Visto che l'articolo di Repubblica che ho messo alla berlina la settimana scorsa nell'intervento Ignoranza brevettata è ancora visibile e - nonostante tutto il tam tam in rete (non solo dovuto al mio blog, ovviamente) da Repubblica non è arrivata neanche alcuna presa di distanza o articolo correttivo, martedì scorso mi sono permesso di scrivere alla redazione online di Repubblica (repubblicawww@repubblica.it).
Come prevedibile neanche alla mia lettera è stato risposto, quindi ve la ripropongo qui sotto, tanto per metterli ancora un po' alla berlina.
Saluti,
Mauro.
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Spettabile redazione,
il 25 ottobre avete pubblicato sul vostro sito l'articolo "Brevetti, patate e broccoli come auto di lusso - Le mani delle multinazionali sui prodotti agricoli" (http://www.repubblica.it/economia/2011/10/25/news/brevetti-23791788/?ref=HREC2-9).
Articolo che mi ha fatto accapponare la pelle per il cumulo di scemenze che contiene. L'autore non ha assolutamente la minima idea di ciò di cui parla.
Ora, una settimana dopo, vedo con raccapriccio che l'articolo è ancora presente sul vostro sito, che nessuno ha pensato di salvare almeno la faccia di Repubblica togliendolo.
Comunque, se volete imparare qualcosa su brevetti e prodotti agricoli, potete leggere il mio commento al proposito: "Ignoranza brevettata" (http://pensieri-eretici.blogspot.com/2011/10/ignoranza-brevettata.html), egregiamente completato da un ulteriore commento di Giordano Masini: "Il broccolo di Repubblica" (http://lavalledelsiele.com/2011/10/26/il-broccolo-di-repubblica/).
Persino Dario Bressanini, che ha il suo blog presso di voi (http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it), in uno degli ultimi commenti a questo suo intervento "OGM, una panoramica" (http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/06/27/ogm-una-panoramica/) ha scritto che l'articolo di Andrea Tarquini è stato giustamente massacrato.
Sinceramente, tanta ignoranza scientifica e il suo diffonderla da parte vostra è semplicemente vergognoso.
Cordiali saluti,
Mauro Venier.
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