I recenti referenda si sono conclusi con percentuali "bulgare" (forse in futuro i bulgari le chiameranno percentuali "italiane" ;-) ).
Interessante l'opinione espressa oggi al proposito da Giuseppe De Rita (presidente del CENSIS) in un editoriale in prima pagina sul Corriere della Sera: "La trappola della semplicità".
Meditate, gente, meditate.
Saluti,
Mauro.
Ciao Mauretto! Se devo essere sincera questi articoli del Corriere della Sera mi sembrano di un qualunquismo terrificante perché partono da un presupposto totalmente sbagliato, almeno per me, ovvero che tutti coloro che hanno votato quattro sì non abbiano ragionato e abbiano seguito la massa.
RispondiEliminaSarebbe ora che questi giornalisti scendessero dal loro piedistallo e seguissero veramente i dibattiti in rete, io ( e con me molti altri ) ho seguito dibattiti, convegni sia sull'acqua che sull'energia nucleare, non sono totalmente contraria né alla privatizzazione della prima né all'uso della seconda.
Il problema di fondo è che la legge Ronchi imponeva la privatizzazione dell'acqua e di certi servizi pubblici, per una volta mi sento di essere totalmente d'accordo con Bersani che due settimane fa, circa, spiegò a chiare lettere quello che ho appena detto io, ma tutti a dargli addosso e a dire " Ah ora sei contro la privatizzazione" quando lui ripeteva " Né il pubblico né il privato sono il meglio a prescindere, semplicemente non è giusto che per legge dei servizi pubblici debbano andare PER FORZA a dei privati" ma ho l'impressione che molti politici in studio e anche vari spettatori a casa soffrano di sordità...
Quanto al nucleare, lo so io e lo sai tu che da noi si volevano costruire delle centrali già vecchie ora, figurarsi nel 2020, se si deve fare il nucleare lo si deve fare seguendo dei veri esperti, tipo Rubbia , che però è stato cacciato dalla commissione... in Italia coloro che si intendono seriamente di qualcosa finiscono a fare tutt'altro oppure sono costretti ad emigrare!
Un caro saluti, Silvia
Hai letto proprio male, carissima.
RispondiEliminaIo ho citato un commento del presidente del CENSIS, non un articolo di qualche giornalista.
Senza offesa, il tuo commento è un po' come i cavoli a merenda :-)
O_O scusa Mauro ma tu nel tuo post hai scritto bello chiaro che si trattava di un articolo in prima pagina del Corriere della Sera.
RispondiEliminaSarà anche il presidente del Censis, ma resto un articolo del Corriere della Sera e il signorino nell'articolo dice proprio
L'onda dell'opinione è andata quindi avanti senza incontrare resistenza; e la dimensione quasi totalitaria di «sì» sta a dimostrare che non c'è stata dialettica di pensieri, ma solo globale e unidirezionale vento d'opinione. Non sembri paradossale, ma nel risultato ci vedo ancora tanto berlusconismo, i segni di una cultura politica cioè che cavalca l'andamento dell'opinione pubblica ma non sa affrontare i complessi problemi sistemici del Paese, quelli che non possono essere affrontati sulla base dei sondaggi (campionari o totalitari) e dei contatti e messaggi telematici.
che c'entra eccome con questa mia frase
mi sembrano di un qualunquismo terrificante perché partono da un presupposto totalmente sbagliato, almeno per me, ovvero che tutti coloro che hanno votato quattro sì non abbiano ragionato e abbiano seguito la massa.
il signorino parla di mancanza di dialettica e di sì di massa, forse dovresti leggere anche tu con più attenzione prima di accusare gli altri di non farlo...
p.s: inoltre se lui parla dei referendum ( e sta parlando dei referendum ritenendo a torto che ha votato sì lo ha fatto senza ragionare) penso di avere il diritto di spiegare perché li ho votati oppure è più comodo credere a ciò che dice lui ovvero che siamo tutti una massa idiota, incapace di qualunque dialettica e in ciò ci vede ancora del berlusconismo?
RispondiEliminaSicuramente una parte di chi ha votato (come sicuramente tu Silvietta) era informata ma è comunque vero che i referendum "tecnici" (intendendo con questo termine quelli che non appartengono alla sfera morale, tipo quelli che sono stati fatti su aborto e divorzio) di solito sono ostici e poco interessanti per la maggior parte della gente. E' per questo che i fautori del SI o del NO tendono a fare una campagna elettorale a suon di slogan più o meno semplicistici al fine di convincere le masse, il che coincide proprio con quel metodo Berlusconiano di acquisizione del consenso che ormai ben conosciamo. In questo senso mi sento di poter considerare interessante l'opinione dell'autore dell'articolo.
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