Lo spostamento delle festività civili nazionali non ha nessun significato economico.
Per capirlo basta guardare la Germania (come esempio, ma vanno bene anche altri paesi): ci sono più festività che in Italia e le grandi aziende impongono ai propri dipendenti i ponti.
Il significato è puramente politico.
Spostare il primo maggio significa attaccare la Costituzione (ricordate come questa comincia?).
Spostare il 25 aprile significa picconare le fondamenta liberali e democratiche del paese (dice niente la parola Resistenza?).
Spostare il 2 giugno significa attaccare la forma repubblicana dello Stato (qualcuno ricorda cosa successe il 2 giugno?).
Ma non contenti di ciò... in un paese che dovrebbe essere laico e non teocratico, si salvano le festività religiose e semi-religiose.
E con questo Berlusconi, Tremonti & co. hanno richiuso la breccia di Porta Pia.
Saluti,
Mauro.
io sono disgustata. Una manovra che ha molti molti punti di carenza, se non di anticostituzionalità. Ma perché è normale collegare la tredicesima al raggiungimento degli obiettivi (non propri, ma dell'ente di riferimento)? Oppure negare per due anni (o forse più) il TFR a un povero cristo che ha lavorato per 40 anni? SI chiama trattamento di fine rapporto, non regalia e quindi andrebbe pagata subito. Ma la crisi la pagano i soliti poveracci.
RispondiEliminaL'Europa ha fornito (spero non consciamente) a Berlusconi la scusa per fare molto di quello che la sua mente ladra e antidemocratica ha sempre sognato.ni la scusa per fare molto di quello che la sua mente ladra e antidemocratica ha sempre sognato.
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