martedì 29 marzo 2011

Che radiazione?

Qualche giorno fa scrissi sulla possibile confusione tra le varie unità di misura usate nel fornire notizie su quello che sta succedendo in Giappone (Equivalente a cosa?). E citai diversi tipi di radiazione (gamma, beta, alfa, ecc.), in quanto non solo la quantità di radiazioni che prendiamo porta effetti, ma - a parità di radiazione totale - quali effetti subiamo dipende anche dal tipo di radiazione che becchiamo.

Ora non è facile capire in base ai dati che ci arrivano quale tipo di radiazione colpisca prevalentemente nei vari luoghi (cioè, sappiano benissimo quali tipi di radiazioni si sprigionano dal nocciolo del reattore, dal combustibile radioattivo, ma questo vale all'interno del reattore, al di fuori tutto cambia; cosa arriva - per esempio a Tokyo - non è chiaro, è chiara solo la quantità totale di radiazione). Le tabelle - ufficiali e no - riportano generalmente i dati in sievert/ora. Ma alcune sono anche state diffuse in gray/ora.

Come avevo scritto il gray rappresenta la dose assoluta e il sievert quella equivalente (per i dettagli vedasi l'articolo indicato sopra) e w il rapporto tra dose equivalente e dose assoluta (w=H/A, dove H è la dose equivalente e A quella assoluta) ed è tipico di ogni radiazione.

Per esempio:
raggi X, gamma e beta: w=1
raggi alfa: w=20
neutroni: w compreso tra 3 e 11 (dipende dall'energia dei neutroni)

Più alto è w più è pericolosa la radiazione.

Quindi possiamo fare un esercizio. E qualcuno, noto nel mondo dei blogs come Ula-Ula man, lo ha fatto.
Ha preso i dati del periodo compreso tra il 15 e il 28 marzo per la città di Tokyo (disponibili sia in sievert/ora che in gray/ora) e ne ha fatto il rapporto in maniera da ottere il w medio quotidiano per il periodo e la città in questione.

I risultati sono i seguenti:


(L'autore ha concesso l'uso del grafico sotto licenza Creative Commons).

Cosa ci dice questo grafico?

Principalmente tre cose (ribadisco che la dose totale riversatasi su Tokyo non ha giustamente mai creato particolari preoccupazioni né allarmismi, nonostante notizie inventate o esagerate pubblicate da alcuni media occidentali):

1) Le pericolose radiazioni alfa, se mai sono arrivate a Tokyo, sono arrivate in quantità assolutamente trascurabile;
2) La parte del leone la fanno radiazioni come X, beta, gamma, fotoni, cioè lo spettro cosmico e naturale cui siamo quotidianamente sottoposti;
3) Sono DI SICURO presenti neutroni che NON dovrebbero esserci, in quantità statisticamente assolutamente non trascurabili, ma sanitariamente non pericolose.

E se può stare tranquilla Tokyo, figuriamoci Genova o Colonia.

Saluti,

Mauro.


sabato 26 marzo 2011

Spiegatemi una cosa...

Io sono nato e cresciuto a Genova.
Ho sempre amato alla follia la mia città e il suo dialetto (che purtroppo non ho mai parlato troppo bene, essendo le mie radici familiari a Venezia e non a Genova, quindi il mio genovese è un po' inquinato, per così dire).

Però... finché vivevo a Genova, la mia città e il mio dialetto erano sì estremamente importanti per me... ma non avrei fatto follie per loro.

15 anni fa, per vari motivi mi sono trasferito in Germania... e da allora per la mia città e per il mio dialetto, per difenderli, sarei anche disposto a uccidere... spiegatemi perché, per favore.

Saluti,

Mauro.

venerdì 25 marzo 2011

Scienza terremotata

No, non sto parlando dei casini combinati dalla Gelmini nell'università e nella ricerca italiane.

Sto parlando veramente del Giappone (anche se la Gelmini in Italia ha fatto danni paragonabili a quelli del terremoto/tsunami in Giappone).
Il Giappone (anche se a livello complessivo talvolta sopravvalutato) ha alcuni centri di ricerca scientifica (universitari e non) tra i più importanti del mondo. Chi sta lontano dal Giappone purtroppo - almeno a livello scientifico - associa il Giappone a Tokyo. Quindi visto che a Tokyo non è successo niente, a parte un po' di tremarella, tutto bene. Almeno per ricerca e università.

Col cavolo tutto bene.

Nella zona maggiormente colpita c'erano istituti di prim'ordine: l'università di Tohoku, il Japan Proton Accelerator Research Complex, il KEK a Tsukuba e altri.
Questi sono stati in parte distrutti (come buona parte dei laboratori di Tohoku) o comunque danneggiati e destinati a fermate molto lunghe.
Più lunghe probabilmente di quelle che subiranno le industrie giapponesi.
E, pur essendo alla fine danni più gravi anche economicamente (l'industria garantisce i guadagni di oggi, la ricerca garantisce quelli di domani e dopodomani), non leggo praticamente nessuno che ne scriva. Né in Italia né all'estero.
Mentre le fabbriche fermate (talvolta solo per precauzione) della Sony, della Toyota, della Panasonic, ecc. ottengono attenzione inferiore solo alla centrale nucleare di Fukushima (e questa ottiene tanta attenzione solo perché in Italia siamo vicini a un referendum sul nucleare e in altri paesi si sta discutendo sul tema, quindi bisogna indottrinare l'elettore).

Cercando, cercando, ho trovato solo un articolo al riguardo. Pubblicato da una rivista scientifica non certo letta dal cittadino medio purtroppo: Nature.
L'articolo? Eccolo: Quake shakes Japan's science.

Saluti,

Mauro.

Un eroe morto... o quasi... o no?

Chi segue la stampa e la TV italiane avrà sentito - collegato alla situazione del reattore di Fukushima - nominare l'operaio eroe Futoshi Toba.

Veramente un eroe, in quanto lui - 59enne ormai a un passo dalla pensione - si è offerto volontario per entrare nel reattore a cercare di limitare i danni e di preservare dalla morte radioattiva i suoi colleghi più giovani con una vita davanti.
Ne hanno parlato la Repubblica (Il condannato di Fukushima), il Fatto Quotidiano (Fra nucleare e grandi opere che differenza c’è?), è rimbalzato su non so quanti blogs e siti vari, fino ad arrivare a Che Tempo che Fa (nella rassegna stampa di Gramellini).

Un grande eroe, apparantemente ormai morente, se non già morto, in un ospedale di Tokyo.
E che insegnamento le sue parole!

Peccato che qualcosa non quadri, che qualcosa puzzi.

Due cose subito mi sono sembrate strane.
1) Un danno del genere può essere solo riparato (o limitato) da un team, non da una persona sola;
2) Una veloce ricerca su Google presentava solo pagine italiane.

E allora... e allora, ho voluto vederci chiaro, ho voluto capire perché la censura mondiale negava a quest'eroe i meritati onori.
Ho cercato sulle pagine tedesche. Su quelle francesi. Su quelle inglesi, spagnole, olandesi. Non su quelle originali giapponesi, visto che non conosco il giapponese. Se qualcuno volesse farlo per me avrà la mia imperitura riconoscenza :-)

E ho scoperto che Futoshi Toba esiste. Ed è veramente un eroe. Ma sta benissimo, è vivo e vegeto (anche se tristissimo, capirete poi perché), non ha beccato più radiazioni di qualsiasi altro giapponese e la stampa internazionale ha riconosciuto i suoi meriti.

E allora? Chi è? Cosa ha fatto?

Futoshi Toba è il sindaco di una cittadina dal nome impronunciabile (Rikuzentakata), completamente distrutta dallo tsunami, dove il numero dei sopravvissuti è inferiore a quello di morti e dispersi. È un eroe perché - pur avendo perso la moglie nella tragedia (ufficialmente dispersa) - ha anteposto il bene della collettività al suo lutto personale e si sta dando da fare per aiutare gli abitanti della cittadina, senza pensare a sé stesso.

E a lavorare dentro l'edificio del reattore quattro non c'è un eroe, ma una squadra di cinquanta operai/tecnici che entrano a rotazione, stando al massimo pochi minuti nella parte più contaminata. E i nomi dei cinquanta sono tenuti per ora segreti dall'azienda elettrica e dalle autorità (immaginatevi quanti giornalisti avvoltoi si piomberebbero sui loro parenti se i nomi venissero fuori, in questo caso la "censura" è sacrosanta).

Un bel debunking di questa storia lo trovate sul blog Freddy Nietzsche.

Tra i tanti articoli dedicati al vero Futoshi Toba, ve ne cito - a titolo di esempio - uno del New York Times: Japanese Town Holds On to Hope.
Se non vi piace il NYT, potete trovare un sacco di altro materiale andando su Google (qualsiasi Google, tranne Google.it, beninteso).

Saluti,

Mauro.

mercoledì 23 marzo 2011

Cinema spazzatura

Dopo tanti film spazzatura (da Hollywood e non solo) un film sulla spazzatura e su chi vive nella spazzatura: Waste Land. Assolutamente da vedere.

In Germania l'arrivo è previsto per fine maggio. In Italia - che strano - per ora non sembra previsto.

Saluti,

Mauro.

martedì 22 marzo 2011

Ambasciator non porta pena

E proprio perché non porta pena alla stampa e alla TV non piace.

Mattia Butta, italiano che vive in Giappone, ha pubblicato sul suo blog alcuni comunicati dell'Ambasciata Italiana in Giappone (qui il sito se volete vedere i comunicati originali). Comunicati molto meno drammatici e molto più informativi di quanto riportano i media (non solo italiani).
Per questo probabilmente i giornalisti non li usano come fonte di informazione.

Saluti,

Mauro.

lunedì 21 marzo 2011

La nostra radiazione quotidiana

Fukushima o non Fukushima, noi in realtà non sappiamo che quotidianamente veniamo irraggiati (da madre terra... che a saperlo quindi i verdi definirebbero matrigna, non più madre) e che esistono fonti radioattive più potenti delle centrali nucleari (come le centrali a carbone... che, guarda caso, nei paesi che stanno rinunciando al nucleare lo sostituiscono per prime... altro che petrolio o rinnovabili).

Appena ho il tempo scriverò qualcosa di concreto al proposito, per ora vi propongo solo questa interessantissima tabella:


Saluti,

Mauro.

domenica 20 marzo 2011

Presentiamo il conto per il Nobel

Il problema è che non so se andrebbe presentato a Obama a Washington o al comitato del Nobel a Oslo (dove viene assegnato il Nobel per la pace). O forse a entrambi gli indirizzi.

Già nell'ottobre del 2009 contestai il Nobel a Obama, ritenendolo per così dire un Nobel preventivo, assegnato nella speranza di quello che avrebbe fatto dopo, non grazie a quanto fatto prima. Cioè un Nobel assolutamente insensato e immeritato.

Comunque proviamo a vedere cosa ha fatto Obama dopo il Nobel per dimostrare di averlo meritato.

Guantanamo
La prigione di Guantanamo doveva essere chiusa entro gennaio 2010 e gli internati o liberati, se non c'erano accuse concrete nei loro confronti, o trasferiti in carceri legalmente accettabili, in presenza di accuse concrete. Guantanamo è ancora lì e i pochi liberati sono di fatto in libertà vigilata. E non si parla più di chiusura.

Iraq
Le truppe USA in Iraq dovevano essere ritirate totalmente in quanto l'Iraq era pacificato. L'Iraq è più incasinato e violento che mai e molte truppe USA (non tutte, questo è vero) sono ancora sul posto. Solo che ora si chiamano "consulenti militari" e non più "truppe d'occupazione".

Afghanistan
Obama aveva premesso che lì le truppe sarebbero rimaste a lungo, ma aveva anche detto che sarebbe sempre più aumentato l'impegno civile e che le truppe in fondo avrebbero lavorato da "guardie del corpo" per i civili impegnati a ricostruire il paese. L'attività militare aumenta di giorno in giorno e di impegno civile si vedono solo tante parole e niente fatti.

Libia
Con l'inizio delle rivolte Obama (e non solo lui, ma anche i nostri caporioni europei) aveva avuto un'occasione più unica che rara: sostenere politicamente e logisticamente un popolo che si stava riprendendo in mano il proprio paese sottraendolo a un dittatore. Invece li ha lasciati a sé stessi, dando il tempo a Gheddafi di reagire e mettendo sé stesso e l'Europa davanti alla scelta se far massacrare i rivoltosi o intervenire militarmente.

Questo solo per citare le cose più evidenti (potremmo per esempio aggiungerci il discorso del Cairo, con parole sì bellissime ma in buona parte dedicato amichevolmente a Mubarak, come se questi fosse un garante di democrazia...).

Insomma, se Obama avesse un minimo di onestà intellettuale e di amor proprio, ora salirebbe su un aereo, andrebbe a Oslo e restituirebbe il Nobel scusandosi per esserselo tenuto abusivamente per un anno e mezzo.

Ma non lo farà.

Saluti,

Mauro.

sabato 19 marzo 2011

Grande credibilità

In Libia sta succedendo un casino. L'ONU ha deciso di autorizzare un intervento militare. L'Italia collaborerà (in quale forma è da vedere, ma comunque fa parte della coalizione anti-Gheddafi).

Sul forum del sito forzasilvio.it (no, il link non ve lo metto, se proprio vi interessa certa roba ve la andate a cercare da soli) i fedelissimi di Berlusconi si lamentano del "voltafaccia" italiano con argomentazioni tipo:

"Dove andrà a finire la nostra credibilità internazionale, se dopo aver sottoscritto trattati di amicizia e patti economici con la Libia, adesso andiamo ad intrometterci in quelle che non potrebbero essere altro che lotte tribali per la conquista del potere?"

Credibilità internazionale? Ho letto bene? Quale credibilità? Io all'estero ci vivo, so benissimo quale "credibilità" ha oggi l'Italia... non diciamo belinate.

E poi... lotte tribali... beh, questo chiarisce il livello di educazione sia democratica che storico-geografica di chi frequenta certi forum.
Allora forse sono solo lotte tribali anche in Tunisia, Egitto, Yemen, Bahrein, ecc., ecc. Quindi freghiamocene.

Saluti,

Mauro.

Repubblica socialista sovietica del Giappone

Al di là di ogni discorso sulla gravità della situazione, una cosa mi ha stupito del Giappone: la reazione ufficiale iniziale a quanto accadeva a Fukushima.

Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie. Sembrava di essere tornati a Chernobyl e all'URSS, ma non in senso radioattivo, bensì in senso politico.
Va bene (fino a un certo punto) cercare di tranquillizzare e magari minimizzare per evitare panico e reazioni inconsulte nella popolazione... ma all'inizio il Giappone sembrava negare, nascondere, non minimizzare.

Eppure il Cremlino sta da un'altra parte.

Saluti,

Mauro.

venerdì 18 marzo 2011

Equivalente a cosa?

Mi sembra giusto a questo punto, fare un po' di chiarezza sulle unità di misura, al di là della situazione contingente a Fukushima.
La stampa usa spesso le unità di misura un po' a vanvera... e quando le usa bene raramente spiega cosa significhino.

E l'errore di non spiegarlo lo ho fatto anch'io. Ho parlato dei vari livelli di radiazione usando micro- e millisievert. Ma non ho detto cosa significa 1 sievert.
E non credo tutti lo sappiano...

Il sievert (Sv) è l'unità di dose equivalente.

Questa parolina, "equivalente", è la parolina importante qui.

Quando uno di noi riceve radiazioni (e sappiate che tutti ne riceviamo costantemente, anche senza farci radiografie o avere a che fare con nubi radioattive, in quanto c'è anche una radiazione naturale della Terra,
presente - con diversi livelli - in ogni angolo del globo) verrebbe spontaneo pensare che sarebbe il caso di parlare di dose assorbita dal corpo (e si può anche fare, ma in questo caso l'unità usata sarà il gray - Gy), la dose assorbita indica la quantità di energia che si deposita in una data massa (1 gray = 1 joule/kilogrammo).

Ma c'è un problema: le radiazioni possono essere di vario tipo - gamma, alfa, beta, e-m, ecc. - e i vari tipi interagiscono diversamente con i vari materiali e in particolare con i tessuti del corpo umano.
Per esempio se io mi becco una quantita tot di energia che però si ferma sulla pelle avrò conseguenze ben diverse che se la stessa energia mi penetra in profondità.
Quindi la dose assorbita ci dice poco sulla pericolosità della situazione e sulle possibili conseguenze.

E allora si usa la dose equivalente. La dose equivalente indica gli effetti (e quindi i possibili danni) provocati dalle radiazioni sui tessuti organici.
La dose equivalente si calcola "scomponendo" la dose assorbita nei contributi dei vari tipi di radiazione, moltiplicando ciascuno di essi per un parametro fisso, e infine risommandoli.

Per essere più chiaro, faccio un esempio.
Mi trovo ad assorbire 3 Gy di radiazione, 2 Gy da raggi gamma e 1 Gy da raggi alfa. Il parametro per i raggi gamma (relativamente inoffensivi) è 1, mentre quello per i raggi alfa (decisamente più cattivelli) è 20.
Quindi: i primi 2 Gy, dato il fattore 1, diventano 2 Sv, l'ultimo Gy, dato il fattore 20, diventa 20 Sv.
La dose equivalente che mi sono beccato è quindi 2+20=22 Sv.

In tutte le spiegazioni da Fukushima però noi vediamo non Sv, bensì Sv/h.

Questo è dovuto al fatto che la dose si accumula nel corpo, quindi non posso dire facilmente come nell'esempio sopra (che appunto era solo un esempio per spiegare la differenza tra dose assorbita ed equivalente) che ho beccato 22 Sv.
Ciò potrei dirlo solo se la radiazione fosse costante e io fossi esposto per un ben preciso periodo di tempo (per esempio 4 ore a un'emissione costante di 5,5 Sv/h).
In situazioni come quella di Fukushima (ma anche in situazioni più semplici, come sedute di radioterapia oppure attività di ricerca nucleare), con l'intensità della radiazione che cambia nel tempo e nello spazio, a livello generale si può solo indicare la variazione nel tempo della cosa. E poi calcolare quanto ciascuna persona si è beccata singolarmente, almeno per le persone di cui si hanno sufficienti dati a disposizione.

Credo di avervi annoiato abbastanza :-)

Saluti,

Mauro.

giovedì 17 marzo 2011

Chernobyl, Chernobyl!

In molti stanno paragonando Fukushima con Chernobyl. E si chiedono se c'è il rischio che sia peggio di Chernobyl.
Domande ipocrite (e politicamente non disinteressate). Per saperlo basta guardare i freddi numeri.

Sono andato a cercare i dati.

Il livello di radiazione a Fukushima poco dopo l'esplosione è arrivato fino a 400 milliSievert/ora. Lunedì mattina il livello era già sceso a 20 microSievert/ora.

A Chernobyl, immediatamente dopo l'esplosione si sono misurati nelle vicinanze del nocciolo 300 Sievert/ora e nell'area dell'unità colpita (e questo è il dato da paragonare ai 400 mSv/h di cui sopra) 10-15 Sievert/ora, cioè almeno 25 volte tanto.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Il Sievert è l'unità di misura della dose equivalente di radiazione.

mercoledì 16 marzo 2011

Sono fusi

In questi giorni, a causa di quello che sta succedendo alla centrale nucleare di Fukushima, tutti i giornali cercano di fornire resoconti "scientifici" degli eventi e delle possibili cause e conseguenze.

Una delle notizie più gettonate è che il nocciolo (cioè il cuore radioattivo) della centrale abbia cominciato a fondersi.
Premettiamo: è molto probabile (oserei dire al 99,9%) che sià così, però per ora l'affermazione è frutto di stime e calcoli, non di osservazione o misurazione diretta.

Il problema è che molti articoli (oserei dire quasi tutti) sia in Italia che in Germania (i due paesi di cui seguo quotidiamente l'informazione) danno la notizia in maniera tale da portare la gente a pensare che nel cuore della centrale di Fukushima si sia innescata una reazione di fusione nucleare.

Assolutamente no. Non è cominciata nessuna fusione nucleare. Né comincerà mai.

La fusione nucleare è fattibile (per limitazioni fisiche ed energetiche) solo con atomi leggeri (l'elemento più pesante finora usato nelle ricerche è il Boro, di peso atomico 10,811 amu, generalmente arrotondato a 11).
La fusione nucleare avviene nel cuore delle stelle e l'uomo finora la ha riprodotta concretamente solo nella bomba all'idrogeno, mentre a livello civile sono in corso le ricerche per poterla usare come fonte di energia (vedasi progetto ITER).

La centrale di Fukushima, come ogni altra centrale al mondo, è una centrale a fissione, cioè lavora con la "rottura" degli atomi e non facendoli fondere. Per questo usa (come le bombe atomiche "classiche") elementi pesanti (come l'uranio, peso atomico 238 nella versione più abbondante, 235 l'isotopo usato nelle centrali, o il plutonio, peso atomico rispettivamente 244 e 239, quindi come vedete 23-24 volte più pesanti dell'elemento più pesante usato per la fusione).

Quindi, dimenticatevi la fusione nucleare.

La fusione di cui si parla è la cosiddetta fusione del nocciolo.
A causa delle altissime temperature raggiunte dal materiale radioattivo dovute al fallimento del sistema di raffreddamento è cominciata una "normalissima" fusione dei materiali che compongono l'involucro del nocciolo, le barre di moderazione ed eventualmente il combustibile stesso.
La stessa fusione - come principio - che vedete nelle acciaierie quando negli altiforni viene fuso il metallo, per esempio.

Il problema in questo caso è quali materiali si fondono: materiali naturalmente radioattivi e materiali naturalmente non radioattivi ma contaminati.
Cosa comporta ciò? Questi materiali ormai fluidi (almeno in parte, e qui è la parte fluida il grosso problema, non quella rimasta solida, sperabilmente maggioritaria) colano nel terreno (più propriamente, percolano) e nelle acque circostanti contaminandole a loro volta.
Il terreno diventa radioattivo (chiaramente in misura molto minore rispetto ai materiali contaminanti di partenza, ma comunque al di sopra di ogni livello di sicurezza) e contamina a sua volta le piante e gli animali che le mangiano e l'acqua pure provocando contaminazione dei pesci.
Quale estensione geografica e quale livello di radioattività può raggiungere questa contaminazione è difficile da stabilire a tavolino, visti i tanti fattori in gioco. La situazione andrà monitorata nel corso del tempo.

Cinicamente possiamo comunque dire che nella sfortuna ci sono state due piccole fortune:

1) La contaminazione del terreno sta avvenendo su un'isola, quindi per quanto si diffonda incontrerà limiti geografici oltre cui non può andare;
2) La contaminazione dell'acqua, quando arriverà al mare, arriverà nel più grande mare del mondo (l'oceano Pacifico) e quindi si diluirà molto di più e il livello di contaminazione diminuirà più velocemente di quanto succederebbe, per esempio, nel mar Mediterraneo o in quello dei Caraibi.

Saluti,

Mauro.

martedì 15 marzo 2011

Unità d'Italia e blog

Più di dieci anni fa, come spontanea risposta alla domanda di un'amica tedesca che chiedeva cosa fosse l'Italia, scrissi un testo - certo più poetico che giornalistico - poi pubblicato nel 2000 da una rivista di Amburgo e nel 2006 da me stesso in un blog che ormai non curo più.

Il titolo era: Che cos'è l'Italia?

Ora ho scoperto che è diventato da qualche tempo un testo molto letto sul web, grazie ai 150 anni dell'Unità d'Italia, in quanto chi cerca su Google combinazioni di parole tipo "Che cos'è l'Italia" o simili se lo ritrova al primo posto nella lista dei collegamenti segnalati...

Guarda un po' se dovevo aspettare il compleanno dell'Italia per diventare un blogger molto letto :-)))

Comunque, per chi non volesse fare la fatica di cliccare sul link sopra proposto, qui il testo in questione:

Che cos'è l'Italia?
L'Italia? L’Italia è un luogo dell’anima.
È tutto e il contrario di tutto. È quello che gli italiani cercano di dimenticare, ma appena ci riescono, tornano a cercare. È il paradiso mascherato da inferno. È Europa e Africa, Asia e America. È quello che non riusciamo a definire, ma conosciamo benissimo. È quello che ci portiamo dentro quando siamo in giro per il mondo. È il paese che non sa farsi pubblicità. È il cuore staccato dal cervello, ma è anche un cervello che fa girare il mondo. È mare che si arrampica per i monti e monti che si tuffano in mare. È caldo e freddo. È la modernità antica e la memoria del domani. È volontà di fare ciò che non si sa fare e noia di fare ciò che si sa fare. È solitudine rumorosa, compagnia silenziosa. È proprietà di tutti e di nessuno. È una santa che si prostituisce oppure una prostituta che aspira alla santità. È ciò che si dovrebbe inventare se non ci fosse. È ciò che spesso si vorrebbe cancellare, ma poi cosa mettiamo al suo posto? È razionalità sposata alla superstizione. È malinconica allegria. È paura del futuro e del passato. È voglia di fuga dal presente.
L’Italia è... e forse non serve dire altro. 

Saluti,

Mauro.

lunedì 14 marzo 2011

Le tasse sono una cosa bellissima

Mi permetto di rubare all'amico Layos:

Senza le tasse ci sarebbero dei bambini di famiglie meno abbienti che, non potendosi permettere una buona istruzione, sarebbero costretti a restare nel censo sociale da cui provengono, sorpassati senza merito da chi invece essendo figlio di persone benestanti può permettersi l’istruzione.Senza le tasse ci sarebbero persone che possono avere le migliori cure, pagare una assicurazione sanitaria ed ottenere sempre il meglio per se e la propria famiglia, mentre ci sarebbero altre persone costrette a cure di serie B o addirittura a nessuna cura. A farmaci meno efficaci, eccetera.Senza le tasse quando una fabbrica va in crisi i suoi lavoratori, anzichè essere sostenuti dalla collettività con forme di ammortizzazione sociale del loro disagio lavorativo, diventerebbero dei disoccupati e, con ogni probabilità, degli indigenti.Senza le tasse alcune delle più importanti tradizioni culturali e agroalimentari che caratterizzano una nazione nel Mondo, alcune specificità tipiche di un territorio, che sono una ricchezza inestimabile ma propbabilmente poco remunerativa, sparirebbero per sempre.Senza le tasse il patrimonio culturale, storico e archeologico diventerebbe cibo per le termiti.Senza le tasse non ci sarebbero musei, biblioteche e pinacoteche, salvo le pochissime che si possono mantenere con i biglietti d’ingresso.Senza le tasse per muoversi sul territorio con dei mezzi di trasporto ci vorrebbero cifre assai più ingenti di quelle attuali, fare il pendolare diventerebbe un lusso, muoversi per la città o fra città con dei mezzi, sarebbe costosissimo.Senza le tasse l’acqua potabile che arriva nelle case di ciascuno di noi costerebbe 4 o 5 volte tanto.Senza le tasse una persona indigente che non potesse pagare acqua, luce e gas sarebbe costretta a rimanere senza.Senza le tasse una famiglia con tanti figli e reddito basso non saprebbe dove mandare i propri bambini ad essere accuditi.Senza le tasse le famiglie che già hanno l’onere e il dolore di dover accudire un proprio familiare con delle gravi disabilità non avrebbero alcun sostegno e sarebbero costrette ad arrangiarsi.Senza le tasse le persone che abitano in qualche isoletta o su qualche eremo per mantenersi in contatto con il resto della società si dovrebbero arrangiare.Senza le tasse alcune specie animali e vegetali che vengono tutelate dalla collettività sarebbero estinte.Senza le tasse in caso di disastro naturale o umano, ogni persona colpita potrebbe far affidamento solo sull’altrui solidarietà.

Senza le tasse, in pratica, vivremmo in un mondo che fa schifo.Quindi aveva ragione chi disse: “le tasse sono una cosa bellissima”.

Saluti,

Mauro.

domenica 13 marzo 2011

Gheddafi e l'Italia

Attenti, che Makkox potrebbe aver ragione.

Saluti,

Toro.

venerdì 11 marzo 2011

Terremoto nucleare

E ora, visto il terremoto in Giappone e la decisione (giusta) del paese di chiudere temporaneamente le centrali nucleari, aspettiamoci la solita inondazione di cazzate disinformative antinucleariste.

Del resto in Europa tutta è chi conosce il nucleare e ne sa parlare che viene censurato.
Chi non lo conosce ma aspetta eventi come quello odierno per sparare cazzate a raffica invece ha tutti i media (di sinistra o destra che siano) ai suoi piedi.

Spero comunque di sbagliarmi e di dovermi smentire. Ma...

Saluti,

Mauro.

martedì 8 marzo 2011

8 marzo

È la festa della donna.

Quest'anno è anche il martedì grasso.

In tutta sincerità, la cosa ha una sua logica ;-)

Saluti,

Mauro.

lunedì 7 marzo 2011

Carnevale

Oggi qui in Germania è il Rosenmontag (il "lunedì delle rose"), cioè il culmine dei festeggiamenti per il Carnevale (quello che per noi italiani è il martedì grasso, cioè domani).

E Colonia, insieme a Magonza, è la capitale tedesca del Carnevale.

Allora, controlliamo tutto:

- la batteria antiaerea sul balcone è pronta;
- le scale e il marciapiede davanti a casa sono minati;
- la mitragliatrice puntata dallo spioncino è carica;
- il filo spinato elettrificato sui davanzali è pronto.

Sì, ora il Carnevale può cominciare, io tanto sono al sicuro.

Saluti,

Mauro.

venerdì 4 marzo 2011

Ruby e le debuttanti

Negli ultimi giorni i giornali si sono riempiti di articoli sul fatto che un magnate austriaco abbia invitato Ruby al ballo delle debuttanti a Vienna. Nella maggioranza dei casi con commenti non positivi.

L'organizzatrice addirittura si è scandalizzata di tale invito (ma se è l'organizzatrice, non poteva dichiarare Ruby indesiderata e lasciarla fuori invece di scandalizzarsi e lasciarla entrare?).

Comunque, signori miei, il vero scandalo non è Ruby al ballo delle debuttanti (che poi viene chiamato così, ma in realtà è delle debuttanti e dei debuttanti, ed è all'interno del più vasto evento Opernball).

Il vero scandalo è che oggi, anno 2011 d.C., esista ancora una cosa come il ballo delle/dei debuttanti.

Saluti,

Mauro.

giovedì 3 marzo 2011

Servizi igienici

Che di igienico non hanno proprio nulla.

Nella foto qui sotto vedete lo stato (normale, non si tratta di un'eccezione, anzi forse sì... ma in positivo) di un cesso su un treno tedesco.


Quindi, cari italiani, smettetela ogni volta che si parla di treni e mezzi pubblici in generale di invidiarmi perché vivo in Germania.
Non c'è proprio nulla da invidiare. Almeno non in questo settore.

Saluti,

Mauro.


martedì 1 marzo 2011

Stati Uniti di Libia

Gheddafi è stato denunciato alla Corte Penale Internazionale (ICC), che quindi ora dovrà indagare sui fatti recenti occorsi in Libia.
Fin qua nulla di strano. Si può valutare politicamente la mossa come si vuole, ma da un punto di vista giudiziario/umanitario un'indagine seria è necessaria.

I problemi sono due, anzi uno e mezzo, visto che il primo probabilmente cadrà quando cadrà anche ufficialmente Gheddafi.

1) La Libia non aderì all'ICC quando questa venne creata, quindi ufficialmente non è sotto la sua giurisdizione. Ma è molto probabile che un qualsiasi governo post-Gheddafi aderisca e oltretutto indagine ed eventuale condanna sono comunque possibili, solo che in questo caso non c'è obbligo di consegna dei condannati da parte del paese non aderente. Quindi questo è un mezzo problema, nel senso che si tratta in fondo di formalismi.

2) Il paese che ha spinto di più (dopo Francia - per farsi perdonare il sostegno al tunisino Ben Alì - e Regno Unito) si chiama... Stati Uniti d'America. Detto così sembra normale: gli USA sono uno stato democratico, occidentale e con Obama cercano di correggere almeno alcune delle schifate fatte da Bush. Quindi perché sorprendersi?
C'è molto di cui sorprendersi invece. Gli USA sono uno dei pochi stati (insieme alla Libia, appunto) che non hanno mai aderito all'ICC con la scusa che i soldati statunitensi in giro per il mondo devono essere sempre e solo giudicati da tribunali statunitensi, qualsiasi crimine commettano.
Ora sono curioso di vedere come si comporteranno gli USA quando qualche loro militare - anche solo a nome proprio, senza ordini dall'alto - commetterà reati contro popolazioni di paesi come Afghanistan, Iraq o altro. Detti reati sono carico dell'ICC. A cui gli USA non aderiscono, ma a cui denunciano gli altri.

Vedremo. Sono proprio curioso.

E, sinceramente, da italiano mi verrebbe voglia di denunciare all'ICC i casi Cermis e Calipari.

Saluti,

Mauro.

Un'allegra compagnia

Regime o non regime, ormai all'estero lo associano ai vari dittatori cadenti o resistenti.

Guardate chi c'è in prima fila nella vignetta dello spagnolo Miguel Sánchez.

Saluti,

Mauro.