Ultimamente ci sono state sentenze riguardanti i fatti di Genova 2001, il famigerato G8. Sia relative alle forze dell'ordine sia relative ai manifestanti.
Un articolo di oggi sul Post mi ha nuovamente ricordato quanta poca obiettività (da entrambe le parti) vi sia ancora oggi su quegli eventi.
Sarebbe finalmente il caso, dopo 11 anni, almeno di smettere di mettere sullo stesso piano la scuola Diaz con piazza Alimonda.
I ragazzi della Diaz sono state vittime. Carlo Giuliani no.
Alla Diaz le forze dell'ordine sono state carnefici. In piazza Alimonda no.
Che queste cose siano finalmente dette chiaramente.
Lo dico da genovese (anche se vivente dal '96 in Germania) che ha avuto
la ventura di poter parlare (privatamente) nei mesi successivi agli avvenimenti sia con
agenti di polizia presenti a Genova durante il G8 sia con ragazzi dei
centri sociali genovesi.
Entrambe le parti concordano su quanto da me scritto sopra su Diaz e Alimonda. Ma
entrambe le parti ammettono di non poter distinguere, di avere
"ordini" di fare di tutta l'erba un fascio.
E quindi l'autorità deve
difendere anche l'assalto alla Diaz e gli "antagonisti" devono difendere anche
Giuliani.
Ma io non sono né agente di pubblica sicurezza, né antagonista. Quindi posso dire le cose come stanno, posso distinguere.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
E taccio su quello che penso del ruolo di Vittorio Agnoletto in quegli eventi. È meglio che ne taccia.
La distinzione era obbligatoria, visto che ormai Giuliani è diventato la povera vittima e le forze dell'ordine i carnefici.
RispondiEliminaIn una delle primissime interviste dopo la morte del figlio, sono stati proprio i genitori di Giuliani a definirlo criminale e a dire che lo avevano sbattuto fuori casa per quel motivo. E ora, i genitori affranti e disperati, sfruttano la vicenda a proprio favore. Come ho scritto in un social network, molto recentemente, io non ero in piazza Alimonda a tirare estintori ai Carabinieri e nessuno mi ha sparato. Per quanto mi dispiaccia per la vita persa, ha avuto solo quello che meritava.
Beh, mio zio conosceva bene i genitori di Giuliani (soprattutto il padre) e queste cose su Carlo Giuliani le riferì già prima del G8, quando Giuliani ebbe a che fare con la giustizia per altri motivi.
RispondiEliminaQuello che, al di là del giudizio sulla persona Carlo Giuliani, oggi nessuno più dice è che Giuliani NON era inserito in nessun centro sociale. Non faceva parte dei manifestanti o degli "antagonisti".
Era semplicemente uno che, ogni volta che c'era da fare casino, si metteva in mezzo.
Senza neanche chiedersi da parte satre o perché si faceva casino.
P.S.:
RispondiEliminaAnche a chi era in piazza Alimonda ma NON ha tirato estintori nessuno ha sparato.
Secondo me, una piccola parte, dei manifestanti violenti era lì proprio come Giuliani; ben contenti di poter distruggere solo per il gusto di farlo.
RispondiEliminaNon c'è dubbio.
RispondiEliminaquindi per la signora ... serena, un ragazzo merita la MORTE.
RispondiEliminaio penso, invece, che hanno cercato la vittima e chi meglio di un genovese straconosciuto per il SUO IMPEGNO SOCIALE?
La signora sarena scrive: "In una delle primissime interviste dopo la morte del figlio, sono stati proprio i genitori di Giuliani a definirlo criminale e a dire che lo avevano sbattuto fuori casa per quel motivo."
Produca il video.
Peccato che Giuliani non fosse per niente straconosciuto per l'impegno sociale.
RispondiEliminaPiangere la morte di un ragazzo è giusto ma cambiargli la biografia per farne un martire no.
Saluti,
Mauro.
Gentile signora Elisabetta (io conosco l'uso e l'importanza delle maiuscole, contrariamente a Lei) non siamo in tribunale e non devo produrre prove. Visto che ritengo la figura di Giuliani indegna della minima considerazione, non ho collezionato ogni singola intervista rilasciata dai genitori. Del resto se si prende la briga di leggere (e magari tentare di comprendere), quello che è stato scritto in questo stesso blog, non sono l'unica ad affermare che fosse un criminale. Neanche a me risulta fosse straconosciuto per il suo impegno sociale... Ma se a Lei risulta, producendo le prove che ha chiesto a me, sarò ben felice di chiederLe venia. Ancora: le consiglio di provare a comprendere il testo scritto: io, cito testualmente, ho detto: "Per quanto mi dispiaccia per la vita persa, ha avuto solo quello che meritava" il che non è esattamente uguale a dire che meritava la morte. Se da bravo e straconosciuto genovese impegnato nei centri sociali, avesse manifestato il suo dissenso in un modo pacifico e meno minaccioso, sicuramente sarebbe vivo. Ha deciso, in un momento di estrema tensione, di alzare sopra la testa un estintore e di avvicinarsi al mezzo dei Carabinieri. Cosa si aspettava? Un applauso? Una pacca sulla spalla? Ergo, ha avuto quel che si meritava.
RispondiEliminapiù che con agnoletto me la prenderei con casarini e la stupida "estetica" dello scontro. Agnoletto ha le sue colpe ma casarini ha reso perfetta la trappola. Più di tutto, però, è stata oscena la gestione dell'ordine pubblico che era fatta e studiata per generare disordini (oppure studiata da perfetti cretini). Tra l'altro, c'è un dettaglio "buffo" che mi fece notare un amico più anziano e molto attivo negli anni '70: tutti i mezzi di polizia e carabinieri erano senza le reti di protezione. C'erano negli anni prima e sono ricomparse negli anni dopo. La maggior parte di quelli che c'erano le "avrebbero prese" per convinzione come a Manin o per "incapacità" di reagire. C'erano molte ragioni in quella protesta.
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