giovedì 9 marzo 2017

La vera anima del Carnevale

A fine febbraio c'è stato il culmine del Carnevale.
E lo sapete benissimo: a me il Carnevale non piace.
Già come concetto in sè non mi piace, in quanto il concetto di base del Carnevale è l'obbligo di divertirsi, non la libertà di divertirsi.
E in Germania la cosa è di fatto istituzionalizzata.
A Colonia in particolare (anche per questo ho sempre detto che a Colonia si vive per 360 giorni all'anno splendidamente e per gli altri cinque - i giorni "duri" del Carnevale - si vive di merda).

Sullo Stern del 16 febbraio scorso Micky Beisenherz ha spiegato benissimo cosa è il Carnevale a Colonia (e in Germania in generale).
E io aggiungo: non solo a Colonia e non solo in Germania. Bensì ovunque esista il Carnevale.

Traduco qui la parte la parte essenziale dell'articolo in questione:

Il Carnevale è per me la più tedesca di tutte le feste. Allegria istituzionalizzata. Eccesso confezionato, imballato in burocrazia associazionista, gerarchicamente organizzato e logicamente - tutto deve avere del resto il suo ordine - con abbigliamento d'ordinanza, onoreficenze e berretti da buffone! E, per favore, allegria, come d'ordinanza, ma a partire dall'11.11 (undici novembre) alle 11:11. Cioè spontaneità guidata dall'orologio marcatempo.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui la scansione dell'articolo per chi se lo volesse leggere completo in originale:




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