Circa due settimane fa scrissi un articolo sulla giallistica tedesca contemporanea.
Oggi vorrei scrivere una piccola appendice a detto articolo.
Un autore degno di nota che colpevolmente non citai è Ferdinand von Schirach (sì, il cognome è giusto: è proprio il nipote di uno dei nazisti processati a Norimberga: Baldur von Schirach). Avvocato di professione, lo si può definire il rappresentante tedesco della letteratura legale, più che propriamente gialla. Nei suoi racconti e romanzi è essenziale risalire ai motivi, prima ancora che ai colpevoli.
I suoi primi libri (di racconti) sono tratti da suoi casi professionali mentre i successivi romanzi si liberano da questo legame.
Ci sono poi tre autori che sforano nel thriller e in parte addirittura nell'horror.
Il primo è Sebastian Fitzek, probabilmente anche quello di maggior successo di vendite (la critica si divide tra chi lo idolatra e chi lo distrugge).
I suoi thriller vengono definiti "psicothriller" e sotto un certo punto di vista possono ricordare i film di Dario Argento.
Il secondo (il mio preferito nel terzetto, evitate però i suoi due libri "vaticani") è Arno Strobel, stesso genere di Fitzek, ma un po' più soft, meno pericoloso per chi teme incubi notturni (meno pericoloso, non innocuo).
In particolare consiglio Der Trakt.
Il terzo, il meno chiaramente definibile dei tre come genere, è Veit Etzold. Anche lui può ricordare un po' il cinema di Dario Argento ma accompagnato alle atmosfere dello scrittore francese Jean-Christophe Grangé, pur con storie che si svolgono in abienti molto diversi.
E vorrei qui chiudere con un bonus, cioè un autore non tedesco, cioè lo scozzese Craig Russell (che scrive logicamente in inglese).
Russell è famoso per due personaggi: Lennox, che si muove tra i crimini di Glasgow, e (ed è per questo che lo cito qui) Jan Fabel, commissario che indaga ad Amburgo e le cui indagini hanno spesso a che fare con temi storici e mitologici (non per niente il personaggio ha studiato storia prima di entrare in polizia).
Particolarmente degno di nota The Valkyrie Song, ma tutta la sua produzione è decisamente consigliabile.
Saluti,
Mauro.
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