mercoledì 24 settembre 2014

Del secessionismo fiscale e dell'ignoranza

Qualche giorno fa (il 18 settembre per la precisione) si è tenuto in Scozia il referendum per separarsi dal Regno Unito.
Hanno vinto i contrari alla separazione (ma forse di fatto ha vinto semplicemente la voglia di tenersi i vantaggi di una forte autonomia senza doversi accollare le responsabilità di doversi veramente governare completamente da soli, ma questo è un altro discorso, che non c'entra con questo articolo).

Detto referendum ha fornito a televisioni e quotidiani di tutto il continente la scusa per andare a "indagare" le istanze secessioniste in tutta Europa.
Come prevedibile, il caso più gettonato e sviscerato è stato il rapporto tra Catalogna e Spagna.

Io nei giorni del referendum ero in Francia, a Parigi (a proposito, le TV francesi parlavano di Scozia, Galles, Catalogna, Paesi Baschi e altro... ma non di Corsica, chissà come mai).
Mi ha colpito (si fa per dire) l'intervista in un cosiddetto programma di approfondimento giornalistico a un catalano che si lamentava del fatto che su 100 € di tasse pagate solo 80 rimanevano/rientravano in Catalogna.
Argomento vecchio, trito e ritrito: anche l'ormai ammuffita Lega Nord ne ha fatto un cavallo di battaglia per anni e anni.

A parte il fatto che esistono tasse locali e tasse nazionali (e che questa divisione ha un senso indipendentemente dalla qualità dell'amministrazione che riscuote dette tasse) ma questi "indipendentisti" parlano sempre come se tutte, ma proprio tutte, le tasse fossero riscosse e gestite/distribuite dallo stato centrale.

A parte il fatto che se esiste uno stato questo avrà comunque un'amministrazione centrale che, per quanto ridotta di dimensioni ed efficiente, non è e non sarà mai a costo zero... e se passi da Spagna a Catalogna (o da Regno Unito a Scozia o da Italia a Lombardia) questo stato/amministrazione cambierà nome e dimensione ma continuerà a esistere... quindi un'entità centrale sopra di te ci sarà sempre.

A parte il fatto che esistono cose come infrastrutture e progetti nazionali o sovraregionali, ma anche come solidarietà, condivisione, sostegno reciproco e simili.

A parte ciò... mi sono sempre chiesto come non ci si possa rendere conto che un'argomentazione simile è un'arma a doppio taglio. E l'altro lato della lama è forse il più affilato.

Cosa voglio dire?

Torniamo al nostro amico catalano.
Lui vuole lasciare la Spagna, così il 100% delle sue tasse rimane in Catalogna. Va bene, allora facciamo la Catalogna indipendente.

Ora però gli abitanti della provincia di Tarragona (la provincia più meridionale tra le quattro catalane) si accorgono che solo l'80% delle tasse che pagano (locali tarragonesi o nazionali catalane che siano) restano/ritornano nella provincia. E no! Non è giusto!
E allora "Diputaciò de Tarragona" indipendente! Via dalla Catalogna, via da Barcellona!
Bene, ora finalmente tutti sono contenti: tutte le tasse pagate dai tarragonesi rimangono nella provincia di Tarragona.

Sicuri, sicuri?
Troppo facile! A un certo punto gli abitanti della comarca (divisione amministrativa al di sotto della provincia) "Baix Camp" si rendono conto che solo l'80% delle loro tasse ritornano/rimangono nella loro comarca... e allora... "Baix Camp" indipendente! Via dalla Diputaciò, via da Tarragona!

Però poi il comune di Cambrils...
Però poi il quartiere di La Vila...
Però poi la Rambla Jaume I...
Però poi il condominio al numero 25...
Però poi l'appartamento al numero 3...

Insomma, alla fine ogni catalano rimarrà da solo, chiuso nella sua stanzetta, visto che l'unico modo di vedere il 100% di tasse ritornare a chi le paga è solo quello di pagarle a sé stessi spostando semplicemente i soldi da una tasca all'altra.

Quindi, a meno di voler rimanere appunto un essere umano solo, completamente staccato da ogni altro essere umano, avrai sempre bisogno di un'entità - per quanto piccola - sopra di te, caro amico catalano (o lombardo o bavarese o corso o che altro tu sia).
E questa entità avrà bisogno di una parte - per quanto piccola - delle tue tasse per poter funzionare.
E tu - sì, tu, proprio tu che ti lamenti - avrai bisogno che lei ci sia e che funzioni.

Quindi, se vuoi l'indipendenza, trova ragioni più valide.
Quella fiscale non regge, anche se è quella che fa più presa sugli ignoranti.

Saluti,

Mauro.

6 commenti:

  1. Bellissimo e ottimamente spiegato.

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  2. Potresti ribattezzarlo il paradosso di Zenone sulle tasse locali. :-)

    Pienamente d'accordo con te e questo spiega anche perché alcune realtà locali che potrebbero avere istanze indipendentiste (per ragioni di lingua, storiche, ecc.) non fanno il grande passo perché dal punto di vista economico/fiscale non sarebbe conveniente: è meglio avere agevolazioni dallo stato centrale, piuttosto che fare tutto per conto proprio.

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    1. "Il paradosso di Zenone sulle tasse locali"... mi piace...
      Ho scritto una pietra miliare nella storia della filosofia :-)

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  3. Credo che il solo commento possibile sia: "Ogni scusa è buona". Tra qualche anno tireranno fuori qualche altro motivo e ci riproveranno.

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  4. Strano. Soffocano in un sistema che dà valore solo alla carta, gestito direttamente da un manipolo di banchieri. E anziché prendersela con i responsabili protestano contro istituzioni nazionali ormai esautorate dal più grottesco impero di cui abbia notizia.

    Sono persone di buon cuore e poca astuzia, i secessionisti. Anche quelli nostrani.

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