giovedì 24 maggio 2018

Il taxi e la scorta

L'illustre sconosciuto Giuseppe Conte si è recato al Quirinale in taxi.
Seguito dalle auto di scorta.

E subito è scattata la polemica (stile quella per Fico, solo che quella per Fico era giustificata, qui invece come vedrete il problema è diverso): perché deve prendere un taxi e non salire su un'auto della scorta?

Facciamo ordine.

Fino al momento dell'incarico da parte di Mattarella, Conte era un normale privato cittadino e non una carica istituzionale.
Dopo aver ricevuto l'incarico (che non è ancora la nomina!), Conte non può più essere definito un privato cittadino... ma non ricopre ancora nessuna carica istituzionale (quello succederà dopo la nomina).
Ergo non ha diritto automatico a scorta.

In più: Conte per la sua attività e passato non è sotto minaccia malavitosa, mafiosa o simili come purtroppo alcuni giornalisti, imprenditori o politici.
Ergo non ha diritto a scorta per ragioni di sicurezza.

Quindi il problema non è perché ha preso il taxi, ma perché aveva la scorta (e anche come sapeva come sarebbe arrivato al Quirinale chi aveva il potere di concederla).

Ecco, questa è la domanda: perché la scorta?

Saluti,

Mauro.

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