lunedì 30 settembre 2013

Cose che capitano in Germania

Stanotte mi hanno rubato la macchina.

Saluti,

Mauro.

sabato 28 settembre 2013

Omofobia, Barilla, Gambia e ipocrisia

Non serve che vi dica cosa ha dichiarato il signor Barilla e cosa è successo dopo le sue dichiarazioni.

Serve però che vi dica che, in quanto privato cittadino, il signor Barilla fino a che non va contro la legge ha il diritto di dire ciò che vuole. E che, in quanto imprenditore, lo stesso signor Barilla fino a che non va contro la legge ha il diritto di fare la pubblicità che gli pare.
E lui non è andato contro la legge.
Possiamo apprezzarlo o disprezzarlo per quello che ha detto, questo è un nostro sacrosanto diritto, ma dato che non è andato contro la legge non abbiamo nessun diritto (e nessun motivo, a ben vedere) per attaccarlo e insultarlo come è stato fatto.

Però a quanto pare gli si vuole negare il diritto alla libertà di opinione e di impresa.

E l'ipocrisia di chi gli vuole negare questi diritti è dimostrata dal fatto che nessuno ha mosso un dito o ha detto una parola contro una dichiarazione molto più grave, in quanto detta da un capo di stato e detta per di più all'assemblea generale dell'ONU, cioè la dichiarazione secondo cui gli omosessuali vogliono mettere fine alla razza umana.

Però contestare Barilla, anche se non ha fatto nulla di male, porta visibilità politica, mentre contestare Jammeh (il presidente del Gambia che ha fatto detta dichiarazione all'ONU), anche se si è comportato in modo assolutamente condannabile, non porta nessun vantaggio politico.

Se io fossi omosessuale mi farei qualche domanda sui veri obiettivi delle associazioni che dicono di "difendere" i miei diritti.

Saluti,

Mauro.

La banalità del banale

Oggi ho letto - non mi ricordo neanche più dove - alcune considerazioni/domande sul banale.
Ma... cosa possiamo definire banale?
Io semplicemente direi che tutto quello che accade è banale... se non fosse banale non accadrebbe, verrebbe solo sognato.
La realtà è banale. Semplicemente.
Saluti,
Mauro.

sabato 21 settembre 2013

La forma atletica (e la dieta)

Un commento (cattivo e infondato) sulla mia forma atletica fattomi ieri mi ha portato a una considerazione.

La forma atletica è come la dieta.

Qualsiasi dietista/dietologo/medico serio al mondo ti dirà sempre che qualsiasi persona segue una dieta (visto che dieta di fatto significa solo quello che mangi) e aggiungerà che il problema eventualmente è "quale" dieta segui. Visto che comunque l'una o l'altra devi per forza seguirla, a meno che tu non voglia morire di fame (l'unico modo di non seguire una dieta è infatti non mangiare e non bere e basta).

Per quanto riguarda la nostra forma atletica, il discorso è esattamente lo stesso: tutti ne abbiamo una. Che ci piaccia o no.
Il problema comincia quando cominciamo a chiederci "quale" forma atletica abbiamo. Non se ne abbiamo una. Infatti non tutti la abbiamo buona e ancora meno la abbiamo invidiabile. Però tutti la abbiamo (anche se magari vergognosa).

Saluti,

Mauro.

martedì 17 settembre 2013

A chi conviene salvare Berlusconi?

Siamo sinceri, i partiti (tutti, vecchi e nuovi... e quelli che sono in Parlamento sono tutti partiti, come spiegai qui) quando si tratta di cose importanti votano in base alla loro convenienza politica, non in base a ideologie, ideali, statuti, etica o morale.
Votano in base a ciò che gli garantisce più visibilità, voti e potere.

E la votazione prossima per la decadenza di Berlusconi da senatore è una cosa importante. Che ci piaccia o no.
E quindi la domanda da porsi è: a chi conviene salvare Berlusconi?

Vediamo la situazione (vera, concreta, non le dichiarazioni di facciata) dei singoli partiti.

PD: se Berlusconi salta si può vantare di aver lavorato per salvare la legalità, quindi ha solo da guadagnarci (indipendentemente dal fatto che il governo Letta salti o no).
SEL: a parte il discorso sul governo, vale lo stesso discorso fatto per il PD.
Scelta Civica: a livello politico che Berlusconi si salvi o meno conta poco, ma a livello morale fa più bella figura se Berlusconi cade.
PdL: se Berlusconi cade possono continuare a urlare al complotto e a fare le vittime, quindi non conquistano nuovi adepti (che non conquisterebbero comunque, ormai) ma rafforzano il proprio nocciolo duro, fidelizzando ancor di più gli adepti.
Lega: per metà vedi PD, per metà vedi PdL. Dipende se sei maroniano o bossiano o tosiano.
M5S: se Berlusconi salta... si trovano fregati, perché non possono più sbraitare contro la casta e la mafiosità che accomuna tutti i partiti... mentre se Berlusconi si salva, loro appariranno come i puri, gli unici puliti. E ciò potranno sfruttarlo alla grande nelle prossime campagne elettorali.

Quindi... a chi conviene salvare Berlusconi?

Saluti,

Mauro.

lunedì 16 settembre 2013

Il blog, il derby e la goduria

Ho in agenda un sacco di temi di cui vorrei scrivere qui sul blog, in particolare di politica e di scienza... però stasera un grande Genoa ha trionfato nel derby, battendo la Sampdoria 3-0

Quindi la notizia importante è questa.
Per ora mi limito a gioire e godere, tutto il resto può aspettare anche 24 ore :-)

Saluti,

Mauro.

domenica 15 settembre 2013

La cucina francese... beh, non esiste!

Premettiamo una cosa: io in Francia ho mangiato spesso. E ho sempre mangiato benissimo. Quindi non ci sono lamentele al proposito. Tutt'altro.

Il problema è un altro. Cioè che la cucina francese non esiste. La cucina francese è semplicemente l'incrocio della cucina italiana con quella tedesca.

I galli, cioè la popolazione originaria dell'odierna Francia, erano una popolazione germanica, con alimentazione tipicamente germanica (quello che al proposito mostrano i fumetti di Asterix non è fantasia, è solo realtà romanzata).
E tale alimentazione, nonostante i romani prima e i vari barbari dopo, rimase la base della cucina francese (o franca, come originariamente sarebbe stato corretto dire) per secoli.
E la rimase fino a che Caterina de' Medici nel 1547 sposò Enrico II di Francia.
Caterina si portò a Parigi alcuni cuochi della corte fiorentina in cui ella era cresciuta... cuochi di tradizione toscana e che al massimo conoscevano altre realtà culinarie italiane, ma nulla di non italiano.
Questi cuochi, arrivati a Parigi, si incontrarono/scontrarono con la cucina germanica (che oggi verrebbe definita tedesca) e da questo incontro/scontro nacque l'odierna cucina francese.
Che quindi francese non è, essendo di fatto italo-tedesca.

Lo so, ora i francesi che mi leggono mi odieranno... ma i fatti sono fatti, che ai francesi piacciano o meno :-)

Saluti,

Mauro.

mercoledì 11 settembre 2013

Il nonno paradossale. Per tacer del nipote...

La solita amica appassionata di scienza ma di scienza non esperta (vedasi qui e qui) mi ha posto una domanda interessante.
Mi ha chiesto di spiegarle il paradosso del nonno.

In breve questo paradosso sostiene che, dato che la teoria della relatività introduce la relatività del tempo e quindi - almeno teoricamente - la possibilità dei viaggi temporali, per una persona possa essere in teoria possibile viaggiare indietro nel tempo e quindi ipoteticamente uccidere il proprio nonno.
Ma se si uccide il proprio nonno... non può nascere il nipote (a meno che il nonno non fosse cornuto, ma questo non c'entra con la fisica) e quindi detto nipote, non esistendo, non può tornare indietro nel tempo per uccidere il nonno.

Dove sta l'inghippo?
L'inghippo sta nella teoria della relatività... o meglio nel modo in cui viene normalmente recepita.
La teoria della relatività dice, tra le altre cose, che esiste una velocità limite (la famosa "c") non superabile. Ma la cosa importante, per quanto riguarda il paradosso del nonno, è che la teoria della relatività dice che il tempo rallenta quanto più ci si avvicina alla velocità "c" (alias velocità della luce, qualcosa di più potete capire leggendo quanto scrissi qui).

Quindi... se il tempo rallenta se si va più veloci e, secondo la teoria della relatività, si ferma una volta raggiunta la velocità "c"... uno potrebbe pensare che superando "c" il tempo torni indietro... e quindi il nipote possa tornare indietro nel tempo e uccidere il nonno.

Ma invece non è così... "c" è una velocità limite che non può essere superata. Ma ciò non significa che non possano esistere velocità superiori.
Infatti secondo alcune interpretazioni della teoria della relatività la non superabilità non significa che non possano esistere velocità superiori a "c"... significa solo che corpi che si muovono con velocità inferiore a "c" non possano accelerare fino a superarla verso l'alto, mentre corpi che si muovono con velocità superiore a "c" non possano decelerare fino a superarla verso il basso.

Ergo...

1) ...il nipote, se si muove a velocità inferiore a "c", potrà - accelerando - rallentare il tempo, ma non potrà mai invertirne la direzione, quindi non potrà mai uccidere il nonno, visto che per tornare indietro nel tempo non basta rallentarlo, bensì serve - appunto - invertirne la direzione (cosa impossibile senza superare "c");

2) ...il nipote, se si muove a velocità superiore a "c", sarà sempre stato nel passato (visto che non può scendere sotto "c"), quindi ha sempre vissuto prima del nonno... il che significa che detto nonno è nato dopo il nipote... cioè il nipote non è un nipote bensì un padre o un nonno a sua volta.

E se la velocità fosse esattamente "c"? Beh... il tempo si fermerebbe e non succederebbe assolutamente nulla.

Saluti,

Mauro.

sabato 7 settembre 2013

Buon compleanno Genoa!

120 anni fa, il 7 settembre 1893, nel cuore di Genova (in via Palestro 10, cercate pure su Google Maps) nasceva la più antica e gloriosa squadra di calcio italiana: il Genoa.

Buon compleanno, vecchio giovane Grifone!

Saluti,

Mauro.

giovedì 5 settembre 2013

Di nuovo sulla crisi in Siria

Premetto che non ho più informazioni di voi che mi leggete. Forse seguo le notizie al proposito un po' più di voi, ma non è che io abbia accesso a chissà quali fonti (a parte il fatto che non seguo solo l'informazione italiana... e forse questo qualcosa fa).

Ecco, seguendo le notizie sulla guerra civile siriana, sinceramente mi sto convincendo che scegliere tra Assad e i ribelli sia semplicemente scegliere tra la merda e le feci.

Saluti,

Mauro.

domenica 1 settembre 2013

L'ipotetico intervento in Siria

In questi giorni in molti paesi si discute di un ipotetico intervento militare in Siria.
La guerra civile in Siria va avanti da due anni (almeno la guerra civile internazionalmente nota, quella vera probabilmente da molto di piu). Perché proprio ora chiedersi se intervenire?
A leggere in giro, perché ora c'è stato un attacco con armi chimiche.
A parte il fatto che i morti sono morti, qualsiasi arma li provochi... c'è un altro problemuccio. Anzi due.

Primo: noi valutiamo in base a immagini prodotte dalle parti in causa, senza testimonianze dirette indipendenti.
Secondo: noi abbiamo solo indizi su chi può essere stato responsabile, non prove... in realtà - dato per scontato che siano state usate armi chimiche - non sappiamo per certo chi le ha usate.

Ora però la cosiddetta opinione pubblica nel mondo occidentale non è contraria a un intervento militare per i motivi addotti sopra... bensì perché detta opinione pubblica è contro la guerra!
Ma beline... la guerra c'è già! Aprite gli occhi!
Ciò che va valutato è se un intervento esterno può accorciare la guerra e/o ridurre il numero delle vittime. Il resto sono stronzate, visto che la guerra c'è già.

Però la famigerata opinione pubblica considera guerra solo quando sono coinvolti stati diversi… quindi un intervento USA (o di chiunque altro, anche fosse Russia o Cina) in Siria viene visto dall’uomo della strada come guerra in quanto sarebbero coinvolte almeno due nazioni.
Finché è Assad contro ribelli (ma vale dovunque, non solo in Siria) l’uomo della strada li vede come casini interni di un paese, ma non come guerra.
Perché?
Perché finché tutto rimane tra fazioni diverse in un paese… sono scaramucce, che cazzo me ne frega a me?

E invece no! Guerra è quando la gente muore perché c’è un conflitto. Indipendentemente dal fatto che questo conflitto sia interno a un paese o sia internazionale.
Ma vallo a spiegare all’uomo della strada!

Saluti,

Mauro.