lunedì 28 aprile 2014

Rispondere fischi per fiaschi

Berlusconi ne ha sparata un'altra delle sue, dicendo che i tedeschi negano l'esistenza dei campi di concentramento (e aggiungendoci una cazzata sui "campi" di Katyń: a Katyń ci fu un massacro, ma non c'erano campi di concentramento).
Affermazione falsa e offensiva, non ci piove.

Ma perché chi si adombra non può attenersi ai fatti? Perché si deve aggiungerci sempre qualcosa, qualcosa che non c'entra un cavolo (e che quindi aiuta Berlusconi a difendersi col classico "sono stato frainteso")?

Sì, mi riferisco a Juncker, candidato del PPE alla presidenza della Commissione Europea, persona generalmente intelligente e preparata (anche se lontana dai miei ideali politici).
Juncker ha dichiarato che Berlusconi si deve scusare coi tedeschi e con le vittime dell'olocausto.

Coi tedeschi è palese: li ha offesi e non poco con la sua affermazione.
Ma che c'entrano le vittime dell'olocausto? Berlusconi mica ha negato lo stesso o ne ha riversato parte delle colpe sulle vittime.

Richiedo: è tanto difficile attenersi ai fatti senza mettersi di fianco a Berlusconi (o a chiunque altro spari cazzate) a farla fuori dal vasino?

Saluti,

Mauro.

6 commenti:

  1. Si, è molto difficile. Anche in Germania, a quanto pare...

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    1. Comunque Juncker è lussemburghese, non tedesco ;)

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  2. Perché? Presto detto: la politica è così. Sono "l'un contro l'altro armato." Poco importa che l'altro sia un avversario o un compagno di partito. L'importante è dire (o sottointendere): "Io sono bravo, lui è cattivo!!! Io sono il migliore, lui il peggiore!". Attaccarsi alle parole, stravolgendole se necessario, è una tattica che funziona purtoppo: anche con una ritrattazione, nella testa dei più disattenti rimarranno i contenuti negativi.In questo caso, Berlusconi ha fatto il 90% del lavoro e Juncker ha "solo" rincarato la dose: in fondo, pessimo è "meglio" di cattivo!

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  3. Ma guarda che con questa uscita Juncker ha fatto un favore a Berlusconi: infatti quest'ultimo ha potuto controbattere citando la sua amicizia verso il popolo ebraico (che nessuno aveva messo in dubbio e che non c'entrava nulla con la sua frase originaria) sviando il discorso dal tema grave dell'accusa ai tedeschi.
    E permettendo alle sue truppe (mignon Brunetta in testa) di lanciarsi a spada tratta in sua difesa.

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  4. E io ribadisco che in testa a molti, rimarrà la frase stravolta e non l'originale né, tantomeno, la rettifica di Berlusconi.

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  5. Ma sai leggere?

    Berlusconi non ha rettificato un belino. Ha solo sfruttato l'assist di Juncker.

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