Oggi il governo ha deciso l'abolizione dell'IMU (c'è sempre la speranza che il Parlamento la bocci, ma ne dubito).
Abolizione con eccezioni, con se e con ma... ma pur sempre abolizione.
Non gioite. Ricordatevi l'abolizione dell'ICI.
Quel paio di centinaia di euro che risparmierete con l'IMU li pagherete con gli interessi per la conseguente abolizione o riduzione (per i più fortunati) dei servizi sociali e dei servizi pubblici forniti dagli enti locali.
Voi che gioite per quest'abolizione siete come quel marito che si taglia l'uccello per far dispetto alla moglie, visto che detti servizi prima o poi sono utili a tutti.
E quando non li troverete... imprecherete contro lo Stato.
Ma siete voi che avete votato per la cancellazione di questi servizi... votando per chi vi ha promesso l'abolizione della tassa che detti servizi garantiva.
Prendetevela con voi stessi.
Saluti,
Mauro.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
mercoledì 28 agosto 2013
lunedì 26 agosto 2013
E ora giochiamo con la fisica
Per tutti coloro che amano la scienza ad alto livello ma in fondo sono rimasti dei bambini giocherelloni... le simulazioni di fisica dell'Università del Colorado (anche in italiano!): il programma PhET.
Divertitevi e imparate :-)
Saluti,
Mauro.
Divertitevi e imparate :-)
Saluti,
Mauro.
sabato 24 agosto 2013
La lingua del gusto 2
Già un paio di anni fa vi avevo avvertito riguardo a certe scorrette denominazioni di piatti o prodotti alimentari italani in Germania: "La lingua del gusto".
Quanto scritto allora non è tutto.
Io amo mangiare i prodotti del mare: pesci, crostacei, frutti di mare, ecc.
Tra i prodotti migliori del mare c'è il polpo. Tra le altre cose preparabile in mille modi diversi, quindi adattabile a quasi ogni gusto.
Il problema è che nella maggioranza dei ristoranti qui in Germania trovi l'octopus non il polpo. E fin qui va tutto bene, visto che octopus è semplicemente la traduzione popolare tedesca di polpo (quella veramente corretta sarebbe però Krake).
Il problema comincia quando tu sei in un ristorante italiano e quindi credi di poter senza problemi parlare italiano.
E quasi tutti i camerieri e i cuochi ti offrono un polipo. No grazie. Io non voglio una malattia, io voglio un polpo.
Ma a quanto pare in Germania nei ristoranti italiani esistono solo polipi, non polpi.
Saluti,
Mauro.
Prima puntata.
Terza puntata.
Quarta puntata.
Quanto scritto allora non è tutto.
Io amo mangiare i prodotti del mare: pesci, crostacei, frutti di mare, ecc.
Tra i prodotti migliori del mare c'è il polpo. Tra le altre cose preparabile in mille modi diversi, quindi adattabile a quasi ogni gusto.
Il problema è che nella maggioranza dei ristoranti qui in Germania trovi l'octopus non il polpo. E fin qui va tutto bene, visto che octopus è semplicemente la traduzione popolare tedesca di polpo (quella veramente corretta sarebbe però Krake).
Il problema comincia quando tu sei in un ristorante italiano e quindi credi di poter senza problemi parlare italiano.
E quasi tutti i camerieri e i cuochi ti offrono un polipo. No grazie. Io non voglio una malattia, io voglio un polpo.
Ma a quanto pare in Germania nei ristoranti italiani esistono solo polipi, non polpi.
Saluti,
Mauro.
Prima puntata.
Terza puntata.
Quarta puntata.
mercoledì 21 agosto 2013
La cancelliera e il lager
La Merkel è andata a Dachau.
(Non commento il modo in cui Tarquini riporta la notizia, del resto l'ignoranza di Tarquini è arcinota, anche a chi legge questo blog, vedasi quest'articolo).
Cosa c'è di sorprendente, direte voi, visto che già Willy Brandt si era inginocchiato al ghetto di Varsavia e Helmut Kohl aveva fatto ammenda ad Auschwitz/ /Oświęcim?
Per non citare i vari leader tedeschi che hanno fatto (o almeno provato a fare) pellegrinaggi nei vari luoghi della vergogna/memoria in Polonia, nella ex Cecoslovacchia e persino in Israele.
C'è di sorprendente che nessun leader (o presunto tale) tedesco aveva finora visitato o neanche preso in considerazione uno dei luoghi della vergogna all'interno degli attuali confini tedeschi (Dachau è a pochi chilometri da Monaco di Baviera).
E perché? Perché i nazisti erano sì brutti e cattivi, ma il popolo tedesco era assolutamente innocente, non sapeva nulla di ciò che i nazisti facevano! Questa era la vulgata postbellica di tutti i partiti tedeschi.
Però... campi di concentramento e sterminio in territori che erano tedeschi prima, durante e dopo la guerra... avrebbero smontato questo mito dell'innocenza del popolo tedesco, visto che almeno parte della popolazione non avrebbe potuto non vedere (Dachau è il primo - in assoluto, non solo in territorio patrio tedesco - e più famoso campo di concentramento e di sterminio, ma non l'unico in territorio tedesco "originale" - cioè non conquistato con la forza).
E allora perché oggi (quasi settant'anni dopo la fine della guerra) la Merkel rompe questo tabu?
Non certo perché la Merkel sia contro la vulgata che vuole il popolo tedesco innocente e ingannato (anzi, lei sarebbe favorevole a questa vulgata ancora più dei suoi predecessori), però i nazisti la hanno fregata. Anzi i neonazisti.
Senza il casino creato dagli omicidi razzisti del Nationalsozialistischer Untergrund la Merkel mai sarebbe andata a Dachau. Questo casino le ha imposto di mostrarsi quello che non è, cioè una paladina della lotta al neonazismo (cosa non si fa per quattro voti in più!), e quindi ha ingoiato il rospo e ha visitato Dachau.
Sperando che la notizia si facesse strada tra chi è realmente e attivamente antinazista ma passasse sotto silenzio presso tutti gli altri. Del resto colpevoli erano e sono sempre e solo i nazisti. Il popolo tedesco non ha mai saputo nulla.
Certo, non ha mai saputo nulla.
Saluti,
Mauro.
(Non commento il modo in cui Tarquini riporta la notizia, del resto l'ignoranza di Tarquini è arcinota, anche a chi legge questo blog, vedasi quest'articolo).
Cosa c'è di sorprendente, direte voi, visto che già Willy Brandt si era inginocchiato al ghetto di Varsavia e Helmut Kohl aveva fatto ammenda ad Auschwitz/ /Oświęcim?
Per non citare i vari leader tedeschi che hanno fatto (o almeno provato a fare) pellegrinaggi nei vari luoghi della vergogna/memoria in Polonia, nella ex Cecoslovacchia e persino in Israele.
C'è di sorprendente che nessun leader (o presunto tale) tedesco aveva finora visitato o neanche preso in considerazione uno dei luoghi della vergogna all'interno degli attuali confini tedeschi (Dachau è a pochi chilometri da Monaco di Baviera).
E perché? Perché i nazisti erano sì brutti e cattivi, ma il popolo tedesco era assolutamente innocente, non sapeva nulla di ciò che i nazisti facevano! Questa era la vulgata postbellica di tutti i partiti tedeschi.
Però... campi di concentramento e sterminio in territori che erano tedeschi prima, durante e dopo la guerra... avrebbero smontato questo mito dell'innocenza del popolo tedesco, visto che almeno parte della popolazione non avrebbe potuto non vedere (Dachau è il primo - in assoluto, non solo in territorio patrio tedesco - e più famoso campo di concentramento e di sterminio, ma non l'unico in territorio tedesco "originale" - cioè non conquistato con la forza).
E allora perché oggi (quasi settant'anni dopo la fine della guerra) la Merkel rompe questo tabu?
Non certo perché la Merkel sia contro la vulgata che vuole il popolo tedesco innocente e ingannato (anzi, lei sarebbe favorevole a questa vulgata ancora più dei suoi predecessori), però i nazisti la hanno fregata. Anzi i neonazisti.
Senza il casino creato dagli omicidi razzisti del Nationalsozialistischer Untergrund la Merkel mai sarebbe andata a Dachau. Questo casino le ha imposto di mostrarsi quello che non è, cioè una paladina della lotta al neonazismo (cosa non si fa per quattro voti in più!), e quindi ha ingoiato il rospo e ha visitato Dachau.
Sperando che la notizia si facesse strada tra chi è realmente e attivamente antinazista ma passasse sotto silenzio presso tutti gli altri. Del resto colpevoli erano e sono sempre e solo i nazisti. Il popolo tedesco non ha mai saputo nulla.
Certo, non ha mai saputo nulla.
Saluti,
Mauro.
lunedì 19 agosto 2013
Certificato di nascita alla tedesca
Prima che leggiate (e valutiate) oltre, voglio fare una premessa: sto cercando di semplificare e rendere comprensibili questioni molto complesse, che io stesso credo di aver capito, ma non garantisco veramente di esserci riuscito.
E soprattutto: in ogni cosa che leggete non vi è nessuno giudizio morale (né esplicito, né implicito), ma solo un tentativo di analisi pratica (neanche scientifica, solo pratica).
Dal primo novembre prossimo in Germania sarà permesso ai genitori di non indicare (o non far indicare, come sarebbe più corretto dire) il sesso del neonato sul certificato di nascita.
Cioè si potrà, come sempre si è potuto, indicare "maschio" o "femmina", ma si potrà anche lasciare il campo vuoto.
Prima che qualcuno di voi fraintenda: no, la cosa non ha nulla a che vedere con i diritti riconosciuti (o non riconosciuti) a omosessuali, transgender, ecc.
Quindi, sia che siate favorevoli sia che siate contrari a questi diritti, rimettetevi a sedere e state buoni :-)
La cosa ha a che vedere con biologia e genetica (ed estetica, anche se non nel senso che pensate voi... leggete oltre e capirete).
Che la cosa piaccia o no, spesso nascono bambini con caratteristiche sessuali (non tendenze sessuali, oggigiorno purtroppo bisogna sempre specificare tutto, un neonato ha caratteristiche sessuali, ma non può avere nessuna tendenza sessuale) ambigue, non esplicite.
E se talvolta è solo una questione estetica (il bambino è sì geneticamente o maschio o femmina, ma magari è nato in anticipo, quando esteticamente la differenziazione non era ancora completa, per esempio), spesso invece è una questione genetica: il patrimonio genetico stesso è un po' ambiguo.
Nel primo caso basta aver pazienza e tutto andrà a posto da solo (nel senso che l'ambiguità sessuale si chiarirà naturalmente), nel secondo caso l'ambiguità (più o meno forte) rimarrà a vita (a meno di interventi chirurgici, ma ciò non c'entra col tema di questo articolo).
Al di là di tutte le questioni psicologiche che la cosa può comportare, sia per i genitori subito che per il bambino dopo (non credetevi che psicologicamente la nostra società sia poi così più avanzata di quella neanderthaliana), rimane - e non è da sottovalutare - il problema burocratico.
Come "classificare" questi bambini?
Finora era imposta una decisione: o maschio o femmina. Punto.
Nei casi ambigui i genitori dovevano comunque dire qualcosa (e posso immaginarmi che alcuni genitori abbiano preferito - non solo in Germania - affidare detti bambini agli orfanatrofi, piuttosto che decidere), volenti o nolenti.
Ora la Germania - e la cosa le fa onore - cerca di risolvere questo problema concedendo il diritto di non indicare il sesso del neonato sull'atto di nascita.
E fin qui tutto bene. Ottima decisione, corretta sia da un punto di vista etico che scientifico.
Il problema è che la legge nasce zoppa... in Germania (come in ogni altro paese) servono documenti e certificazioni per le più disparate cose, sia pubbliche che private, fin dalla più tenera età (cioè dove questi documenti e certificazioni te li devono fare i genitori). E per alcuni di questi documenti e certificazioni è obbligatorio presentare il certificato di nascita.
Però... questi documenti e certificazioni talvolta pretendono di sapere se sei maschio o femmina e non hanno una terza opzione come il certificato di nascita.
La legge obbligherà solo il certificato di nascita a comprendere la terza opzione.
Cosa succederà ai bambini della "terza opzione" quando i loro genitori dovranno fare per loro altri documenti o certificazioni?
La legge non lo dice.
Ergo: tutto sarà lasciato all'arbitrio del funzionario di turno. Con le conseguenze che possiamo immaginare.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Nei prossimi giorni riporterò le fonti di quanto sopra.
E soprattutto: in ogni cosa che leggete non vi è nessuno giudizio morale (né esplicito, né implicito), ma solo un tentativo di analisi pratica (neanche scientifica, solo pratica).
Dal primo novembre prossimo in Germania sarà permesso ai genitori di non indicare (o non far indicare, come sarebbe più corretto dire) il sesso del neonato sul certificato di nascita.
Cioè si potrà, come sempre si è potuto, indicare "maschio" o "femmina", ma si potrà anche lasciare il campo vuoto.
Prima che qualcuno di voi fraintenda: no, la cosa non ha nulla a che vedere con i diritti riconosciuti (o non riconosciuti) a omosessuali, transgender, ecc.
Quindi, sia che siate favorevoli sia che siate contrari a questi diritti, rimettetevi a sedere e state buoni :-)
La cosa ha a che vedere con biologia e genetica (ed estetica, anche se non nel senso che pensate voi... leggete oltre e capirete).
Che la cosa piaccia o no, spesso nascono bambini con caratteristiche sessuali (non tendenze sessuali, oggigiorno purtroppo bisogna sempre specificare tutto, un neonato ha caratteristiche sessuali, ma non può avere nessuna tendenza sessuale) ambigue, non esplicite.
E se talvolta è solo una questione estetica (il bambino è sì geneticamente o maschio o femmina, ma magari è nato in anticipo, quando esteticamente la differenziazione non era ancora completa, per esempio), spesso invece è una questione genetica: il patrimonio genetico stesso è un po' ambiguo.
Nel primo caso basta aver pazienza e tutto andrà a posto da solo (nel senso che l'ambiguità sessuale si chiarirà naturalmente), nel secondo caso l'ambiguità (più o meno forte) rimarrà a vita (a meno di interventi chirurgici, ma ciò non c'entra col tema di questo articolo).
Al di là di tutte le questioni psicologiche che la cosa può comportare, sia per i genitori subito che per il bambino dopo (non credetevi che psicologicamente la nostra società sia poi così più avanzata di quella neanderthaliana), rimane - e non è da sottovalutare - il problema burocratico.
Come "classificare" questi bambini?
Finora era imposta una decisione: o maschio o femmina. Punto.
Nei casi ambigui i genitori dovevano comunque dire qualcosa (e posso immaginarmi che alcuni genitori abbiano preferito - non solo in Germania - affidare detti bambini agli orfanatrofi, piuttosto che decidere), volenti o nolenti.
Ora la Germania - e la cosa le fa onore - cerca di risolvere questo problema concedendo il diritto di non indicare il sesso del neonato sull'atto di nascita.
E fin qui tutto bene. Ottima decisione, corretta sia da un punto di vista etico che scientifico.
Il problema è che la legge nasce zoppa... in Germania (come in ogni altro paese) servono documenti e certificazioni per le più disparate cose, sia pubbliche che private, fin dalla più tenera età (cioè dove questi documenti e certificazioni te li devono fare i genitori). E per alcuni di questi documenti e certificazioni è obbligatorio presentare il certificato di nascita.
Però... questi documenti e certificazioni talvolta pretendono di sapere se sei maschio o femmina e non hanno una terza opzione come il certificato di nascita.
La legge obbligherà solo il certificato di nascita a comprendere la terza opzione.
Cosa succederà ai bambini della "terza opzione" quando i loro genitori dovranno fare per loro altri documenti o certificazioni?
La legge non lo dice.
Ergo: tutto sarà lasciato all'arbitrio del funzionario di turno. Con le conseguenze che possiamo immaginare.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Nei prossimi giorni riporterò le fonti di quanto sopra.
sabato 17 agosto 2013
Il declino delle città
Una banalità (banale ma vera, non una leggenda metropolitana) dice che le città nel mondo industrializzato perdono popolazione o rimangono stagnanti, mentre nei paesi in via di sviluppo crescono, talvolta addirittura in maniera incontrollata.
Ciò è vero, anzi verissimo, se consideriamo solo le città in sé e non il loro hinterland (per esempio, Milano perde popolazione all'interno del comune da anni, ma se consideriamo l'agglomerato urbano di Milano e non solo il suo territorio comunale invece Milano cresce).
Ci sono però città dove la popolazione diminuisce e basta. Non si sposta nell'hinterland come a Milano. Sparisce. Punto.
E questo dato è il miglior indicatore del declino di una città. I vari indicatori finanziari o economici dicono decisamente di meno di quelli demografici.
Perché gli indicatori finanziari ed economici ci parlano solo del presente (checché possano dire i vari economisti), quelli demografici invece ci parlano del futuro, visto che mostrano senza pietà la fiducia che la gente ha in detta città (regione/nazione/ecc.).
In Italia il migliore esempio di ciò è (purtroppo) la mia Genova.
Al censimento del 1971 Genova aveva più di 800000 abitanti, negli anni successivi si avvicinò ai 900000 e c'era chi sognava (sogno o incubo, fate voi) di raggiungere il milione.
Al censimento del 2011 Genova non aveva neanche 600000 abitanti.
In quarant'anni persi quindi per lo meno 200000 abitanti (forse anche 300000). E l'hinterland è sì cresciuto... ma di un paio di migliaia di abitanti, 10000/20000 a voler essere generosi.
Nel mondo invece il miglior esempio in assoluto è invece la cosiddetta "capitale mondiale dell'automobile": Detroit.
Nel 1950 aveva quasi due milioni di abitanti (1850000 per la precisione). Nel 2012 si è ritrovata ad averne 700000. Credo che ogni commento sia superfluo.
E anche a Detroit l'hinterland non è cresciuto, anzi... è crollato con la città.
A ciò va aggiunto che la diminuzione della popolazione significa anche invecchiamento della stessa... quindi invertire la tendenza richiede sforzi veramente enormi, visto che a quel punto per riprendere a crescere bisogna dare non solo speranze a chi nella città già ci vive, ma anche attrarre chi sta fuori... ma molto fuori, se parliamo di città come Genova o Detroit...
Saluti,
Mauro.
Ciò è vero, anzi verissimo, se consideriamo solo le città in sé e non il loro hinterland (per esempio, Milano perde popolazione all'interno del comune da anni, ma se consideriamo l'agglomerato urbano di Milano e non solo il suo territorio comunale invece Milano cresce).
Ci sono però città dove la popolazione diminuisce e basta. Non si sposta nell'hinterland come a Milano. Sparisce. Punto.
E questo dato è il miglior indicatore del declino di una città. I vari indicatori finanziari o economici dicono decisamente di meno di quelli demografici.
Perché gli indicatori finanziari ed economici ci parlano solo del presente (checché possano dire i vari economisti), quelli demografici invece ci parlano del futuro, visto che mostrano senza pietà la fiducia che la gente ha in detta città (regione/nazione/ecc.).
In Italia il migliore esempio di ciò è (purtroppo) la mia Genova.
Al censimento del 1971 Genova aveva più di 800000 abitanti, negli anni successivi si avvicinò ai 900000 e c'era chi sognava (sogno o incubo, fate voi) di raggiungere il milione.
Al censimento del 2011 Genova non aveva neanche 600000 abitanti.
In quarant'anni persi quindi per lo meno 200000 abitanti (forse anche 300000). E l'hinterland è sì cresciuto... ma di un paio di migliaia di abitanti, 10000/20000 a voler essere generosi.
Nel mondo invece il miglior esempio in assoluto è invece la cosiddetta "capitale mondiale dell'automobile": Detroit.
Nel 1950 aveva quasi due milioni di abitanti (1850000 per la precisione). Nel 2012 si è ritrovata ad averne 700000. Credo che ogni commento sia superfluo.
E anche a Detroit l'hinterland non è cresciuto, anzi... è crollato con la città.
A ciò va aggiunto che la diminuzione della popolazione significa anche invecchiamento della stessa... quindi invertire la tendenza richiede sforzi veramente enormi, visto che a quel punto per riprendere a crescere bisogna dare non solo speranze a chi nella città già ci vive, ma anche attrarre chi sta fuori... ma molto fuori, se parliamo di città come Genova o Detroit...
Saluti,
Mauro.
venerdì 9 agosto 2013
Datemi pure dell'antisemita (ma anche i palestinesi sono semiti)
Forse la comunità ebraica dovrebbe andare dallo psicologo, viste le fisime che si porta dietro.
Chi mi conosce sa benissimo che io sono quanto più lontano possa esistere da idee di destra e/o antisemitiche... però sinceramente certe esagerazioni fanno cadere la battaglia contro l'antisemitismo nel ridicolo.
Ed è triste che la comunità ebraica non se ne renda conto.
Come è triste che la comunità ebraica non si renda conto che Israele a Gaza e in Cisgiordania si comporti come la Germania degli anni '30 e '40 contro gli ebrei mitteleuropei.
Saluti,
Mauro.
Chi mi conosce sa benissimo che io sono quanto più lontano possa esistere da idee di destra e/o antisemitiche... però sinceramente certe esagerazioni fanno cadere la battaglia contro l'antisemitismo nel ridicolo.
Ed è triste che la comunità ebraica non se ne renda conto.
Come è triste che la comunità ebraica non si renda conto che Israele a Gaza e in Cisgiordania si comporti come la Germania degli anni '30 e '40 contro gli ebrei mitteleuropei.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 7 agosto 2013
Intelligenza non rilevabile
Io non ho né il tempo né la voglia di andare a fare ricerche approfondite su questa notizia.
Però il modo in cui è presentata la notizia dimostra senza ombra di dubbio che anche l'autore dell'articolo non ha avuto nessuna voglia di fare ricerche al proposito (anzi non ha avuto neanche voglia di porsi domande, altro che fare ricerche)... il che dimostra che forse (ma molto forse) l'esplosivo liquido sviluppato da Al Qaeda è sì non rilevabile... ma anche che di sicuro (e non solo forse) non è rilevabile l'intelligenza del giornalista stesso.
Saluti,
Mauro.
Però il modo in cui è presentata la notizia dimostra senza ombra di dubbio che anche l'autore dell'articolo non ha avuto nessuna voglia di fare ricerche al proposito (anzi non ha avuto neanche voglia di porsi domande, altro che fare ricerche)... il che dimostra che forse (ma molto forse) l'esplosivo liquido sviluppato da Al Qaeda è sì non rilevabile... ma anche che di sicuro (e non solo forse) non è rilevabile l'intelligenza del giornalista stesso.
Saluti,
Mauro.
domenica 4 agosto 2013
La guerra civile di Bondi
Sandro Bondi minaccia la guerra civile (sì, la sua è una minaccia, non una previsione o una paura).
Al di là di ciò che tale minaccia giuridicamente dovrebbe comportare... io mi chiedo: ma uno come Bondi sarebbe veramente pronto a combattere, armi in mano, per un'idea? Oppure è uno dei tanti predicatori dell'"armiamoci e partite"?
Caro Bondi, se sarà guerra civile io sono pronto a scendere in strada armi in mano e a combattere per l'Italia (quindi contro Berlusconi). Spero che tu avrai le palle di scendere anche in strada e di starmi di fronte armi in mano.
Perché, ti posso garantire, se scoppia veramente la guerra civile (cosa che io comunque non credo, voi berlusconiani siete troppo vigliacchi e noi antiberlusconiani siamo troppo seri, anche se talvolta scemi) e tu non sarai lì armi in mano sulle barricate... farai una fine molto peggiore di quella che faresti sulle barricate.
Te lo prometto.
Saluti,
Mauro.
Al di là di ciò che tale minaccia giuridicamente dovrebbe comportare... io mi chiedo: ma uno come Bondi sarebbe veramente pronto a combattere, armi in mano, per un'idea? Oppure è uno dei tanti predicatori dell'"armiamoci e partite"?
Caro Bondi, se sarà guerra civile io sono pronto a scendere in strada armi in mano e a combattere per l'Italia (quindi contro Berlusconi). Spero che tu avrai le palle di scendere anche in strada e di starmi di fronte armi in mano.
Perché, ti posso garantire, se scoppia veramente la guerra civile (cosa che io comunque non credo, voi berlusconiani siete troppo vigliacchi e noi antiberlusconiani siamo troppo seri, anche se talvolta scemi) e tu non sarai lì armi in mano sulle barricate... farai una fine molto peggiore di quella che faresti sulle barricate.
Te lo prometto.
Saluti,
Mauro.
sabato 3 agosto 2013
La condanna a Berlusconi (e i suoi favoreggiatori)
So che la cosa è, per lo meno per ragioni logistiche, impossibile.
Però ora che Berlusconi è stato condannato (trovato colpevole lo era già stato più volte, checché dicano i suoi sostenitori, basta leggersi le sentenze di prescrizione: più di una di fatto dice che le prove erano schiaccianti, ma ormai i termini temporali superati) una cosa va detta.
I milioni di italiani che in questi vent'anni hanno continuato a votarlo a questo punto sono colpevoli di favoreggiamento.
E per il reato di favoreggiamento andrebbero processati.
Saluti,
Mauro.
Però ora che Berlusconi è stato condannato (trovato colpevole lo era già stato più volte, checché dicano i suoi sostenitori, basta leggersi le sentenze di prescrizione: più di una di fatto dice che le prove erano schiaccianti, ma ormai i termini temporali superati) una cosa va detta.
I milioni di italiani che in questi vent'anni hanno continuato a votarlo a questo punto sono colpevoli di favoreggiamento.
E per il reato di favoreggiamento andrebbero processati.
Saluti,
Mauro.
Mauro, Stoccarda e le auto
Nel 2003 vivevo ancora (purtroppo) a Stoccarda (per il mio rapporto con Stoccarda potete leggere qui).
Oggi curiosando sul sito di una rivista automobilistica tedesca ho visto la foto di un'auto nata dalla collaborazione tra Mercedes, AMG e McLaren: la Mercedes SLR McLaren.
E ciò ha portato a galla dei ricordi.
La produzione di quest'auto cominciò nel 2004, ma il prototipo venne presentato nel 2003.
La Mercedes era cliente dell'azienda dove allora lavoravo e così io venni invitato alla presentazione del prototipo.
Un bell'oggettino, va detto. Il design tutto sommato migliorabile (e non poco) ma tecnicamente una gran macchina.
Io me la guardai bene, la osservai in ogni possibile dettaglio non nascosto e poi andai da un gruppo di ingegneri della Mercedes che conoscevo e dopo un paio di frasi di circostanza gli diedi il mio giudizio sull'auto: "Nicht schlecht, um kein Alfa Romeo zu sein".
Per chi non parla il tedesco: "Non male, per non essere un'Alfa Romeo".
Avreste dovuto vedere le loro facce. Impagabili :-)
Saluti,
Mauro.
Oggi curiosando sul sito di una rivista automobilistica tedesca ho visto la foto di un'auto nata dalla collaborazione tra Mercedes, AMG e McLaren: la Mercedes SLR McLaren.
E ciò ha portato a galla dei ricordi.
La produzione di quest'auto cominciò nel 2004, ma il prototipo venne presentato nel 2003.
La Mercedes era cliente dell'azienda dove allora lavoravo e così io venni invitato alla presentazione del prototipo.
Un bell'oggettino, va detto. Il design tutto sommato migliorabile (e non poco) ma tecnicamente una gran macchina.
Io me la guardai bene, la osservai in ogni possibile dettaglio non nascosto e poi andai da un gruppo di ingegneri della Mercedes che conoscevo e dopo un paio di frasi di circostanza gli diedi il mio giudizio sull'auto: "Nicht schlecht, um kein Alfa Romeo zu sein".
Per chi non parla il tedesco: "Non male, per non essere un'Alfa Romeo".
Avreste dovuto vedere le loro facce. Impagabili :-)
Saluti,
Mauro.
giovedì 1 agosto 2013
Le lotte di potere nelle aziende (leggasi Siemens)
Le lotte di potere non ci sono solo in politica.
Ci sono anche - anzi soprattutto - nel mondo delle grandi aziende.
Chi mi conosce sa che lavoro alla Siemens. Non sono certo un top manager, ma non ho neanche una posizione da disprezzare. Per di più, al di là della mia posizione, lavoro in uno dei più importanti centri tedeschi dell'azienda (per capirsi meglio, il centro sede della sezione "gas e petrolio").
La Siemens è una multinazionale con base in Germania.
Ha più di 400000 dipendenti diretti che salgono a più di 500000 considerando le aziende controllate.
Se pensiamo anche all'indotto che muove, il calcolo diventa difficile, ma si arriva all'ordine del milione e oltre (chiaramente nel mondo, non solo in Germania).
Bene, questa "azienduccia" ha appena vissuto un cambio al vertice... un piccolo colpo di stato aziendale.
E, da persona interna alla Siemens, da persona che qualcosa sa... vi posso dire che questa lotta di potere è stata vinta da chi vincerla non doveva.
Prossimamente i dettagli al proposito.
Saluti,
Mauro.
Ci sono anche - anzi soprattutto - nel mondo delle grandi aziende.
Chi mi conosce sa che lavoro alla Siemens. Non sono certo un top manager, ma non ho neanche una posizione da disprezzare. Per di più, al di là della mia posizione, lavoro in uno dei più importanti centri tedeschi dell'azienda (per capirsi meglio, il centro sede della sezione "gas e petrolio").
La Siemens è una multinazionale con base in Germania.
Ha più di 400000 dipendenti diretti che salgono a più di 500000 considerando le aziende controllate.
Se pensiamo anche all'indotto che muove, il calcolo diventa difficile, ma si arriva all'ordine del milione e oltre (chiaramente nel mondo, non solo in Germania).
Bene, questa "azienduccia" ha appena vissuto un cambio al vertice... un piccolo colpo di stato aziendale.
E, da persona interna alla Siemens, da persona che qualcosa sa... vi posso dire che questa lotta di potere è stata vinta da chi vincerla non doveva.
Prossimamente i dettagli al proposito.
Saluti,
Mauro.