I politici vengono spesso accusati di essere attaccati alla poltrona.
Ma ci sono anche quelli che si dimettono (o almeno annunciano di farlo). Purtroppo però in un modo che non li rende certo migliori di quelli che non si dimettono. Anzi...
Penso a Walter Tocci, senatore PD, che qui ha spiegato quando e perché (forse) si dimetterà.
Riassumendo: lui darà la fiducia al governo nel voto sul cosiddetto "Jobs Act" (a margine: esiste anche l'italiano, caro Renzi, ma tu da bravo toscano probabilmente lo hai sempre snobbato e mai imparato) per rispetto nei confronti del suo partito, ma subito dopo si dimetterà da senatore per rispetto delle proprie idee e del proprio elettorato.
Qualcosa non quadra: se il tuo partito è in conflitto con le tue idee e/o col tuo elettorato su questioni importanti come il lavoro significa che o il partito o le idee/elettorato il tuo rispetto non lo meritano.
Quindi perché rispettare entrambi?
Semplicemente perché il caro Tocci è un cerchiobottista: prima vota la fiducia per non inimicarsi Renzi, poi si dimette per non inimicarsi i nemici di Renzi (che probabilmente presto lo scalzeranno).
No, caro Tocci, il tuo non è un problema di coscienza e di conflitto interiore: se lo fosse ti dimetteresti prima del voto di fiducia, non dopo averla data, la fiducia.
Saluti,
Mauro.
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