E la ha chiusa con una sconfitta contro un giocatore di seconda fascia.
Una fine, onestamente, senza onore. Ma non per la sconfitta in sé, del resto di fatto Nadal si era già ritirato da tempo. Senza però volerlo ammettere.
Il disonore non sta, come detto, nella sconfitta. Una sconfitta ci sta, soprattutto per uno che era già in realtà un ex tennista.
Il disonore sta nel perché Nadal quella partita la ha giocata.
Il disonore sta nel perché Nadal quella partita la ha giocata.
La ha giocata perché il suo ego è debordato e perché in Spagna, nel tennis, comandano lui e il suo clan. Non la federazione o il capitano della nazionale spagnola di Davis, cioè Ferrer.
La federazione e Ferrer obbediscono a Nadal.
La federazione e Ferrer obbediscono a Nadal.
Nadal aveva deciso che avrebbe chiuso la carriera con la Davis.
E anche se ci sono in Spagna (sia tra i convocati che tra quelli lasciati fuori) oggi giocatori decisamente più affidabili di Nadal, meglio allenati e più adatti alla superficie... lui ha deciso che doveva giocare quella partita.
E Ferrer e federazione si sono inchinati, pur sapendo che così la Spagna avrebbe perso contro una squadra inferiore (i Paesi Bassi). Come poi effettivamente è successo.
E anche se ci sono in Spagna (sia tra i convocati che tra quelli lasciati fuori) oggi giocatori decisamente più affidabili di Nadal, meglio allenati e più adatti alla superficie... lui ha deciso che doveva giocare quella partita.
E Ferrer e federazione si sono inchinati, pur sapendo che così la Spagna avrebbe perso contro una squadra inferiore (i Paesi Bassi). Come poi effettivamente è successo.
E lo hanno anche applaudito! Da bravi ignoranti col prosciutto sugli occhi!
Anche il pubblico si è piegato all'arroganza... alla precedenza data a un ego smisurato rispetto all'amore per il proprio paese e alla possibilità di vincere la coppa Davis.
Siamo onesti: un gesto da non lodare (anche se la stampa lo fa) e un finale di carriera ignominioso (anche se gli apologeti in servizio permanente effettivo rigireranno la frittata).
Anche il pubblico si è piegato all'arroganza... alla precedenza data a un ego smisurato rispetto all'amore per il proprio paese e alla possibilità di vincere la coppa Davis.
Siamo onesti: un gesto da non lodare (anche se la stampa lo fa) e un finale di carriera ignominioso (anche se gli apologeti in servizio permanente effettivo rigireranno la frittata).
Saluti,
Mauro.
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