Ormai ci siamo. Domani in Grecia si vota per il referendum sulla trattativa tra Grecia e Troika.
Ne ho già parlato qui e in un commento a questo articolo di un amico.
Oggi però non voglio parlarvi di cosa penso del referendum in sè. Voglio parlarvi della sua (presunta) importanza per l'Europa.
Chi è dalla parte di Tsipras e del no sta raccontando in giro che questo referendum potrebbe essere l'inizio di una nuova Europa.
Chi è dalla parte di Schäuble (perché il vero sostenitore della durezza è lui, il ministro delle finanze tedesco, colui che veramente comanda in Germania, non la Merkel, Juncker o la Troika) e del sì sta raccontando in giro che col sì i greci dimostrebbero all'Europa serietà e sarebbero di esempio per l'Europa stessa.
Balle, solo balle. Da entrambe le parti.
Questo referendum ha importanza solo e unicamente per la Grecia. Internamente.
Per l'Europa i greci possono votare quello che vogliono e non cambia nulla.
Ma non perché il voto in sè non significhi nulla, bensì perché - scusate il cinismo - è la Grecia a non significare nulla.
Che peso percentuale ha la Grecia nel PIL e negli altri indicatori economico-finanziari dell'Europa?
Che peso percentuale ha la Grecia nell'import/export europeo?
Che peso politico ha la Grecia in Europa e fuori?
Quale percentuale degli scambi bilaterali costituisce la Grecia per gli altri paesi europei (e non solo)?
Quale peso sui bilanci degli altri stati hanno i debiti greci?
Sì, la riposta è semplice e la avete capita: poco più di zero.
E vale per tutte e cinque le domande (anche per la quinta, sì, qualunque cosa ci raccontino i cosiddetti economisti).
È chiaro: ciò non ci libera dagli obblighi morali verso il popolo greco... ma qualunque cosa succeda in Grecia non avrà - non potrà avere - effetti globali sull'Europa (sia intesa come EU sia come zona Euro sia in senso geografico).
La Grecia ha un peso troppo limitato (soprattutto ora che non esiste più la contrapposizione NATO-Patto di Varsavia).
Detto papale papale: la Grecia non conta nulla. È cinico, lo so, ma è così.
Quindi - se non siete greci - rilassatevi: qualunque idea politica, economica, umana, etica, eccetera abbiate... domani per voi non cambierà un belino. Né in meglio né in peggio.
Se invece siete greci preparatevi al peggio. Chiunque vinca, purtroppo.
Saluti,
Mauro.
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RispondiEliminaO ti firmi o entro 24 ore il commento verrà cancellato.
Non sono (completamente) d'accordo.
RispondiEliminaIntanto il referendum è stato di esempio per altri stati che un'alternativa è possibile alla Troika e ai suoi amici ed amici degli amici. Il comportamento della BCE nelle prossime ore avrà un profondo impatto sul nostro futuro finanziario e politico.
Poi bisogna considerare l'aspetto geo-politico della questione. Abbandonare la Grecia al suo destino significa cederla alla Cina e alla Russia.
- Attraverso la Grecia passerà il gasdotto TAP, che potenzialmente ci libererebbe dall'egemonia del gas russo (e infatti è fortemente osteggiato da Gazprom).
- I cinesi poi vorrebbero far diventare Atene l'hub delle importazioni in Europa, danneggiando i trasportatori italiani.
Ci conviene davvero un'EU senza Grecia?
Rispetto anche se non condivido del tutto la tua opinione :-)
RispondiEliminaPunto uno: il referendum greco avrebbe potuto essere un esempio se ci fossero elezioni nazionali a breve in altri paesi dell'area Euro... ma dette elezioni non ci sono e l'elettore medio ha memoria corta, molto corta.
Punto due: non ho mai sostenuto che ci convenga un'EU senza Grecia... ho "solo" sostenuto che la Grecia non conta nulla, quindi per l'EU è uguale che la Grecia stia fuori o stia dentro.