Su stampa, web, TV, nelle interviste dei politici e chi più ne ha più ne metta sono stati fatti un sacco di nomi per la Presidenza della Repubblica.
Alcuni credibili, altri meno.
Alcuni positivi, altri negativi.
Però ci sono quattro nomi che - per motivi completamente diversi tra loro - nella mia visione delle cose non devono assolutamente essere eletti.
Chi sono?
Il primo nome è Emma Bonino.
A parte che come politica a mio personalissimo giudizio è sopravvalutata, il problema vero è un altro. È malata. E non ha semplicemente un'influenza.
Il ruolo di Presidente della Repubblica è un ruolo troppo importante per doverlo rieleggere ogni due anni: due anni fa abbiamo eletto un vecchio a rischio (che si sapeva non sarebbe durato, infatti si è dimesso anche per l'età e la stanchezza... e io avevo già spiegato qui il problema prima della rielezione).
E ora due anni dopo vogliamo ripetere l'errore con una persona malata? Ma siamo matti?
Altri due nomi sono Nino Di Matteo e Nicola Gratteri.
Queste sono due persone degne del massimo rispetto, a cui noi italiani in questo momento dobbiamo essere grati per quello che fanno... Ma eleggere uno dei due (Gratteri era stato anche in corsa per il ministero della Giustizia, non ricordo ora se con Letta o Renzi) sarebbe un classico "promuovere per rimuovere".
Eleggere uno dei due significherebbe fare un regalo alle mafie. Loro sono in questo momento troppo importanti a Palermo e Reggio Calabria. Tra 10 o 15 anni eventualmente ne parleremo, ma ora vanno lasciati lavorare e finalmente sostenuti dalla politica (ecco: il Presidente perfetto sarebbe un loro sostenitore concreto e accanito).
E poi c'è lui, il grande bastardo: Giuliano Amato.
Non vi dico perché non è degno non solo di essere eletto, ma neanche di essere nominato: la lista delle ragioni sarebbe lunga e sono convinto che la conosciate bene quanto me.
Ma per gli smemorati cito solo una data: la notte tra il 9 e il 10 luglio 1992.
Questi quattro non vanno eletti.
Su tutti gli altri possiamo parlarne. Alcuni mi piacciono, altri no, ma su nessuno sono categorico come su questi quattro.
Saluti,
Mauro.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
giovedì 29 gennaio 2015
mercoledì 14 gennaio 2015
Una (vergine) risata li seppellirà
La geniale vignetta di chiusura del nuovo numero di Charlie Hebdo:
Non serve che vi spieghi la leggenda delle 70 vergini per i martiri islamici, vero?
E credo che anche chi non conosce il francese capirà benissimo la vignetta, giusto?
Saluti,
Mauro.
Non serve che vi spieghi la leggenda delle 70 vergini per i martiri islamici, vero?
E credo che anche chi non conosce il francese capirà benissimo la vignetta, giusto?
Mauro.
martedì 13 gennaio 2015
Anch'io sono Charlie / Je suis aussi Charlie 3
E dopo la tragedia, il fastidio di dover ascoltare tutti i distinguo e vedere tutti i salti sul carro di Charlie Hebdo.
Vorrei dire chiare e forti due cose.
1)
Charlie Hebdo va sostenuto senza se e senza ma. Non se la è cercata, come qualcuno comincia a dire.
La libertà di opinione, di parola, di espressione o è totale o non è proprio. Non ci sono vie di mezzo.
E tale libertà ha tutto il diritto di essere offensiva, scurrile, antipatica, disturbante. Tutti i politicamente corretti del cazzo che pretendono di porre limiti di "buon gusto" o di "rispetto" sono semplicemente complici morali degli assassini.
Je suis aussi Charlie. Sans discussion. Sans si et sans mais.
2)
È inutile che ora saltiate tutti sul carro di Charlie Hebdo.
Difendere la sua libertà di espressione, di satira, significa anche difendere la nostra libertà di apprezzarlo, di disprezzarlo o di non conoscerlo.
Chi lo conosceva e lo amava oggi ha il dovere di dire "Lo difendo e lo amo".
Chi lo conosceva e lo disprezzava oggi ha il dovere di dire "Lo difendo ma mi fa schifo".
Ma soprattutto, la maggioranza di voi che di sicuro non ne ha mai sentito parlare è inutile che faccia finta di conoscere la rivista, i redattori e i vignettisti. Difendetelo e tacete sul resto. Non fatevi belli usando il suo nome.
Saluti,
Mauro.
Vorrei dire chiare e forti due cose.
1)
Charlie Hebdo va sostenuto senza se e senza ma. Non se la è cercata, come qualcuno comincia a dire.
La libertà di opinione, di parola, di espressione o è totale o non è proprio. Non ci sono vie di mezzo.
E tale libertà ha tutto il diritto di essere offensiva, scurrile, antipatica, disturbante. Tutti i politicamente corretti del cazzo che pretendono di porre limiti di "buon gusto" o di "rispetto" sono semplicemente complici morali degli assassini.
Je suis aussi Charlie. Sans discussion. Sans si et sans mais.
2)
È inutile che ora saltiate tutti sul carro di Charlie Hebdo.
Difendere la sua libertà di espressione, di satira, significa anche difendere la nostra libertà di apprezzarlo, di disprezzarlo o di non conoscerlo.
Chi lo conosceva e lo amava oggi ha il dovere di dire "Lo difendo e lo amo".
Chi lo conosceva e lo disprezzava oggi ha il dovere di dire "Lo difendo ma mi fa schifo".
Ma soprattutto, la maggioranza di voi che di sicuro non ne ha mai sentito parlare è inutile che faccia finta di conoscere la rivista, i redattori e i vignettisti. Difendetelo e tacete sul resto. Non fatevi belli usando il suo nome.
Saluti,
Mauro.
domenica 11 gennaio 2015
Anch'io sono Charlie / Je suis aussi Charlie 2
I complottisti cominciano a fare sciacallaggio.
Secondo detti complottisti, dietro l'attentato a Charlie Hebdo ci sarebbe la CIA. E il fatto che i servizi segreti francesi conoscessero gli attentatori ma non li abbiano eliminati (o almeno messi in grado di non nuocere) a priori vuol dire qualcosa...
No, cari miei, la cosa non vuol dire proprio niente. Almeno non vuol dire quello che voi volete intendere.
Al massimo vuol dire che i vari servizi segreti sono pieni di incompetenti. Niente di più e niente di meno.
Saluti,
Mauro.
Secondo detti complottisti, dietro l'attentato a Charlie Hebdo ci sarebbe la CIA. E il fatto che i servizi segreti francesi conoscessero gli attentatori ma non li abbiano eliminati (o almeno messi in grado di non nuocere) a priori vuol dire qualcosa...
No, cari miei, la cosa non vuol dire proprio niente. Almeno non vuol dire quello che voi volete intendere.
Al massimo vuol dire che i vari servizi segreti sono pieni di incompetenti. Niente di più e niente di meno.
Saluti,
Mauro.
venerdì 9 gennaio 2015
giovedì 8 gennaio 2015
mercoledì 7 gennaio 2015
martedì 6 gennaio 2015
Dettagli genovesi 15 - La scienza in un vicolo
A Genova le si dedicò un vicolo... nell'Italia odierna è stata messa in un vicolo cieco...
Saluti,
Mauro.
Saluti,
Mauro.
domenica 4 gennaio 2015
Facite ammuina
La politica italiana ha sempre avuto un certo amore per il facite ammuina. E questo amore è ulteriormente cresciuto da quando il ducetto Renzi è al comando.
Già qui vi avevo spiegato l'inutilità di nuove leggi contro l'omofobia e la violenza sulle donne.
Ora c'è un nuovo esempio: l'assenteismo.
Tutti avrete letto di quello che è successo tra il 31 dicembre e il primo gennaio con la polizia municipale a Roma e la nettezza urbana a Napoli.
Bene, Renzi ha detto che con le nuove regole casi del genere non potranno più accadere.
Sì, certo, sogna pure, bischero d'un Renzi.
Il problema, ripeto ancora come quando parlai di omofobia e violenza sulle donne, NON sono le leggi.
Le leggi ci sono e non sono neanche male (tra l'altro solo pochi anni fa Brunetta - persona schifosa, ma le poche volte che fa qualcosa di buono va riconosciuto - aveva già messo in atto una riforma che inaspriva le sanzioni contro gli assenteisti).
I veri problemi sono altri due, e nessuno dei due è quello di cui si sta occupando Renzi:
- l'applicazione delle leggi (per esempio, la riforma Brunetta è legge, ma non è mai stata applicata, come tante altre);
- la mentalità del cittadino (sì, del cittadino, non del politico: in qualsiasi paese del mondo il cittadino rispetta le leggi solo se sa di essere punito se non lo fa, non per senso civico).
Caro bischero d'un Renzi, è chiaro che tu vuoi far credere di fare... ma che far semplicemente applicare le leggi purtroppo non ti fornisce la visibilità che ti forniscono le sbandierate riforme. E la visibilità per te è tutto... visto che non hai altro, non hai sostanza.
Insomma... meglio il facite ammuina (anzi il facimm' ammuina) che il vero fare.
Saluti,
Mauro.
Già qui vi avevo spiegato l'inutilità di nuove leggi contro l'omofobia e la violenza sulle donne.
Ora c'è un nuovo esempio: l'assenteismo.
Tutti avrete letto di quello che è successo tra il 31 dicembre e il primo gennaio con la polizia municipale a Roma e la nettezza urbana a Napoli.
Bene, Renzi ha detto che con le nuove regole casi del genere non potranno più accadere.
Sì, certo, sogna pure, bischero d'un Renzi.
Il problema, ripeto ancora come quando parlai di omofobia e violenza sulle donne, NON sono le leggi.
Le leggi ci sono e non sono neanche male (tra l'altro solo pochi anni fa Brunetta - persona schifosa, ma le poche volte che fa qualcosa di buono va riconosciuto - aveva già messo in atto una riforma che inaspriva le sanzioni contro gli assenteisti).
I veri problemi sono altri due, e nessuno dei due è quello di cui si sta occupando Renzi:
- l'applicazione delle leggi (per esempio, la riforma Brunetta è legge, ma non è mai stata applicata, come tante altre);
- la mentalità del cittadino (sì, del cittadino, non del politico: in qualsiasi paese del mondo il cittadino rispetta le leggi solo se sa di essere punito se non lo fa, non per senso civico).
Caro bischero d'un Renzi, è chiaro che tu vuoi far credere di fare... ma che far semplicemente applicare le leggi purtroppo non ti fornisce la visibilità che ti forniscono le sbandierate riforme. E la visibilità per te è tutto... visto che non hai altro, non hai sostanza.
Insomma... meglio il facite ammuina (anzi il facimm' ammuina) che il vero fare.
Saluti,
Mauro.
venerdì 2 gennaio 2015
TCI - Touring Club Ignoranza
No, il vero TCI (Touring Club Italiano) non c'entra niente, anzi mi scuso se ho sfruttato il suo nome.
Quello che c'entra è il Televideo della RAI.
Nelle pagine dedicate alla cultura (quella che manca ai redattori di dette pagine) in questi giorni c'è una schermata dedicata al film "The Imitation Game" dedicato alla storia di Alan Turing, uno dei più grandi matematici della storia (e uno degli uomini che più contribuì all'abbattimento del nazismo, grazie alla decrittazione dei messaggi cifrati tedeschi... credo tutti abbiate sentito parlare di Enigma).
Bene, ecco la schermata:
Notate niente?
Vi dico io cosa notare: Alan Touring. E no, non è un errore di battitura, visto che quella o in più c'è sia nel titolo che nel testo.
Signori miei, questi redattori "culturali" non solo non sanno chi fu Alan Turing, ma non hanno neanche ritenuto necessario informarsi o almeno andare a vedere il film di cui parlano!
Saluti,
Mauro.
Quello che c'entra è il Televideo della RAI.
Nelle pagine dedicate alla cultura (quella che manca ai redattori di dette pagine) in questi giorni c'è una schermata dedicata al film "The Imitation Game" dedicato alla storia di Alan Turing, uno dei più grandi matematici della storia (e uno degli uomini che più contribuì all'abbattimento del nazismo, grazie alla decrittazione dei messaggi cifrati tedeschi... credo tutti abbiate sentito parlare di Enigma).
Bene, ecco la schermata:
Notate niente?
Vi dico io cosa notare: Alan Touring. E no, non è un errore di battitura, visto che quella o in più c'è sia nel titolo che nel testo.
Signori miei, questi redattori "culturali" non solo non sanno chi fu Alan Turing, ma non hanno neanche ritenuto necessario informarsi o almeno andare a vedere il film di cui parlano!
Saluti,
Mauro.