) ne parla bene.
È allora di che catastrofe nucleare parla? Secondo lui l'aborto è una catastrofe atomica quotidiana.
Ora, si può essere favorevoli o contrari sia al nucleare che all'aborto... ma paragonare quest'ultimo a una catastrofe nucleare, diciamoci la verità, è semplicemente da TSO.
Saluti,
Mauro.
venerdì 1 luglio 2011
C'è del marcio in Grecia (o a Francoforte?)
Shakespeare tramite Marcello (personaggio dell'Amleto) sosteneva che ci fosse del marcio in Danimarca (la frase corretta nel lavoro shakespeariano è però "C'è qualcosa di marcio in Danimarca").
Ma si sa, i tempi cambiano e Schengen apre i confini anche per il marcio, non solo per le persone.
C'è veramente qualcosa di marcio in Grecia oggigiorno se i conti dello stato sono andati talmente a bagno da mettere a rischio la stessa ulteriore esistenza del paese.
Però qualcosa non quadra. Almeno a me qualcosa non quadra.
Non conosco nel dettaglio la situazione economica greca, però so che peso ha l'economia greca all'interno del sistema Euro. Pochi punti percentuali.
E ci vogliono far credere che se la Grecia crolla del tutto si tira dietro tutta l'area Euro, rovinando l'Europa.
Lo dico chiaro: non sono un politico e (per fortuna) neanche un economista, ma io a questa teoria non credo assolutamente.
Se la Grecia crolla, crolla la Grecia e basta. l'Euro e l'Europa si indeboliscono un po' ma non si rovinano assolutamente.
La Grecia va aiutata, sì, ma per solidarietà, non perché "se no l'Europa va a bagno". Sarebbe come se in Italia fallisse l'intero paese perché il comune di Pistoia o quello di Benevento non ha soldi per pagare i debiti. Ma non siamo ridicoli.
Il vero problema è Francoforte, non la Grecia. Francoforte sul Meno, in Germania, dove la Banca Centrale Europea si preoccupa di salvare banche e banchieri, non stati e popoli.
E sì, se la Grecia crolla un paio di banche falliscono. Non l'Europa. Solo un paio di banche.
Ma quelle banche interessano alla BCE e alla politica. Non i cittadini greci o di qualsiasi altro paese.
Saluti,
Mauro.
Ma si sa, i tempi cambiano e Schengen apre i confini anche per il marcio, non solo per le persone.
C'è veramente qualcosa di marcio in Grecia oggigiorno se i conti dello stato sono andati talmente a bagno da mettere a rischio la stessa ulteriore esistenza del paese.
Però qualcosa non quadra. Almeno a me qualcosa non quadra.
Non conosco nel dettaglio la situazione economica greca, però so che peso ha l'economia greca all'interno del sistema Euro. Pochi punti percentuali.
E ci vogliono far credere che se la Grecia crolla del tutto si tira dietro tutta l'area Euro, rovinando l'Europa.
Lo dico chiaro: non sono un politico e (per fortuna) neanche un economista, ma io a questa teoria non credo assolutamente.
Se la Grecia crolla, crolla la Grecia e basta. l'Euro e l'Europa si indeboliscono un po' ma non si rovinano assolutamente.
La Grecia va aiutata, sì, ma per solidarietà, non perché "se no l'Europa va a bagno". Sarebbe come se in Italia fallisse l'intero paese perché il comune di Pistoia o quello di Benevento non ha soldi per pagare i debiti. Ma non siamo ridicoli.
Il vero problema è Francoforte, non la Grecia. Francoforte sul Meno, in Germania, dove la Banca Centrale Europea si preoccupa di salvare banche e banchieri, non stati e popoli.
E sì, se la Grecia crolla un paio di banche falliscono. Non l'Europa. Solo un paio di banche.
Ma quelle banche interessano alla BCE e alla politica. Non i cittadini greci o di qualsiasi altro paese.
Saluti,
Mauro.