Io non credo che le ONG che operano nel Mediterraneo siano in combutta con gli scafisti. Almeno non la maggioranza delle ONG.
Però è un dato di fatto che in ogni categoria ci siano le pecore nere. E le ONG logicamente non costituiscono un'eccezione al proposito.
Il problema vero però è un altro: la "preparazione" dei volontari, visto che di volontariato vivono le ONG.
Siamo sicuri che detta preparazione sia adeguata?
Oppure, pur con tutta la buona volontà e la buona fede, le ONG invece rischiano di ostacolare l'attività dei professionisti, di chi sa cosa fare (cioè le varie Marine Militari e soprattutto le varie Guardie Costiere)?
Saluti,
Mauro.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
sabato 29 aprile 2017
Strane contestazioni di tifosi in Bundesliga
Ieri qui in Germania nella Bundesliga (e non nella Bundes, come la chiama - unica o quasi al mondo - la Gazzetta dello Sport) il Bayer Leverkusen ha perso in casa 4 a 1 contro lo Schalke 04.
Dopo la partita i tifosi del Bayer hanno contestato.
Dove sta la notizia, chiederete voi.
Semplicemente la notizia sta nel fatto che il Bayer Leverkusen non ha tifosi. Essendo un dopolavoro aziendale di fatto non può averne. Ha solo clienti della Bayer che si credono tifosi (e probabilmente vengono pagati per andare allo stadio).
Saluti,
Mauro.
Dopo la partita i tifosi del Bayer hanno contestato.
Dove sta la notizia, chiederete voi.
Semplicemente la notizia sta nel fatto che il Bayer Leverkusen non ha tifosi. Essendo un dopolavoro aziendale di fatto non può averne. Ha solo clienti della Bayer che si credono tifosi (e probabilmente vengono pagati per andare allo stadio).
Saluti,
Mauro.
venerdì 28 aprile 2017
martedì 25 aprile 2017
25 Aprile
Oggi è la festa della Liberazione, la più importante festività civile italiana.
Mai però in vita mia ho visto e sentito tante polemiche come quest'anno (e sono nato nel 1968, quindi di 25 aprile un po' ne ho già visti).
Un tempo (neanche poi tanto lontano, anzi vicinissimo) solo quattro gatti neofascisti (che tra l'altro neanche nulla sapevano del fascismo vero) contestavano e polemizzavano contro il 25 aprile.
Oggi invece tutti contestano tutto e polemizzano su tutto senza neanche sapere cosa contestano e perché polemizzano.
Il problema però non è fascismo contro antifascismo o destra contro sinistra. E non è neanche l'ignoranza storica e civile.
Il problema è che ormai non esiste più un Paese Italia.
Dalla fine della cosiddetta "prima repubblica" esistono solo tante piccole sette, parrocchie, lobbies, società... chiamatele come cavolo volete... e ciascuna di esse cerca di tirare la celebrazione nel proprio giardinetto.
Ma non esiste più quel sentimento di comunanza che prima esisteva, pur con tutti i suoi difetti e mancanze.
L'Italia non esiste più.
Saluti,
Mauro.
Mai però in vita mia ho visto e sentito tante polemiche come quest'anno (e sono nato nel 1968, quindi di 25 aprile un po' ne ho già visti).
Un tempo (neanche poi tanto lontano, anzi vicinissimo) solo quattro gatti neofascisti (che tra l'altro neanche nulla sapevano del fascismo vero) contestavano e polemizzavano contro il 25 aprile.
Oggi invece tutti contestano tutto e polemizzano su tutto senza neanche sapere cosa contestano e perché polemizzano.
Il problema però non è fascismo contro antifascismo o destra contro sinistra. E non è neanche l'ignoranza storica e civile.
Il problema è che ormai non esiste più un Paese Italia.
Dalla fine della cosiddetta "prima repubblica" esistono solo tante piccole sette, parrocchie, lobbies, società... chiamatele come cavolo volete... e ciascuna di esse cerca di tirare la celebrazione nel proprio giardinetto.
Ma non esiste più quel sentimento di comunanza che prima esisteva, pur con tutti i suoi difetti e mancanze.
L'Italia non esiste più.
Saluti,
Mauro.
sabato 22 aprile 2017
Dove trovano le uova i conigli pasquali?
Domenica scorsa era Pasqua e come molti di voi sapranno è tradizione qui in Germania che il coniglio pasquale (Osterhase in tedesco) porti le uova.
Ma è sempre rimasto un mistero come faccia a procurarsele: del resto i conigli non depongono uova e neanche sono mai stati avvistati nei supermercati ad acquistarle.
E allora?
Finalmente lo Stern del 12 aprile scorso ha svelato il mistero.
I conigli semplicemente ingannano le galline che non possono occuparsi della propria progenie: le mettono a disposizione una finta Babyklappe (in Italia nota come ruota degli esposti) e le galline, da brave galline, ci cascano:
Saluti,
Mauro.
Ma è sempre rimasto un mistero come faccia a procurarsele: del resto i conigli non depongono uova e neanche sono mai stati avvistati nei supermercati ad acquistarle.
E allora?
Finalmente lo Stern del 12 aprile scorso ha svelato il mistero.
I conigli semplicemente ingannano le galline che non possono occuparsi della propria progenie: le mettono a disposizione una finta Babyklappe (in Italia nota come ruota degli esposti) e le galline, da brave galline, ci cascano:
Saluti,
Mauro.
lunedì 17 aprile 2017
Democrazia antidemocratica
Il referendum in Turchia mi ha fatto tornare in mente una domanda che già mi frullava in testa tempo fa.
Il referendum è, almeno in teoria, il massimo esempio di democrazia (soprassediamo qui sui suoi limiti, soprattutto per stati di grandi dimensioni e lasciamo anche perdere l'ipotesi manipolazioni: la mia domanda riguarda tutti i referenda o manifestazioni democratiche analoghe, non solo quello turco).
La domanda è: Se il popolo vota democraticamente misure antidemocratiche... si può ancora parlare di democrazia?
In teoria sì, perché il popolo ha votato democraticamente... però poi la democrazia non c'è più. E allora?
Saluti,
Mauro.
Il referendum è, almeno in teoria, il massimo esempio di democrazia (soprassediamo qui sui suoi limiti, soprattutto per stati di grandi dimensioni e lasciamo anche perdere l'ipotesi manipolazioni: la mia domanda riguarda tutti i referenda o manifestazioni democratiche analoghe, non solo quello turco).
La domanda è: Se il popolo vota democraticamente misure antidemocratiche... si può ancora parlare di democrazia?
In teoria sì, perché il popolo ha votato democraticamente... però poi la democrazia non c'è più. E allora?
Saluti,
Mauro.
domenica 16 aprile 2017
Pubblicità neanche poi tanto occulta
Molti di voi sapranno che oggi in Turchia c'è un importante referendum, che potrebbe far uscire il paese dal novero dei paesi democratici.
Qui in Germania tale referendum è seguito con particolare interesse a causa dei rapporti ultimamente tesi tra i due paesi ma soprattutto a causa della grande minoranza turca presente nel paese.
Quindi non stupisce che stampa e radiotelevisione seguano gli eventi e intervistino turchi più o meno prominenti.
Così non è strano che lo Spiegel pubblichi una doppia intervista a due giornalisti turchi, uno pro-Erdogan e uno anti-Erdogan.
Strano è che lo Spiegel usi detta doppia intervista per fare pubblicità, neanche poi tanto occulta.
Guardate qui sotto le foto dei due giornalisti.
Ripresi praticamente nella stessa posa (le pose generalmente le indica il fotografo e ho sperimentato sulla mia pelle che i fotografi stampa tedeschi hanno la fantasia di un ciocco di legno), con il proprio laptop ben in vista.
Che due giornalisti usino lo stesso computer non è poi così strano.
Strano (o forse no, forse sono io che sono ingenuo) è che il fotografo si preoccupi soprattutto che il logo del produttore dei due computer sia ben in vista.
Pubblicità, appunto. E non occulta. Bensì di cattivo gusto.
Che una rivista storica come lo Spiegel si abbassi a tanto dispiace veramente.
Saluti,
Mauro.
Qui in Germania tale referendum è seguito con particolare interesse a causa dei rapporti ultimamente tesi tra i due paesi ma soprattutto a causa della grande minoranza turca presente nel paese.
Quindi non stupisce che stampa e radiotelevisione seguano gli eventi e intervistino turchi più o meno prominenti.
Così non è strano che lo Spiegel pubblichi una doppia intervista a due giornalisti turchi, uno pro-Erdogan e uno anti-Erdogan.
Strano è che lo Spiegel usi detta doppia intervista per fare pubblicità, neanche poi tanto occulta.
Guardate qui sotto le foto dei due giornalisti.
Ripresi praticamente nella stessa posa (le pose generalmente le indica il fotografo e ho sperimentato sulla mia pelle che i fotografi stampa tedeschi hanno la fantasia di un ciocco di legno), con il proprio laptop ben in vista.
Che due giornalisti usino lo stesso computer non è poi così strano.
Strano (o forse no, forse sono io che sono ingenuo) è che il fotografo si preoccupi soprattutto che il logo del produttore dei due computer sia ben in vista.
Pubblicità, appunto. E non occulta. Bensì di cattivo gusto.
Che una rivista storica come lo Spiegel si abbassi a tanto dispiace veramente.
Saluti,
Mauro.
sabato 15 aprile 2017
Dettagli dall'Oberpfalz 5 - Santi moderni
Cose che si trovano nelle edicole ad Auerbach:
Saluti,
Mauro.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.
La verità sul puccioso agnellino pasquale
Come ogni anno sotto Pasqua si scatenano le campagne di animalisti, vegani e compagnia cantante per salvare gli agnellini da una morte crudele per mano dell'uomo carnivoro ingordo e violento.
Ma siamo sicuri che "salvarli" significhi veramente "salvarli"?
Allora, prima di tutto spieghiamo una cosa: gli ovini non sono animali da compagnia, sono cosiddetti animali da allevamento, a scopo commerciale o di sostentamento.
Per quanto un agnellino sia puccioso, tenero, simpatico, ecc., ecc. non può essere paragonato a un cagnolino o un gattino.
Gli ovini, pecore in particolare, sono allevati per tre prodotti: lana, latte e carne.
La lana e la carne vengono prodotte sia da maschi che da femmine, il latte ovviamente solo da femmine. Segnatevi questo punto perché ci tornerà utile dopo.
In Italia l'allevamento ovino ha una lunga e importante tradizione, però dei tre prodotti di cui sopra per gli allevatori italiani quello veramente commercialmente importante è il latte, in particolare per la produzione di formaggi.
La lana e la carne (escluso appunto il periodo pasquale per quest'ultima) non sono per l'allevatore italiano commercialmente interessanti, sono solo sottoprodotti (per rendere commercialmente interessanti la lana e la carne servono allevamenti molto, molto più grossi di quelli che abbiamo o che potremmo avere in Italia).
E il latte lo producono le femmine. Solo le femmine.
I maschi in Italia servono solo per la riproduzione. E per la riproduzione ne bastano pochi, non servono tutti quelli che nascono.
Quindi allevare e accudire anche i maschi significa per l'allevatore un lavoro in perdita, buttare via risorse.
E quindi questi maschi verrebbero in qualche modo eliminati (o, peggio sia per loro che per l'ambiente, abbandonati in natura).
Ora siete ancora sicuri che mangiarli per Pasqua sia una crudeltà? Almeno nei macelli gli animali vengono uccisi seguendo regole rigide senza nessuna crudeltà o dolore. Cosa di cui non si potrebbe garantire se venissero eliminati non tramite macellazione.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
No, la Boldrini non ha salvato due agnelline: essendo femmine loro non rischiavano di finire in nessun forno. Troppo importanti per il latte che produrranno durante la loro vita.
Ma siamo sicuri che "salvarli" significhi veramente "salvarli"?
Allora, prima di tutto spieghiamo una cosa: gli ovini non sono animali da compagnia, sono cosiddetti animali da allevamento, a scopo commerciale o di sostentamento.
Per quanto un agnellino sia puccioso, tenero, simpatico, ecc., ecc. non può essere paragonato a un cagnolino o un gattino.
Gli ovini, pecore in particolare, sono allevati per tre prodotti: lana, latte e carne.
La lana e la carne vengono prodotte sia da maschi che da femmine, il latte ovviamente solo da femmine. Segnatevi questo punto perché ci tornerà utile dopo.
In Italia l'allevamento ovino ha una lunga e importante tradizione, però dei tre prodotti di cui sopra per gli allevatori italiani quello veramente commercialmente importante è il latte, in particolare per la produzione di formaggi.
La lana e la carne (escluso appunto il periodo pasquale per quest'ultima) non sono per l'allevatore italiano commercialmente interessanti, sono solo sottoprodotti (per rendere commercialmente interessanti la lana e la carne servono allevamenti molto, molto più grossi di quelli che abbiamo o che potremmo avere in Italia).
E il latte lo producono le femmine. Solo le femmine.
I maschi in Italia servono solo per la riproduzione. E per la riproduzione ne bastano pochi, non servono tutti quelli che nascono.
Quindi allevare e accudire anche i maschi significa per l'allevatore un lavoro in perdita, buttare via risorse.
E quindi questi maschi verrebbero in qualche modo eliminati (o, peggio sia per loro che per l'ambiente, abbandonati in natura).
Ora siete ancora sicuri che mangiarli per Pasqua sia una crudeltà? Almeno nei macelli gli animali vengono uccisi seguendo regole rigide senza nessuna crudeltà o dolore. Cosa di cui non si potrebbe garantire se venissero eliminati non tramite macellazione.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
No, la Boldrini non ha salvato due agnelline: essendo femmine loro non rischiavano di finire in nessun forno. Troppo importanti per il latte che produrranno durante la loro vita.
giovedì 13 aprile 2017
La proposta di legge tedesca sulle fake news
Molti di voi avranno sentito o letto nei giorni scorsi della proposta di legge tedesca contro le fake news (e già qui c'è un problema: tale proposta di legge parla di hate speech, non di fake news).
La stampa italiana ne ha parlato oserei dire quasi con entusiasmo (ma mi chiedo quanti di quelli che ne hanno scritto si siano presi la briga di leggere le 31 pagine scritte in tedesco burocratico della proposta di legge) lodando la messa fuorilegge di fake news e simili.
Molti blogger o siti specializzati si sono invece chiesti - giustamente - come il governo tedesco intende applicarla.
Bene, io mi sono andato a cercare la proposta di legge in questione e - masochista come sono - mi sono sacrificato per voi e me la sono letta :-)
Intanto precisiamo che la stampa che ne ha parlato direi che non ha letto neanche il titolo della legge: infatti non si tratta di una legge che introduce il reato di fake news e/o hate speech. Questi reati, anche se ovviamente non formulati sotto queste definizioni inglesi, esistono già.
La proposta di legge porta questo titolo: Entwurf eines Gesetzes zur Verbesserung der Rechtsdurchsetzung in sozialen Netzwerken (tradotto in italiano: Bozza di una legge per il miglioramento dell'imposizione del diritto nelle reti sociali).
Ergo: non vengono introdotti nuovi reati. Si cercano "solo" gli strumenti per poterli perseguire adeguatamente.
Inciso: qui il testo completo della proposta se volete leggervela da soli, sul sito del Bundesministerium der Justiz und für Verbraucherschutz (Ministero Federale della Giustizia e per la Tutela del Consumatore).
Inciso chiuso.
Infatti già nell'introduzione, dove il proponente spiega perché ritiene utile proporre questa legge e quale problema con essa intende risolvere o almeno contrastare, si parla appunto del problema posto da Hasskriminalität und andere strafbare Inhalte (in italiano: Criminalità dell'odio e altri contenuti penalmente perseguibili).
E se volessimo solo rispondere alla stampa italiana basterebbe fermarci qui: infatti non si mette fuori legge niente. I temi in questione sono già fuorilegge.
Ma c'è di più.
Facciamo un passo indietro e rileggiamoci il titolo: questa legge è esplicitamente dedicata ai soziale Netzwerke (alias social networks). Infatti nell'introduzione di cui sopra vengono citati per nome Facebook, YouTube e Twitter.
Quindi, per esempio, un quotidiano costruito sull'incitamento all'odio come la Bild Zeitung non è minimamente toccato (e in Germania fa molti più danni di Facebook & co.).
E ció dimostra quanto poco la politica capisca della rete.
Se infatti si trattasse di una legge sulla prevenzione di certi contenuti potrei capire la dedica ad hoc ai social networks, visto il modo di creazione dei contenuti decisamente diverso rispetto a quello dei media classici.
Ma trattandosi di una legge per la repressione dei contenuti detti... che differenza fa che io inciti all'odio su Facebook o sulla Bild? Nessuna: una volta che la magistratura ha scoperto che il reo sono io, mi mette nella lista degli indagati e porta avanti il procedimento indipendentemente da dove io ho scritto.
E anche per i casi in cui la legge ritenga il medium (o meglio il suo editore/padrone) corresponsabile... non cambia nulla che il medium sia cartaceo, informatico o che so io.
Sì, ora voi mi direte: ma Facebook sta negli USA... come fa la magistratura tedesca a colpirlo con le leggi esistenti?
Appunto: sta negli USA. Quindi puoi fare tutte le leggi che vuoi... nuove, nuovissime, buone, buonissime, dure, durissime... Facebook rimane negli USA. Le tue nuove leggi sono impotenti quanto quelle vecchie.
Ma comunque ora la domanda è: come intende procedere il proponente? Quali sono gli strumenti presenti in questa proposta di legge?
Inciso: vi risparmio la parte in cui si parla dei costi dell'attuazione e di come coprirli: questa parte, se vi interessa, ve la leggete e ve la traducete da soli.
Inciso chiuso.
Finita l'introduzione di cui ho parlato sopra (e che servirà al dibattito parlamentare, ma non farà parte del testo della legge nel caso questa venga approvata), comincia il testo di legge vero e proprio.
Il primo articolo della legge riguarda doveri e pene.
Questo precisa nel primo comma che la legge vale per i fornitori di servizio a scopo di lucro.
Cioè, fatemi capire, se Tizio diffama Caio su Facebook allora la cosa va perseguita, mentre se lo fa in un commento al mio blog no, visto che il mio blog non ha scopo di lucro?
Va beh, andiamo avanti.
Nel secondo comma viene citato il primo atto concreto che la proposta di legge prevede per i social networks: il dovere di rapporto. Essi devono trimestralmente scrivere un rapporto sui reclami ricevuti a proposito di hate speech e altri contenuti penalmente rilevanti, da pubblicarsi sia sulla propria homepage che sul corrispettivo tedesco della Gazzetta Ufficiale.
E la proposta di legge dettaglia burocraticamente cosa deve contenere detto rapporto, tra cui quantità e tipo di reclami, se si sono consultati esperti esterni per decidere, tempo passato tra arrivo del reclamo e intervento concreto, metodo di comunicazione al reclamante, ecc.
Nel terzo comma si descrive come si deve comportare il fornitore del servizio una volta ricevuto il reclamo: tempi di reazione e di cancellazione (dove tra l'altro si distingue tra illegale e palesemente illegale: come decidere se un reato è palese o meno però non viene detto).
Il quarto comma cita le pene a carico dei fornitori di servizio in caso di non adempimento di quanto negli articoli precedenti: fino a mezzo milione di euro per non adempimento colposo/preterintenzionale, fino a cinque milioni di euro per non adempimento volontario.
Quinto e sesto comma sono puramente tecnici (istituzione pubblica responsabile e tempi di attuazione). Non ci interessano.
Il secondo articolo prevede una modifica all'attuale legge tedesca sui media: la legge attuale parla per televisione, radio e internet di padrone (inteso nel senso finanziario del termine... quindi per il mio blog, volendo cavillare, non sarei io, bensì Blogger, alias Google), con la modifica proposta si parlerebbe di padrone o di chi ne ha la totale gestione di diritto (e quindi per il mio blog qui entrerei in gioco anch'io).
Il terzo articolo definisce i tempi dell'entrata in vigore della legge (cioè nel momento stesso dell'approvazione finale da parte del Parlamento).
E... e tutto qui.
Le restanti pagine del testo il cui link ho pubblicato sopra (da pagina 10 a pagina 31) sono allegati, spiegazioni, questioni tecniche dedicate alla discussione parlamentare ma che (per quanto effettivamente molto interessanti e utili a livello informativo) non contano nulla, in quanto non faranno parte del testo della legge e quindi - pur dicendo qualcosa di più degli articoli esposti - non avranno nessun effetto sull'applicazione e sul successo della legge stessa.
Quindi riassumendo: una legge assolutamente generica, non concreta (obbligo di rapporto a parte), il cui unico scopo è di colpevolizzare esplicitamente i social networks e prevedere pene molto più sostanziose di quelle attuali (e che probabilmente lo Stato comunque non riuscirà a incassare).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Ringrazio Mattia Butta per avermi invitato a scrivere questo articolo, dopo che avevamo discusso dell'argomento nei commenti a un articolo sul suo blog.
La stampa italiana ne ha parlato oserei dire quasi con entusiasmo (ma mi chiedo quanti di quelli che ne hanno scritto si siano presi la briga di leggere le 31 pagine scritte in tedesco burocratico della proposta di legge) lodando la messa fuorilegge di fake news e simili.
Molti blogger o siti specializzati si sono invece chiesti - giustamente - come il governo tedesco intende applicarla.
Bene, io mi sono andato a cercare la proposta di legge in questione e - masochista come sono - mi sono sacrificato per voi e me la sono letta :-)
Intanto precisiamo che la stampa che ne ha parlato direi che non ha letto neanche il titolo della legge: infatti non si tratta di una legge che introduce il reato di fake news e/o hate speech. Questi reati, anche se ovviamente non formulati sotto queste definizioni inglesi, esistono già.
La proposta di legge porta questo titolo: Entwurf eines Gesetzes zur Verbesserung der Rechtsdurchsetzung in sozialen Netzwerken (tradotto in italiano: Bozza di una legge per il miglioramento dell'imposizione del diritto nelle reti sociali).
Ergo: non vengono introdotti nuovi reati. Si cercano "solo" gli strumenti per poterli perseguire adeguatamente.
Inciso: qui il testo completo della proposta se volete leggervela da soli, sul sito del Bundesministerium der Justiz und für Verbraucherschutz (Ministero Federale della Giustizia e per la Tutela del Consumatore).
Inciso chiuso.
Infatti già nell'introduzione, dove il proponente spiega perché ritiene utile proporre questa legge e quale problema con essa intende risolvere o almeno contrastare, si parla appunto del problema posto da Hasskriminalität und andere strafbare Inhalte (in italiano: Criminalità dell'odio e altri contenuti penalmente perseguibili).
E se volessimo solo rispondere alla stampa italiana basterebbe fermarci qui: infatti non si mette fuori legge niente. I temi in questione sono già fuorilegge.
Ma c'è di più.
Facciamo un passo indietro e rileggiamoci il titolo: questa legge è esplicitamente dedicata ai soziale Netzwerke (alias social networks). Infatti nell'introduzione di cui sopra vengono citati per nome Facebook, YouTube e Twitter.
Quindi, per esempio, un quotidiano costruito sull'incitamento all'odio come la Bild Zeitung non è minimamente toccato (e in Germania fa molti più danni di Facebook & co.).
E ció dimostra quanto poco la politica capisca della rete.
Se infatti si trattasse di una legge sulla prevenzione di certi contenuti potrei capire la dedica ad hoc ai social networks, visto il modo di creazione dei contenuti decisamente diverso rispetto a quello dei media classici.
Ma trattandosi di una legge per la repressione dei contenuti detti... che differenza fa che io inciti all'odio su Facebook o sulla Bild? Nessuna: una volta che la magistratura ha scoperto che il reo sono io, mi mette nella lista degli indagati e porta avanti il procedimento indipendentemente da dove io ho scritto.
E anche per i casi in cui la legge ritenga il medium (o meglio il suo editore/padrone) corresponsabile... non cambia nulla che il medium sia cartaceo, informatico o che so io.
Sì, ora voi mi direte: ma Facebook sta negli USA... come fa la magistratura tedesca a colpirlo con le leggi esistenti?
Appunto: sta negli USA. Quindi puoi fare tutte le leggi che vuoi... nuove, nuovissime, buone, buonissime, dure, durissime... Facebook rimane negli USA. Le tue nuove leggi sono impotenti quanto quelle vecchie.
Ma comunque ora la domanda è: come intende procedere il proponente? Quali sono gli strumenti presenti in questa proposta di legge?
Inciso: vi risparmio la parte in cui si parla dei costi dell'attuazione e di come coprirli: questa parte, se vi interessa, ve la leggete e ve la traducete da soli.
Inciso chiuso.
Finita l'introduzione di cui ho parlato sopra (e che servirà al dibattito parlamentare, ma non farà parte del testo della legge nel caso questa venga approvata), comincia il testo di legge vero e proprio.
Il primo articolo della legge riguarda doveri e pene.
Questo precisa nel primo comma che la legge vale per i fornitori di servizio a scopo di lucro.
Cioè, fatemi capire, se Tizio diffama Caio su Facebook allora la cosa va perseguita, mentre se lo fa in un commento al mio blog no, visto che il mio blog non ha scopo di lucro?
Va beh, andiamo avanti.
Nel secondo comma viene citato il primo atto concreto che la proposta di legge prevede per i social networks: il dovere di rapporto. Essi devono trimestralmente scrivere un rapporto sui reclami ricevuti a proposito di hate speech e altri contenuti penalmente rilevanti, da pubblicarsi sia sulla propria homepage che sul corrispettivo tedesco della Gazzetta Ufficiale.
E la proposta di legge dettaglia burocraticamente cosa deve contenere detto rapporto, tra cui quantità e tipo di reclami, se si sono consultati esperti esterni per decidere, tempo passato tra arrivo del reclamo e intervento concreto, metodo di comunicazione al reclamante, ecc.
Nel terzo comma si descrive come si deve comportare il fornitore del servizio una volta ricevuto il reclamo: tempi di reazione e di cancellazione (dove tra l'altro si distingue tra illegale e palesemente illegale: come decidere se un reato è palese o meno però non viene detto).
Il quarto comma cita le pene a carico dei fornitori di servizio in caso di non adempimento di quanto negli articoli precedenti: fino a mezzo milione di euro per non adempimento colposo/preterintenzionale, fino a cinque milioni di euro per non adempimento volontario.
Quinto e sesto comma sono puramente tecnici (istituzione pubblica responsabile e tempi di attuazione). Non ci interessano.
Il secondo articolo prevede una modifica all'attuale legge tedesca sui media: la legge attuale parla per televisione, radio e internet di padrone (inteso nel senso finanziario del termine... quindi per il mio blog, volendo cavillare, non sarei io, bensì Blogger, alias Google), con la modifica proposta si parlerebbe di padrone o di chi ne ha la totale gestione di diritto (e quindi per il mio blog qui entrerei in gioco anch'io).
Il terzo articolo definisce i tempi dell'entrata in vigore della legge (cioè nel momento stesso dell'approvazione finale da parte del Parlamento).
E... e tutto qui.
Le restanti pagine del testo il cui link ho pubblicato sopra (da pagina 10 a pagina 31) sono allegati, spiegazioni, questioni tecniche dedicate alla discussione parlamentare ma che (per quanto effettivamente molto interessanti e utili a livello informativo) non contano nulla, in quanto non faranno parte del testo della legge e quindi - pur dicendo qualcosa di più degli articoli esposti - non avranno nessun effetto sull'applicazione e sul successo della legge stessa.
Quindi riassumendo: una legge assolutamente generica, non concreta (obbligo di rapporto a parte), il cui unico scopo è di colpevolizzare esplicitamente i social networks e prevedere pene molto più sostanziose di quelle attuali (e che probabilmente lo Stato comunque non riuscirà a incassare).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Ringrazio Mattia Butta per avermi invitato a scrivere questo articolo, dopo che avevamo discusso dell'argomento nei commenti a un articolo sul suo blog.
lunedì 10 aprile 2017
Andrea Tarquini proprio non ce la fa
In fondo il ragazzo - corrispondente da Berlino per Repubblica - un po' pena mi fa. In fondo si impegna... ma proprio non ce la fa.
Ogni volta che deve scrivere qualcosa che non sia semplicemente la descrizione di un fatto di cronaca senza commenti... riesce a tirare fuori solo puttanate.
I miei lettori ricorderanno quando lo beccai con le mani nel sacco su brevetti riguardanti pomodoro e broccolo: Ignoranza brevettata.
Ma anche prima e dopo quell'articolo il povero Tarquini si era distinto spesso per scrivere cose sbagliate su argomenti che non capiva.
Mi risulta che ci sia anche una pagina Facebook a lui dedicata al proposito, ma non la ho mai consultata... forse è una leggenda metropolitana ;-)
Oggi a coglierlo in fallo è - in tema di economia e di cambio tra Euro e Corona Ceca - Mario Seminerio sul suo blog Phastidio: Il meraviglioso antimondo di Andrea Tarquini.
No. Andrea Tarquini proprio non ce la fa. E temo non ce la farà mai.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Ma forse, in realtà, è Tarquini stesso una leggenda metropolitana e Repubblica a Berlino ha solo un bot che mediante algoritmi strani mette insieme parole a caso.
Ogni volta che deve scrivere qualcosa che non sia semplicemente la descrizione di un fatto di cronaca senza commenti... riesce a tirare fuori solo puttanate.
I miei lettori ricorderanno quando lo beccai con le mani nel sacco su brevetti riguardanti pomodoro e broccolo: Ignoranza brevettata.
Ma anche prima e dopo quell'articolo il povero Tarquini si era distinto spesso per scrivere cose sbagliate su argomenti che non capiva.
Mi risulta che ci sia anche una pagina Facebook a lui dedicata al proposito, ma non la ho mai consultata... forse è una leggenda metropolitana ;-)
Oggi a coglierlo in fallo è - in tema di economia e di cambio tra Euro e Corona Ceca - Mario Seminerio sul suo blog Phastidio: Il meraviglioso antimondo di Andrea Tarquini.
No. Andrea Tarquini proprio non ce la fa. E temo non ce la farà mai.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Ma forse, in realtà, è Tarquini stesso una leggenda metropolitana e Repubblica a Berlino ha solo un bot che mediante algoritmi strani mette insieme parole a caso.
sabato 8 aprile 2017
Il famoso e frainteso articolo 11 della Costituzione
Ogni volta che i governanti italiani fanno commenti (condivisibili o meno non conta: tanto la reazione di cui parlo è la stessa in entrambi i casi) su guerre e interventi armati in giro per il mondo (anche quando fanno commenti di critica, senza paventare interventi o coinvolgimenti italiani) saltano su costituzionalisti del piffero dalle opposizioni o da fuori Parlamento che ci ricordano che l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana dice:
"L'Italia ripudia la guerra".
(E spesso ci aggiungono di proprio pugno, per rafforzare, un "senza se e senza ma").
No, signori miei. Questa non è la Costituzione, questa è lettura selettiva.
L'articolo 11 della Costituzione dice:
"L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
Se sapete leggere, non è proprio la stessa cosa. Proprio per niente.
Dire solo "L'Italia ripudia la guerra" significa parlare dei vostri ideali e delle vostre speranze, non della Costituzione.
La quale non ripudia la guerra senza se e senza ma, bensì ripudia la guerra come strumento di offesa o di soluzione delle controversie. Ma sa al tempo stesso che ogni stato ha il diritto di difendersi e che certe volte interventi armati internazionali servono a salvare civili, popoli e magari a rimettere in piedi il diritto.
Per fortuna i padri costituenti, pur avendo - come voi - degli ideali, erano - contrariamente a voi - anche pragmatici e realisti.
Saluti,
Mauro.
"L'Italia ripudia la guerra".
(E spesso ci aggiungono di proprio pugno, per rafforzare, un "senza se e senza ma").
No, signori miei. Questa non è la Costituzione, questa è lettura selettiva.
L'articolo 11 della Costituzione dice:
"L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
Se sapete leggere, non è proprio la stessa cosa. Proprio per niente.
Dire solo "L'Italia ripudia la guerra" significa parlare dei vostri ideali e delle vostre speranze, non della Costituzione.
La quale non ripudia la guerra senza se e senza ma, bensì ripudia la guerra come strumento di offesa o di soluzione delle controversie. Ma sa al tempo stesso che ogni stato ha il diritto di difendersi e che certe volte interventi armati internazionali servono a salvare civili, popoli e magari a rimettere in piedi il diritto.
Per fortuna i padri costituenti, pur avendo - come voi - degli ideali, erano - contrariamente a voi - anche pragmatici e realisti.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.
venerdì 7 aprile 2017
La Scozia e la Brexit
Nei giorni scorsi ho sentito qualcuno dire che gli scozzesi sono incoerenti e opportunisti, perché poco tempo fa hanno votato contro la separazione dal resto del Regno Unito e ora vogliono rivotare per separarsi.
Quanta ignoranza.
La Scozia e gli scozzesi si stanno comportando in maniera assolutamente coerente, ragazzi miei.
Perché?
Perché la priorità della Scozia è l'Europa, non il Regno Unito.
In parte per convinzione, in parte per convenienza, ma è così. E lo è praticamente sempre stato.
Quando c'è stato il referendum per l'indipendenza della Scozia, il Regno Unito era nella UE. Quindi uscire dal Regno Unito significava automaticamente uscire anche dall'Unione Europea.
E la strada per fare richiesta per entrarci (o meglio rientrarci) sarebbe stata lunga (anche per la presenza del rimanente Regno Unito al tavolo delle trattative).
Ora però la situazione è diversa: il Regno Unito è uscito dalla UE (formalmente non ancora, il processo durerà circa due anni, ma è irreversibile), con gli scozzesi che però hanno votato in maggioranza per rimanere nella UE.
Rimanere nel Regno Unito significa quindi essere fuori dall'Europa e dover aspettare anni e anni perché il Regno Unito chieda di rientrare (sempre che mai lo faccia).
Una Scozia indipendente invece potrebbe far richiesta di entrare nella UE subito e di sicuro riceverebbe da Bruxelles una corsia privilegiata rispetto ad altri candidati.
In tutta questa storia quindi direi che la Scozia sta tenendo il comportamento più coerente e lineare di tutti.
Saluti,
Mauro.
Quanta ignoranza.
La Scozia e gli scozzesi si stanno comportando in maniera assolutamente coerente, ragazzi miei.
Perché?
Perché la priorità della Scozia è l'Europa, non il Regno Unito.
In parte per convinzione, in parte per convenienza, ma è così. E lo è praticamente sempre stato.
Quando c'è stato il referendum per l'indipendenza della Scozia, il Regno Unito era nella UE. Quindi uscire dal Regno Unito significava automaticamente uscire anche dall'Unione Europea.
E la strada per fare richiesta per entrarci (o meglio rientrarci) sarebbe stata lunga (anche per la presenza del rimanente Regno Unito al tavolo delle trattative).
Ora però la situazione è diversa: il Regno Unito è uscito dalla UE (formalmente non ancora, il processo durerà circa due anni, ma è irreversibile), con gli scozzesi che però hanno votato in maggioranza per rimanere nella UE.
Rimanere nel Regno Unito significa quindi essere fuori dall'Europa e dover aspettare anni e anni perché il Regno Unito chieda di rientrare (sempre che mai lo faccia).
Una Scozia indipendente invece potrebbe far richiesta di entrare nella UE subito e di sicuro riceverebbe da Bruxelles una corsia privilegiata rispetto ad altri candidati.
In tutta questa storia quindi direi che la Scozia sta tenendo il comportamento più coerente e lineare di tutti.
Saluti,
Mauro.
giovedì 6 aprile 2017
Dettagli dall'Oberpfalz 4 - Faust è passato di qui
Ma forse sarebbe meglio dire che, senza saperlo, è nato qui, ad Auerbach.
Chiunque abbia letto (o visto a teatro) il Faust di Goethe si ricorderà della Auerbachs Keller (la cantina di Auerbach), cantina-enoteca a Lipsia, frequentata dal Dottor Faust.
Prima cosa: la Auerbachs Keller esiste veramente. È stata fondata da Heinrich Stromer nel '500, venne veramente frequentata da Goethe a cavallo tra '700 e '800 ed esiste ancora oggi.
Seconda cosa: molti leggendo il Faust credono che Auerbach sia il cognome del proprietario. No. Heinrich Stromer era di Auerbach in der Oberpfalz e alla cantina diede il nome della sua città natale.
Qui le foto delle targhe sull'edificio che occupa oggi il posto della non più esistente casa di Stromer.
Saluti,
Mauro.
Chiunque abbia letto (o visto a teatro) il Faust di Goethe si ricorderà della Auerbachs Keller (la cantina di Auerbach), cantina-enoteca a Lipsia, frequentata dal Dottor Faust.
Prima cosa: la Auerbachs Keller esiste veramente. È stata fondata da Heinrich Stromer nel '500, venne veramente frequentata da Goethe a cavallo tra '700 e '800 ed esiste ancora oggi.
Seconda cosa: molti leggendo il Faust credono che Auerbach sia il cognome del proprietario. No. Heinrich Stromer era di Auerbach in der Oberpfalz e alla cantina diede il nome della sua città natale.
Qui le foto delle targhe sull'edificio che occupa oggi il posto della non più esistente casa di Stromer.
Mauro.
P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.
martedì 4 aprile 2017
La lingua del gusto 4
Già scrissi nel 2010, nel 2013 e nel 2015 degli obbrobri linguistici della gastronomia italiana in Germania.
Ma da raccontare ce n'è ancora
E quindi ripartiamo con rusticale.
Un sacco di pizzerie e trattorie italiane in Germania hanno scelto il nome "Rusticale".
Ma ci sono anche pizze, panini e altro rusticali.
Peccato solo che il tedesco "rustikal" in italiano si traduca con "rustico". E che "rusticale" in italiano proprio non esista (e soprattutto che i gastronomi italiani in Germania non sappiano l'italiano).
E poi c'è un'erba che da vari anni a questa parte spunta dappertutto... pur non essendo prezzemolo la si potrebbe definire un prezzemolino ;)
La famosissima ruccola, che cresce alla grande nei locali italiani in Germania, pur non esistendo né in italiano né in botanica, visto che in italiano e in botanica esiste la "rucola".
Saluti,
Mauro.
Prima puntata.
Seconda puntata.
Terza puntata.
Ma da raccontare ce n'è ancora
E quindi ripartiamo con rusticale.
Un sacco di pizzerie e trattorie italiane in Germania hanno scelto il nome "Rusticale".
Ma ci sono anche pizze, panini e altro rusticali.
Peccato solo che il tedesco "rustikal" in italiano si traduca con "rustico". E che "rusticale" in italiano proprio non esista (e soprattutto che i gastronomi italiani in Germania non sappiano l'italiano).
E poi c'è un'erba che da vari anni a questa parte spunta dappertutto... pur non essendo prezzemolo la si potrebbe definire un prezzemolino ;)
La famosissima ruccola, che cresce alla grande nei locali italiani in Germania, pur non esistendo né in italiano né in botanica, visto che in italiano e in botanica esiste la "rucola".
Saluti,
Mauro.
Prima puntata.
Seconda puntata.
Terza puntata.
Saluti brutti e strani
Ho appena letto questo articolo sull'interessantissimo blog di Licia Corbolante.
La sostanza dell'articolo: da alcuni anni si stanno diffondendo - soprattutto su social e YouTube, ma non solo (anche a leggere i commenti all'articolo in questione) - le forme di saluto "buonciao" e "buonsalve".
A parte il fatto che le trovo forme brutte, anzi abominevoli, devo ammettere che io non le avevo mai sentite prima di oggi.
Voi, miei due lettori e due lettrici, che ne dite? Li avete mai sentiti?
Saluti,
Mauro.
La sostanza dell'articolo: da alcuni anni si stanno diffondendo - soprattutto su social e YouTube, ma non solo (anche a leggere i commenti all'articolo in questione) - le forme di saluto "buonciao" e "buonsalve".
A parte il fatto che le trovo forme brutte, anzi abominevoli, devo ammettere che io non le avevo mai sentite prima di oggi.
Voi, miei due lettori e due lettrici, che ne dite? Li avete mai sentiti?
Saluti,
Mauro.