Tutti avrete letto tra ieri e oggi la storia secondo cui tre ragazzini inglesi avrebbero "inventato" un preservativo che cambia colore entrando in contatto con fonti infettive, quindi utile a farti fermare in tempo quando hai rapporti sessuali con persone portatrici di malattie sessualmente trasmissibili.
Non è proprio una bufala, ma quell'"inventato" la rende comunque una cazzata (c'è chi - Butac - lo ha fatto notare prima di me, ma io al proposito vorrei dire qualcosa di più).
Come esempio vi riporto l'articolo del Fatto Quotidiano (anche se, con gli stessi errori, ne hanno parlato praticamente tutti... e come ci racconta qui Mats Schönauer, anche la stampa tedesca, non solo quella italiana).
Vi riporto quest'articolo per due motivi:
1) è stato il primo al proposito che ho letto;
2) non è scritto da un classico giornalista, ma dalla presidente della federazione italiana di sessuologia scientifica (a parte che dovrebbe spiegarmi perché "scientifica": ogni "-logia" - parapsicologia a parte, ma quel "para-" all'inizio ci chiarisce le cose se abbiamo due neuroni funzionanti - o è scientifica o proprio non esiste).
Ecco, quei ragazzini in realtà non hanno inventato (ancora) nulla.
I miei lettori più fedeli sanno che da anni mi occupo di proprietà intellettuale, innovazione, eccetera (uno degli articoli di maggior successo della storia di questo blog si occupava proprio di questi temi).
Quindi qualcosa al proposito posso chiarire.
Come dice il sito della competizione a cui i ragazzini hanno partecipato, questi hanno avuto una concept idea. Una "concept idea" altro non è che una semplice idea, un concetto di base, non un'invenzione.
Vi faccio un esempio: se io dico che sarebbe bello avere un autobus che possa sollevarsi di qualche metro da terra per evitare gli ingorghi ho espresso una concept idea.
Per farla diventare invenzione devo almeno presentare uno studio di fattibilità con conti e schemi che ne dimostrino la realizzabilità pratica (se non addirittura presentarne un prototipo, magari in scala ridotta).
Ecco, quei ragazzini si sono fermati al primo passo: hanno semplicemente dichiarato che sarebbe bello avere un preservativo che grazie alla sua composizione chimica possa cambiare colore in presenza di una malattia sessualmente trasmissibile.
Oltre (almeno per ora) non sono andati.
E, grazie alla mia esperienza con la proprietà intellettuale, posso dirvi che anche se andranno oltre (e glielo auguro e consiglio, perché è comunque un ottimo esercizio di scienza e tecnica) purtroppo non potranno mai brevettare la loro invenzione.
Perché?
Semplicemente perché detto preservativo è già stato brevettato una decina d'anni fa (qui il brevetto). Quindi... nulla di nuovo... in questo caso non sotto il sole, ma dove non batte il sole.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
A seconda delle fonti in inglese troverete le sigle STI e STD... non sono cose diverse: STD significa sexually transmitted disease, STI sexually transmitted illness, quindi sono sinonimi.
Oltre a quello che hai scritto tu, anche nella concept idea ci sono diverse falle...
RispondiEliminaPunto primo: dubito fortemente sia possibile ottenere risultati così immediati.
Punto secondo: la maggioranza delle malattie sessualmente trasmissibili, si trasmette con tutti i fluidi corporei e non solo con sperma e secrezioni vaginali.
Punto terzo: tutte le malattie, comprese quelle a trasmissione sessuale, hanno un periodo di incubazione, durante il quale il virus non è rilevabile. Il famoso "periodo finestra" che è la dannazione di tutti coloro che temono di essere stati contagiati.
Ergo: la concept idea è una stupidata in partenza.
Tutto giusto quello che scrivi (soprattutto il terzo punto, non perché gli altri due sono sbagliati, ma perché sono tutto sommato meno importanti).
RispondiEliminaVista la mia attività però a me interessava soprattutto valutare la cosa dal punto di vista della proprietà intellettuale. Tutto qui.
Forse avrei dovuto scrivere: oltre a quello che hai detto tu e che è assolutamente corretto e condivisibile... :-)
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