E quel sogno continuo ad averlo.
Ma oggi Lele in un commento a questo mio post del 5 agosto scorso mi ha chiesto esplicitamente: "riusciremo mai a fare gli Stati Uniti d'Europa?".
E qui si parla di realtà, non di sogni.
E qui si parla di realtà, non di sogni.
Se devo essere realista dico che la Comunità Europea originaria, quella a 6 stati (Italia, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) aveva tutte le potenzialità per diventare gli Stati Uniti d'Europa.
Nonostante tutte le differenze, il retroterra comune, le necessità comuni erano forti, presenti e sono convinto che alla lunga, anche se non senza difficoltà, ci si sarebbe arrivati.
Nonostante tutte le differenze, il retroterra comune, le necessità comuni erano forti, presenti e sono convinto che alla lunga, anche se non senza difficoltà, ci si sarebbe arrivati.
E questa speranza, anche se con meno convinzione, è durata fino al 2004, fino a che l'Europa era a 14 (anzi a 15, visto che il Regno Unito era ancora dentro). Cominciava, con l'allargamento del 1995, a esserci meno omegeneità, ma le basi comuni erano ancora forti.
Con l'ampliamento affrettato a est del 2004 (e successivi), nonostante tutti i proclami, si è definitivamente detto addio a questa speranza.
Ampliamento troppo affrettato, troppo vasto e troppo snaturante. Troppe le differenze tra i membri a questo punto. E troppo tenute nascoste, o meglio sottovalutate, pur di allargarsi velocemente.
Nel 2004, di fatto, l'Europa ha rinunciato al sogno di una vera unità per limitarsi a essere una sorta di ONU continentale.
Ampliamento troppo affrettato, troppo vasto e troppo snaturante. Troppe le differenze tra i membri a questo punto. E troppo tenute nascoste, o meglio sottovalutate, pur di allargarsi velocemente.
Nel 2004, di fatto, l'Europa ha rinunciato al sogno di una vera unità per limitarsi a essere una sorta di ONU continentale.
Ergo, rispondendo a Lele: no, non riusciremo mai a fare gli Stati Uniti d'Europa.
Spero che la storia mi smentisca, ovviamente.
Saluti,
Mauro.
Innanzitutto grazie di avere affrontato il tema.
RispondiEliminaAnch'io spero che la storia ti smentisca.
In parte condivido il tuo punto di vista pessimistico, e andando oltre mi chiedevo se si riescono a identificare alcune delle principali cause che impediscono la realizzazione di questo progetto.
Purtroppo ho solo domande, che propongo a chi voglia intervenire, e poche certezze sulle relative risposte.
Credo che negli anni Cinquanta ci fosse molta spinta ideale e grandi speranze, anche se un ostacolo poteva essere la mancanza di uniformità linguistica. Perché tutto si è arenato?
Cosa ha impedito la creazione di un esercito comune? e/o di una politica estera comune? La grandeur francese? il possesso dell'atomica da parte francese e britannica?
In qualche modo le grandi potenze hanno influenzato le scelte?
Cosa impedisce la creazione di una fiscalità comune?
In qualche modo la Ue si è legata le mani da sola dandosi regole che rendono complicata una maggiore integrazione?
Anche a me l'allargamento del 2004 è sembrato troppo affrettato, anche se non credo che le maggiori difficoltà a completare il processo di integrazione vengano solo da quel lato.
Sarebbe fattibile un'integrazione modulare? un'Europa a più velocità?
Niente da ringraziare, anzi grazie a te per lo stimolo.
EliminaTante domande interessanti e importanti.
Solo su una ho una risposta basata su fatti e non su mie opinioni: cosa ha impedito la creazione di un esercito comune?
La risposta è semplice: la Francia.
Essendo la Francia ai tempi della CEE la potenza militare numero uno in Europa continentale (anche senza atomica lo sarebbe stata) essa voleva mantenere questo status e non passarlo a un'entità "superiore".
Per lo stesso motivo la Francia era nella struttura politica della NATO, ma non in quella militare.