Penso che molti di voi seguano - volenti o nolenti, visto che riempie giornali e telegiornali - il caso Marrazzo, presidente della regione Lazio ricattato per un video che lo ritrae con un transessuale (qui il primo articolo di Repubblica sul tema, del 23 ottobre scorso).
Seguendo le notizie mi ha colpito il nome della via dove è avvenuto l'incontro tra Marrazzo e "Natalì": Via Gradoli.
Non l'abbiamo già sentito da qualche parte questo nome? Non è successo già qualcosa di poco chiaro in passato in questa via?
Ma sì, come abbiamo fatto a dimenticarcene? Aldo Moro!
Via Gradoli compare anche nella storia del rapimento di Aldo Moro, spuntata da una seduta spiritica (a cui partecipò anche Romano Prodi) apparentemente tenuta per scoprire il nascondiglio dove le Brigate Rosse tenevano prigioniero l'allora presidente della DC.
Però il nascondiglio di Via Gradoli non venne scoperto... su indicazioni dei servizi segreti le ricerche vennero indirizzate verso il paesino di Gradoli in provincia di Viterbo.
Servizi segreti e Via Gradoli? Solo nel caso Moro?
Concita De Gregorio, direttrice dell'Unità, ci ricorda nel suo blog che anche oggi i servizi segreti frequentano volentieri via Gradoli: "via Gradoli a Roma era considerata fino a ieri una zona franca, un luogo dove non ci sarebbero stati controlli di polizia né retate per la semplice ragione che quelle case di appuntamenti, nella strada ce ne sono varie, le frequentavano politici di destra e di sinistra, uomini di governo [...] «Via Gradoli 96» è il titolo di un libro di Sergio Flamigni: "una palazzina dei servizi segreti, scrive" (qui il testo completo).
Insomma via Gradoli è una via dei servizi, come ci sono le vie degli acquisti e quelle degli uffici.
Che poi i servizi siano segreti o sessuali, apparentemente poca differenza fa. O forse proprio nessuna.
Saluti,
Mauro.
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