La domanda è giustificata oggi dall'ascesa della AfD in Germania.
C'è chi lo definisce neonazista (o neofascista) e c'è chi sostiene che i suoi atteggiamenti sono populisti e non neonazisti, come ha fatto Ricolfi sul Messaggero.
Nella sua analisi Ricolfi dice tante cose interessanti, alcune delle quali anche estremamente condivisibili.
Però sul punto in questione Ricolfi sbaglia completamente: AfD è neonazista (e Ricolfi non sembra sapere bene cosa siano populismo e neonazismo).
Perché Ricolfi sbaglia? Probabilmente perché si accontenta di studiare le cose a tavolino, dall'Italia, quindi vede solo le piazzate mediatiche di AfD e non il comportamento quotidiano dello stesso partito.
Ma soprattutto perché Ricolfi si rifà all'AfD del 2013, di quando è stata fondata come partito, e non tiene conto dell'evoluzione del partito in questi quattro anni: evoluzione che lo ha portato sempre più a destra (ed era già di destra molto decisa alla nascita).
Va detto chiaramente che un partito può nascere non neonazista ma diventarlo nel tempo, pur mantenendo stesso nome e stesso statuto (salvo poi quest'ultimo rispettarlo solo di facciata).
Ed è questo che è successo all'AfD (e che Ricolfi non dice, non so se perché lo ignora o perché lo vuole ignorare).
Se a me quattro anni fa aveste chiesto cos'era l'AfD io vi avrei risposto che era un partito populista di destra.
Se me lo chiedete oggi vi rispondo che è un partito populista neonazista.
Ed entrambe le risposte sarebbero corrette: quattro anni fa l'AfD veniva votato anche da neonazisti ma non era neonazista, oggi lo è. Senza se e senza ma.
Lo è perché ha tutte le caratteristiche del neonazismo: populismo, razzismo, isolazionismo, nazionalismo, legittimazione della violenza, rifiuto del confronto di idee.
E lo è indipendentemente da nome e statuto.
Rispondendo alla domanda del titolo: un partito è neonazista quando i suoi contenuti e i suoi atti diventano neonazisti, anche se non lo era alla nascita e non lo è nel nome.
L'altro punto che Ricolfi non capisce bene è la differenza tra populismo e neonazismo o estrema destra.
Secondo Ricolfi sono cose diverse.
No, anche qui Ricolfi sbaglia: il neonazismo e l'estrema destra attuale in genere non sono diverse dal populismo, sono un sottoinsieme del populismo.
Esistono partiti che sono populisti ma non neonazisti (e infatti il populismo può anche essere di centro o di sinistra, non solo di destra).
Ma non esistono - non possono esistere - partiti neonazisti che non siano populisti.
Saluti,
Mauro.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
mercoledì 27 settembre 2017
lunedì 25 settembre 2017
Chi ha vinto ieri
Di sicuro non io, visto che qui ho ceffato i miei pronostici sulle elezioni tedesche di ieri.
Io previdi quanto segue:
- CDU/CSU: 35-37%;
- SPD: 23-25%;
- AfD: 6-8%;
- FDP: 11-13%;
- Die Linke: 10-12%;
- Grünen: 5-7%.
Questo invece è successo (risultato non ancora ufficializzato dall'ufficio elettorale centrale):
- CDU/CSU: 33%;
- SPD: 20,5%;
- AfD: 12,6%;
- FDP: 10,7%;
- Die Linke: 9,2%;
- Grünen: 8,9%.
Perché ho valutato male? Provo ad azzardare delle spiegazioni:
- CDU/CSU: Io (ma anche i sondaggisti "veri") ho sopravvalutato l'inerzia dei tedeschi... mamma Merkel ha perso più del previsto;
- SPD: La crisi dei socialdemocratici era chiara a tutti - me compreso - ed è nata con le riforme di destra di Schröder di fine anni '90, ma io credevo che Schulz fosse un freno un po' migliore alla caduta;
- AfD: Anche qui ho sopravvalutato la paura di cambiare dei tedeschi, la loro inerzia... e di brutto (e ho sottovaluto l'influenza della Bild, ormai di fatto organo semiufficiale dell'AfD);
- FDP: Mi aspettavo qualcosina di più ma qui sostanzialmente ci ho beccato;
- Die Linke: I postcomunisti non sono andati male, anzi, ma non sono riusciti a fregare ai verdi i voti che pensavo (forse ha anche influito il fatto che sono il partito più odiato dalla Bild);
- Grünen: Qui è il mistero più assoluto, non riesco a spiegarmi il discreto risultato dei verdi, partito che negli ultimi tempi ha perso sia identità che visibilità.
E ora cosa succede? Chi governerà?
Dato che Schulz ha dichiarato che ora la SPD guiderà l'opposizione, coi numeri di cui sopra rimane una sola possibilità: Giamaica.
No, non governeranno reggae, canne e velocisti, questo no... ma governeranno neri, gialli e verdi (appunto i colori della bandiera della Giamaica), cioè democristiani (CDU/CSU, in Germania i "neri"), liberali (FDP, in Germania i "gialli") e verdi (Grünen... non credo serva spiegare il colore).
Ma dato che liberali e verdi sono (a parole) incompatibili quasi su tutto... dubito che la legislatura arriverà fino alla fine (cioè fino al 2021).
Prevedo elezioni anticipate.
Saluti,
Mauro.
P.S.: O forse, come ha insinuato Shevatas, ho sbagliato previsioni per colpa della cultura patriarcale :-)
Io previdi quanto segue:
- CDU/CSU: 35-37%;
- SPD: 23-25%;
- AfD: 6-8%;
- FDP: 11-13%;
- Die Linke: 10-12%;
- Grünen: 5-7%.
Questo invece è successo (risultato non ancora ufficializzato dall'ufficio elettorale centrale):
- CDU/CSU: 33%;
- SPD: 20,5%;
- AfD: 12,6%;
- FDP: 10,7%;
- Die Linke: 9,2%;
- Grünen: 8,9%.
Perché ho valutato male? Provo ad azzardare delle spiegazioni:
- CDU/CSU: Io (ma anche i sondaggisti "veri") ho sopravvalutato l'inerzia dei tedeschi... mamma Merkel ha perso più del previsto;
- SPD: La crisi dei socialdemocratici era chiara a tutti - me compreso - ed è nata con le riforme di destra di Schröder di fine anni '90, ma io credevo che Schulz fosse un freno un po' migliore alla caduta;
- AfD: Anche qui ho sopravvalutato la paura di cambiare dei tedeschi, la loro inerzia... e di brutto (e ho sottovaluto l'influenza della Bild, ormai di fatto organo semiufficiale dell'AfD);
- FDP: Mi aspettavo qualcosina di più ma qui sostanzialmente ci ho beccato;
- Die Linke: I postcomunisti non sono andati male, anzi, ma non sono riusciti a fregare ai verdi i voti che pensavo (forse ha anche influito il fatto che sono il partito più odiato dalla Bild);
- Grünen: Qui è il mistero più assoluto, non riesco a spiegarmi il discreto risultato dei verdi, partito che negli ultimi tempi ha perso sia identità che visibilità.
E ora cosa succede? Chi governerà?
Dato che Schulz ha dichiarato che ora la SPD guiderà l'opposizione, coi numeri di cui sopra rimane una sola possibilità: Giamaica.
No, non governeranno reggae, canne e velocisti, questo no... ma governeranno neri, gialli e verdi (appunto i colori della bandiera della Giamaica), cioè democristiani (CDU/CSU, in Germania i "neri"), liberali (FDP, in Germania i "gialli") e verdi (Grünen... non credo serva spiegare il colore).
Ma dato che liberali e verdi sono (a parole) incompatibili quasi su tutto... dubito che la legislatura arriverà fino alla fine (cioè fino al 2021).
Prevedo elezioni anticipate.
Saluti,
Mauro.
P.S.: O forse, come ha insinuato Shevatas, ho sbagliato previsioni per colpa della cultura patriarcale :-)
domenica 24 settembre 2017
Il ritorno del nazismo nel Bundestag
La AfD dopo le elezioni odierne manderà i suoi rappresentati nel Bundestag, la Camera dei Deputati tedesca.
Che la AfD sia un partito neonazista (anche se logicamente non si autodefinisce tale) è un dato di fatto.
E quindi è un dato di fatto che il nazismo - sotto spoglie democratiche - rientrerà in Parlamento.
Direte voi: "Bella forza! Il nazismo è caduto nel 1945!".
E no, invece!
La AfD in Parlamento è il ritorno del nazismo dal 1961, non dal 1945.
Fate pure tanto d'occhi... ma così è.
Nelle prime tre elezioni democratiche tedesche (1949, 1953 e 1957) infatti il DP (Deutsche Partei), partito di destra che raccoglieva anche vari ex nazisti (e che nel simbolo aveva gli stessi colori della NSDAP hitleriana) ottenne seggi parlamentari e venne anche coinvolto da Adenauer nel governo.
E solo nel 1961 non ottenne più seggi.
Ergo: Nonostante tutto quello che ci stanno raccontando i vari organi di stampa... l'estrema destra in Parlamento in Germania nel dopoguerra c'è già stata*.
La AfD è una novità solo per chi ha la memoria corta.
Saluti,
Mauro.
*Ed evito di citare tutti gli ex nazisti e i neonazisti che hanno trovato accoglienza nei partiti cosiddetti democratici, CSU in particolare.
Che la AfD sia un partito neonazista (anche se logicamente non si autodefinisce tale) è un dato di fatto.
E quindi è un dato di fatto che il nazismo - sotto spoglie democratiche - rientrerà in Parlamento.
Direte voi: "Bella forza! Il nazismo è caduto nel 1945!".
E no, invece!
La AfD in Parlamento è il ritorno del nazismo dal 1961, non dal 1945.
Fate pure tanto d'occhi... ma così è.
Nelle prime tre elezioni democratiche tedesche (1949, 1953 e 1957) infatti il DP (Deutsche Partei), partito di destra che raccoglieva anche vari ex nazisti (e che nel simbolo aveva gli stessi colori della NSDAP hitleriana) ottenne seggi parlamentari e venne anche coinvolto da Adenauer nel governo.
E solo nel 1961 non ottenne più seggi.
Ergo: Nonostante tutto quello che ci stanno raccontando i vari organi di stampa... l'estrema destra in Parlamento in Germania nel dopoguerra c'è già stata*.
La AfD è una novità solo per chi ha la memoria corta.
Saluti,
Mauro.
*Ed evito di citare tutti gli ex nazisti e i neonazisti che hanno trovato accoglienza nei partiti cosiddetti democratici, CSU in particolare.
sabato 23 settembre 2017
Chi vincerà domani
No, non vi darò i numeri del lotto e neanche i risultati per la schedina del Totocalcio.
Vi dirò solo chi vincerà e chi perderà domani alle elezioni politiche tedesche, elezioni che - senza ombra di dubbio - interessano comunque tutta Europa... o forse no, visto che ora prima delle elezioni c'è una Große Koalition a guida Merkel e dopo le elezioni ci sarà una Große Koalition a guida Merkel.
Ecco, vi ho rovinato la sorpresa: vi ho detto subito all'inizio chi vincerà.
Va beh, ci sono altre cose interessanti da dire sul voto di domani.
Per prima cosa guardiamo alla situazione attuale nel Bundestag (il corrispettivo tedesco della Camera dei Deputati, per l'altra camera - il Bundesrat, corrispettivo del Senato - non si vota non essendo elettivo).
In questo momento ci sono nel Bundestag (630 seggi) quattro partiti:
- CDU/CSU, 309 seggi (frutto del 41,5% dei voti alle elezioni del 2013);
- SPD, 193 seggi (25,7%);
- Die Linke, 64 seggi (8,6%);
- Grünen, 63 seggi (8,4%);
- più un deputato indipendente.
I partiti non arrivati nel Bundestag hanno raccolto nel complesso il 15,8% dei voti (ergo quasi un sesto dei voti espressi non hanno trovato rappresentanza a causa del sistema elettorale, che descrissi qui).
Intanto piccola osservazione.
La Große Koalition è andata al governo grazie alla bugia della TINA (no, non è una cantante pop, è l'acronimo di "There Is No Alternative"), mentre come vedete ci sarebbero i numeri per almeno due alternative:
- CDU/CSU/Grünen (che già governano insieme, per esempio, nel Baden-Württemberg):
- SPD/Linke/Grünen (che già governano insieme, per esempio, in Turingia).
Ora vediamo cosa dicono gli ultimi sondaggi fatti qui in Germania sul voto di domani (i sondaggi non conteggiano gli astenuti o i voti non validi):
- CDU/CSU: 34-37%;
- SPD: 20-22%;
- AfD: 10-13%;
- FDP: 9-11%;
- Die Linke: 9-11%;
- Grünen: 7-8%;
- Altri: 3,5-5%.
Quindi, secondo i sondaggisti, si ricadrebbe nella vecchia TINA (stavolta vera, non finta come nel 2013) con conseguente Große Koalition.
Sulla Große Koalition, come già detto all'inizio, concordo anch'io. Non solo per la mancanza di alternative (anche se come vedrete dopo io in realtà alternative ne vedo, poi se queste siano migliori o peggiori della Große Koalition o con essa interscambiabili ognuno lo giudichi per sé) ma per convenienza politica (e per pressione delle cosiddette élites che nella Große Koalition vedono il miglior modo di andare avanti in maniera gattopardesca).
Io prevedo invece quanto segue (e vedrete un paio di sorprese):
- CDU/CSU: 35-37% (qui concordo coi sondaggisti, i democratici della Merkel possono vivere di rendita anche se oggi non entusiasmano nessuno);
- SPD: 23-25% (i socialdemocratici sono sì in crisi di identità, ma i sondaggisti vedono la loro crisi più grossa di quel che effettivamente è);
- AfD: 6-8% (i tedeschi si lamentano tanto della Merkel e dell'Europa, urlano e sbraitano ma nell'urna poi sono dei coniglietti: i neonazisti della AfD lasceranno voti sia agli attuali partiti di governo che all'astensionismo... e forse anche ai liberali);
- FDP: 11-13% (i liberali, in quanto unico partito tradizionale che può far finta di avere una veste intonsa non essendo stato presente nell'ultimo Bundestag, possono avere un deciso successo, forse ancora superiore a quello che penso io);
- Die Linke: 10-12% (la sinistra postcomunista in quanto unico partito dotato di una linea politica precisa e riconoscibile - apprezzabile o meno è un altro discorso - otterrà un buon risultato e sfrutterà probabilmente la crisi dei verdi, rubandogli voti);
- Grünen: 5-7% (i verdi hanno perso completamente identità e visibilità, soprattutto ora che la Germania ha stabilito irrevocabilmente l'uscita dal nucleare e che loro, pur di governare, a livello locale hanno dimostrato di essere disponibili ad allearsi con chiunque... ma proprio chiunque, cani e porci compresi).
Quindi probabilissima Große Koalition, anche se forse alternative potrebbero esserci:
- CDU/CSU/FDP (cosa che non dispiacerebbe a parte dei mercati finanziari);
- SPD/Linke/Grünen (se i verdi mi smentiscono e se la SPD toglie l'assurdo veto a livello nazionale contro la Linke, visto che a livello locale lo ha tolto da tempo);
- CDU/CSU/FDP/Grünen (se i democristiani - e soprattutto i liberali - dovessero ritenere i verdi affidabili a livello nazionale).
Domani sera potrete farmi i complimenti o insultarmi :-)
Saluti,
Mauro.
Vi dirò solo chi vincerà e chi perderà domani alle elezioni politiche tedesche, elezioni che - senza ombra di dubbio - interessano comunque tutta Europa... o forse no, visto che ora prima delle elezioni c'è una Große Koalition a guida Merkel e dopo le elezioni ci sarà una Große Koalition a guida Merkel.
Ecco, vi ho rovinato la sorpresa: vi ho detto subito all'inizio chi vincerà.
Va beh, ci sono altre cose interessanti da dire sul voto di domani.
Per prima cosa guardiamo alla situazione attuale nel Bundestag (il corrispettivo tedesco della Camera dei Deputati, per l'altra camera - il Bundesrat, corrispettivo del Senato - non si vota non essendo elettivo).
In questo momento ci sono nel Bundestag (630 seggi) quattro partiti:
- CDU/CSU, 309 seggi (frutto del 41,5% dei voti alle elezioni del 2013);
- SPD, 193 seggi (25,7%);
- Die Linke, 64 seggi (8,6%);
- Grünen, 63 seggi (8,4%);
- più un deputato indipendente.
I partiti non arrivati nel Bundestag hanno raccolto nel complesso il 15,8% dei voti (ergo quasi un sesto dei voti espressi non hanno trovato rappresentanza a causa del sistema elettorale, che descrissi qui).
Intanto piccola osservazione.
La Große Koalition è andata al governo grazie alla bugia della TINA (no, non è una cantante pop, è l'acronimo di "There Is No Alternative"), mentre come vedete ci sarebbero i numeri per almeno due alternative:
- CDU/CSU/Grünen (che già governano insieme, per esempio, nel Baden-Württemberg):
- SPD/Linke/Grünen (che già governano insieme, per esempio, in Turingia).
Ora vediamo cosa dicono gli ultimi sondaggi fatti qui in Germania sul voto di domani (i sondaggi non conteggiano gli astenuti o i voti non validi):
- CDU/CSU: 34-37%;
- SPD: 20-22%;
- AfD: 10-13%;
- FDP: 9-11%;
- Die Linke: 9-11%;
- Grünen: 7-8%;
- Altri: 3,5-5%.
Quindi, secondo i sondaggisti, si ricadrebbe nella vecchia TINA (stavolta vera, non finta come nel 2013) con conseguente Große Koalition.
Sulla Große Koalition, come già detto all'inizio, concordo anch'io. Non solo per la mancanza di alternative (anche se come vedrete dopo io in realtà alternative ne vedo, poi se queste siano migliori o peggiori della Große Koalition o con essa interscambiabili ognuno lo giudichi per sé) ma per convenienza politica (e per pressione delle cosiddette élites che nella Große Koalition vedono il miglior modo di andare avanti in maniera gattopardesca).
Io prevedo invece quanto segue (e vedrete un paio di sorprese):
- CDU/CSU: 35-37% (qui concordo coi sondaggisti, i democratici della Merkel possono vivere di rendita anche se oggi non entusiasmano nessuno);
- SPD: 23-25% (i socialdemocratici sono sì in crisi di identità, ma i sondaggisti vedono la loro crisi più grossa di quel che effettivamente è);
- AfD: 6-8% (i tedeschi si lamentano tanto della Merkel e dell'Europa, urlano e sbraitano ma nell'urna poi sono dei coniglietti: i neonazisti della AfD lasceranno voti sia agli attuali partiti di governo che all'astensionismo... e forse anche ai liberali);
- FDP: 11-13% (i liberali, in quanto unico partito tradizionale che può far finta di avere una veste intonsa non essendo stato presente nell'ultimo Bundestag, possono avere un deciso successo, forse ancora superiore a quello che penso io);
- Die Linke: 10-12% (la sinistra postcomunista in quanto unico partito dotato di una linea politica precisa e riconoscibile - apprezzabile o meno è un altro discorso - otterrà un buon risultato e sfrutterà probabilmente la crisi dei verdi, rubandogli voti);
- Grünen: 5-7% (i verdi hanno perso completamente identità e visibilità, soprattutto ora che la Germania ha stabilito irrevocabilmente l'uscita dal nucleare e che loro, pur di governare, a livello locale hanno dimostrato di essere disponibili ad allearsi con chiunque... ma proprio chiunque, cani e porci compresi).
Quindi probabilissima Große Koalition, anche se forse alternative potrebbero esserci:
- CDU/CSU/FDP (cosa che non dispiacerebbe a parte dei mercati finanziari);
- SPD/Linke/Grünen (se i verdi mi smentiscono e se la SPD toglie l'assurdo veto a livello nazionale contro la Linke, visto che a livello locale lo ha tolto da tempo);
- CDU/CSU/FDP/Grünen (se i democristiani - e soprattutto i liberali - dovessero ritenere i verdi affidabili a livello nazionale).
Domani sera potrete farmi i complimenti o insultarmi :-)
Saluti,
Mauro.
martedì 19 settembre 2017
Scandalo! Un telefono che serve per telefonare!?!?
Oggi, cazzeggiando sul web, mi è capitato di leggere questo testo di Mauro Zucconi.
E mi è tornata in mente un'"avventura" capitatami intorno al 2005 a Colonia.
Il mio vecchio cellulare stava tirando le cuoia e ne volevo comprare uno nuovo. Al tempo non avevo particolari necessità (per quelle avevo comunque quello aziendale): mi serviva telefonare, mandare/ricevere SMS/MMS (anche se questi ultimi poi non li ho mai mandati né allora né dopo) e avere una fotocamera di base... del resto non dovevo fare reportage fotografici ;-)
Vado nella filiale di Colonia di una grande catena di elettronica/elettricità, vedo in esposizione il modello che mi occorre e chiedo al commesso di darmene uno.
Non ho chiesto nessuna consulenza, non ho fatto domande sulle caratteristiche e neanche sul prezzo. Niente di niente.
Lui però comincia a elencarmi le caratteristiche e a fare il confronto col modello a fianco che per pochi € in più mi concedeva di fare questo, quello e quell'altro... magari anche di farmi un uovo al tegamino (non lo so perché dopo le prime due parole, capito dove voleva andare a parare, ho smesso di ascoltarlo).
A un certo punto lo interrompo e gli dico: "Io voglio quel telefonino. Non un altro. Devo solo telefonare. Telefonare. Telefono. Capito?"
Proprio così, non è una parafrasi, solo che lo dissi in tedesco e non in italiano: "Ich will das Mobiltelefon da. Nicht ein Anderes. Ich muss telefonieren. Telefonieren. Telefon. Verstanden?".
Ho ottenuto il telefonino che volevo... ma godermi la faccia del commesso è valso più di quanto ogni telefonino possa mai valere :-)
Saluti,
Mauro.
E mi è tornata in mente un'"avventura" capitatami intorno al 2005 a Colonia.
Il mio vecchio cellulare stava tirando le cuoia e ne volevo comprare uno nuovo. Al tempo non avevo particolari necessità (per quelle avevo comunque quello aziendale): mi serviva telefonare, mandare/ricevere SMS/MMS (anche se questi ultimi poi non li ho mai mandati né allora né dopo) e avere una fotocamera di base... del resto non dovevo fare reportage fotografici ;-)
Vado nella filiale di Colonia di una grande catena di elettronica/elettricità, vedo in esposizione il modello che mi occorre e chiedo al commesso di darmene uno.
Non ho chiesto nessuna consulenza, non ho fatto domande sulle caratteristiche e neanche sul prezzo. Niente di niente.
Lui però comincia a elencarmi le caratteristiche e a fare il confronto col modello a fianco che per pochi € in più mi concedeva di fare questo, quello e quell'altro... magari anche di farmi un uovo al tegamino (non lo so perché dopo le prime due parole, capito dove voleva andare a parare, ho smesso di ascoltarlo).
A un certo punto lo interrompo e gli dico: "Io voglio quel telefonino. Non un altro. Devo solo telefonare. Telefonare. Telefono. Capito?"
Proprio così, non è una parafrasi, solo che lo dissi in tedesco e non in italiano: "Ich will das Mobiltelefon da. Nicht ein Anderes. Ich muss telefonieren. Telefonieren. Telefon. Verstanden?".
Ho ottenuto il telefonino che volevo... ma godermi la faccia del commesso è valso più di quanto ogni telefonino possa mai valere :-)
Saluti,
Mauro.
domenica 17 settembre 2017
Vi pare poco aver evitato una guerra nucleare?
Stanislav Petrov.
È morto a maggio, in silenzio come era vissuto e quindi ce ne accorgiamo solo ora.
Lui sì che avrebbe meritato il Nobel per la pace, altro che Obama o Suu Kyi.
Del resto... vi pare poco aver evitato una guerra nucleare?
Saluti,
Mauro.
È morto a maggio, in silenzio come era vissuto e quindi ce ne accorgiamo solo ora.
Lui sì che avrebbe meritato il Nobel per la pace, altro che Obama o Suu Kyi.
Del resto... vi pare poco aver evitato una guerra nucleare?
Saluti,
Mauro.
sabato 16 settembre 2017
Il balletto dei followers
Già tempo fa scrissi di comportamenti assurdi (se non idioti) dei frequentatori dei social network.
Quanto osservai allora non è ovviamente tutto.
Ci sono anche altri comportamente assurdi, tra cui quello che io chiamo il balletto dei followers.
In cosa consiste? Guardate il numero di coloro che vi seguono su Twitter, Facebook e compagnia cantante: questo numero andrà su e giù come fosse sull'altalena.
Perché?
Perché la gente non pensa, si comporta in maniera compulsiva e/o pavloviana.
Mi spiego meglio.
Scrivo un intervento che a te piace, interessa e subito fai follow alla Pavlov e decidi di seguirmi. Però prima non ti informi su cosa scrivo in generale, su quali temi e in quali modi. Io sono semplicemente quell'intervento e nient'altro.
Dopo un po' scrivo un intervento che non ti piace, non ti interessa e subito, da bravo pavloviano, decidi di non seguirmi più. Anche qui senza informarti (e senza ricordare l'intervento per cui avevi deciso di seguirmi). Io sono di nuovo solo quest'intervento e nient'altro (neanche l'intervento di prima).
E così il numero dei followers oscilla di giorno in giorno, se non di ora in ora, in una specie di balletto sismico (registrassi regolarmente il numero di coloro che mi seguono e lo riportassi su un grafico temporale sembrerebbe l'andamento di un sismografo).
Saluti,
Mauro.
Quanto osservai allora non è ovviamente tutto.
Ci sono anche altri comportamente assurdi, tra cui quello che io chiamo il balletto dei followers.
In cosa consiste? Guardate il numero di coloro che vi seguono su Twitter, Facebook e compagnia cantante: questo numero andrà su e giù come fosse sull'altalena.
Perché?
Perché la gente non pensa, si comporta in maniera compulsiva e/o pavloviana.
Mi spiego meglio.
Scrivo un intervento che a te piace, interessa e subito fai follow alla Pavlov e decidi di seguirmi. Però prima non ti informi su cosa scrivo in generale, su quali temi e in quali modi. Io sono semplicemente quell'intervento e nient'altro.
Dopo un po' scrivo un intervento che non ti piace, non ti interessa e subito, da bravo pavloviano, decidi di non seguirmi più. Anche qui senza informarti (e senza ricordare l'intervento per cui avevi deciso di seguirmi). Io sono di nuovo solo quest'intervento e nient'altro (neanche l'intervento di prima).
E così il numero dei followers oscilla di giorno in giorno, se non di ora in ora, in una specie di balletto sismico (registrassi regolarmente il numero di coloro che mi seguono e lo riportassi su un grafico temporale sembrerebbe l'andamento di un sismografo).
Saluti,
Mauro.
lunedì 11 settembre 2017
Dettagli dall'Oberpfalz 6 - Consigli contro i rapimenti
Più pesi, più è difficile rapirti.
Proteggi te stesso e mangia dolci!!!
(Visto fuori da un panificio-pasticceria).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.
Fortuna che è Nobel per la Pace
Molti di voi avranno letto o sentito dei nuovi scontri in Birmania (o Myanmar che dir si voglia) che riguardano i Rohingya (qui un buon riassunto del Post per chi si fosse perso la cosa).
Inciso:
Qualcuno sa che fine abbia fatto la nave con profughi che nessuno voleva?
Ora il ministro degli esteri birmano è una certa Aung San Suu Kyi, premio Nobel pace nel 1991.
Perché le venne assegnato il Nobel? Perché era una dissidente perseguitata.
Cosa avrebbe dovuto comportare il suo status di perseguitata? Che la comunità internazionale la proteggesse dalla dittatura birmana che la perseguitava.
Cosa dovrebbe premiare il Nobel per la pace? Un impegno attivo per la pace, contro i conflitti.
Cominciate a capire l'inghippo? Anche lei, come Obama 18 anni dopo, venne premiata non per ciò che aveva fatto per la pace (né lei né Obama avevano fatto nulla per la pace) bensì per mandare un messaggio (nel caso di Obama alla destra USA, nel caso di Suu Kyi alla giunta birmana).
E ora ci si stupisce che lei da ministro (per di più in un governo guidato ancora dai militari che un tempo la perseguitavano) non si pronunci sulla persecuzione contro i Rohingya.
Anzi si è addirittura lamentata della "disinformazione" che aiuta i "terroristi".
Amanda Taub e Max Fisher si sono chiesti sul New York Times le cause di questo suo comportamento, individuandone quattro possibili.
Ma forse la verità è molto più semplice: a Suu Kyi non gliene frega niente.
Come in tanti altri casi mi stupisco dello stupore.
E vedo che il Nobel per la pace è in molti casi (e più spesso degli altri premi) dato semplicemente per mandare messaggi politici e solo in pochi casi per meriti veri (che poi spesso a Oslo non interessano, sono solo effetti collaterali dei "meriti" che a Oslo interessano).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Tra le altre cose sembra che i militari birmani stiano usando le mine antiuomo, messe al bando da trattati internazionali.
Inciso:
Qualcuno sa che fine abbia fatto la nave con profughi che nessuno voleva?
Ora il ministro degli esteri birmano è una certa Aung San Suu Kyi, premio Nobel pace nel 1991.
Perché le venne assegnato il Nobel? Perché era una dissidente perseguitata.
Cosa avrebbe dovuto comportare il suo status di perseguitata? Che la comunità internazionale la proteggesse dalla dittatura birmana che la perseguitava.
Cosa dovrebbe premiare il Nobel per la pace? Un impegno attivo per la pace, contro i conflitti.
Cominciate a capire l'inghippo? Anche lei, come Obama 18 anni dopo, venne premiata non per ciò che aveva fatto per la pace (né lei né Obama avevano fatto nulla per la pace) bensì per mandare un messaggio (nel caso di Obama alla destra USA, nel caso di Suu Kyi alla giunta birmana).
E ora ci si stupisce che lei da ministro (per di più in un governo guidato ancora dai militari che un tempo la perseguitavano) non si pronunci sulla persecuzione contro i Rohingya.
Anzi si è addirittura lamentata della "disinformazione" che aiuta i "terroristi".
Amanda Taub e Max Fisher si sono chiesti sul New York Times le cause di questo suo comportamento, individuandone quattro possibili.
Ma forse la verità è molto più semplice: a Suu Kyi non gliene frega niente.
Come in tanti altri casi mi stupisco dello stupore.
E vedo che il Nobel per la pace è in molti casi (e più spesso degli altri premi) dato semplicemente per mandare messaggi politici e solo in pochi casi per meriti veri (che poi spesso a Oslo non interessano, sono solo effetti collaterali dei "meriti" che a Oslo interessano).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Tra le altre cose sembra che i militari birmani stiano usando le mine antiuomo, messe al bando da trattati internazionali.
domenica 10 settembre 2017
La lotta alle bufale: istruire prima di sbugiardare
Qualcuno dei miei pochi lettori si sarà chiesto come mai io non abbia detto la mia sulla lotta alle bufale con un articolo espressamente dedicato.
Beh, ne hanno parlato e sparlato talmente in tanti che alla fine riparlarne significava solo contribuire a nascondere il problema (infatti alla fine la gente si è stufata di sentirne parlare).
E ora che le acque si sono calmate posso finalmente dire la mia :-)
Prima cosa: sbugiardare è secondario, non è la cosa più importante.
Sbugiardare con grande tam tam mediatico è veramente importante solo quando le bufale provocano problemi, danni concreti e potenzialmente permanenti (in particolare quando si tratta di salute, tipo la bufala su autismo e vaccini).
In tutti gli altri casi sbugiardare con detto tam tam significa solo dare ulteriore visibilità alla bufala stessa, dandogli dignità mediatica che (forse) senza sbugiardamento non avrebbe avuto.
È chiaro che ogni notizia falsa va quando possibile corretta, però l'artiglieria pesante va tirata fuori solo nei casi di cui sopra.
E allora cosa serve per difendersi dalle bufale?
Serve la prevenzione. E la prevenzione si ottiene tramite l'istruzione.
E non mi riferisco tanto a questioni di conoscenze, ma di metodo.
Certo è importante conoscere le scienze, le lingue, eccetera (in primis e obbligatoriamente la matematica e la lingua del paese dove si vive, a seguire poi il resto)... ma ancora più importante è il saper pensare, l'avere un metodo nell'affrontare le informazioni (corrette o meno che siano) che ci arrivano da tutte le parti: la scuola deve insegnare il pensiero critico, l'uso della logica.
Se una persona sa pensare criticamente, sa usare almeno le basi della logica riconoscerà in maniera praticamente automatica la maggior parte delle bufale, senza neanche bisogno di conoscenze specifiche e senza bisogno dell'intervento dei cosiddetti debunker.
E così facendo si crea anche un circolo virtuoso: più pensi più impari a pensare, più usi critica e logica più affini le tue capacità critiche e logiche.
Mentre se aspetti sempre che arrivi qualche esperto (o presunto tale) a sbufalare... al massimo affini le tue capacità di lettura, ma atrofizzi tutto il resto. Non pensi.
Il miglior debunker è l'istruzione.
E l'istruzione arriva da famiglia e soprattutto scuola, non da stampa e internet.
Ribadisco: la scuola deve insegnare il pensiero critico, l'uso della logica.
Saluti,
Mauro.
Beh, ne hanno parlato e sparlato talmente in tanti che alla fine riparlarne significava solo contribuire a nascondere il problema (infatti alla fine la gente si è stufata di sentirne parlare).
E ora che le acque si sono calmate posso finalmente dire la mia :-)
Prima cosa: sbugiardare è secondario, non è la cosa più importante.
Sbugiardare con grande tam tam mediatico è veramente importante solo quando le bufale provocano problemi, danni concreti e potenzialmente permanenti (in particolare quando si tratta di salute, tipo la bufala su autismo e vaccini).
In tutti gli altri casi sbugiardare con detto tam tam significa solo dare ulteriore visibilità alla bufala stessa, dandogli dignità mediatica che (forse) senza sbugiardamento non avrebbe avuto.
È chiaro che ogni notizia falsa va quando possibile corretta, però l'artiglieria pesante va tirata fuori solo nei casi di cui sopra.
E allora cosa serve per difendersi dalle bufale?
Serve la prevenzione. E la prevenzione si ottiene tramite l'istruzione.
E non mi riferisco tanto a questioni di conoscenze, ma di metodo.
Certo è importante conoscere le scienze, le lingue, eccetera (in primis e obbligatoriamente la matematica e la lingua del paese dove si vive, a seguire poi il resto)... ma ancora più importante è il saper pensare, l'avere un metodo nell'affrontare le informazioni (corrette o meno che siano) che ci arrivano da tutte le parti: la scuola deve insegnare il pensiero critico, l'uso della logica.
Se una persona sa pensare criticamente, sa usare almeno le basi della logica riconoscerà in maniera praticamente automatica la maggior parte delle bufale, senza neanche bisogno di conoscenze specifiche e senza bisogno dell'intervento dei cosiddetti debunker.
E così facendo si crea anche un circolo virtuoso: più pensi più impari a pensare, più usi critica e logica più affini le tue capacità critiche e logiche.
Mentre se aspetti sempre che arrivi qualche esperto (o presunto tale) a sbufalare... al massimo affini le tue capacità di lettura, ma atrofizzi tutto il resto. Non pensi.
Il miglior debunker è l'istruzione.
E l'istruzione arriva da famiglia e soprattutto scuola, non da stampa e internet.
Ribadisco: la scuola deve insegnare il pensiero critico, l'uso della logica.
Saluti,
Mauro.
lunedì 4 settembre 2017
L'asteroide buondì
Avrete avuto tutti notizia dei dibattiti sui social networks (ormai debordati anche sulla stampa, come se non ci fossero sufficienti temi seri di cui occuparsi) riguardo alla nuova pubblicità del Buondì Motta in cui un asteroide (che poi in realtà sarebbe una meteorite... ma vabbé) uccide la mamma o il papà.
Io non capisco.
È una pubblicità. Può essere bella, brutta, intelligente, stupida (e stupida lo è, questo sì, ma la stupidità non è reato) ma pubblicità rimane. Niente di più (e non è niente di offensivo, solo di stupido, come già detto).
Ribadisco: non capisco.
Deve essere il caldo che dà alla testa (di chi dibatte del nulla, come in questo caso).
Che poi, detto tra noi, se c'è proprio qualcosa di cui si potrebbe discutere è l'immagine della bambina: con quel testo stupidissimo sparato a mitraglia viene di fatto mostrata come una minus habens.
Saluti,
Mauro.
Io non capisco.
È una pubblicità. Può essere bella, brutta, intelligente, stupida (e stupida lo è, questo sì, ma la stupidità non è reato) ma pubblicità rimane. Niente di più (e non è niente di offensivo, solo di stupido, come già detto).
Ribadisco: non capisco.
Deve essere il caldo che dà alla testa (di chi dibatte del nulla, come in questo caso).
Che poi, detto tra noi, se c'è proprio qualcosa di cui si potrebbe discutere è l'immagine della bambina: con quel testo stupidissimo sparato a mitraglia viene di fatto mostrata come una minus habens.
Saluti,
Mauro.