mercoledì 30 ottobre 2013

Servono leggi contro l'omofobia e la violenza sulle donne?

Prima di rispondere alla domanda del titolo una spiegazione sul perché ho scritto "violenza sulle donne" e non "femminicidio", come va di moda oggi.
A parte che la parola "femminicidio" è brutta e cacofonica... il problema è che è pericolosa, molto pericolosa.
Primo perché esclude ogni violenza che non porti alla morte della donna (ogni parola che finisce con "cidio" dà per scontata la morte della vittima o delle vittime).
Secondo perché permette di includere omicidi di uomini ai danni di donne che col rapporto uomo-donna non hanno nulla a che fare (tipo il mafioso che uccide la donna di un altro mafioso perché questa aveva deciso di collaborare con la giustizia).

Premesso ciò, vediamo se leggi specifiche su questi due temi servono veramente.
La domanda (e quindi la relativa risposta) va divisa su due piani:
1) servono dette leggi a livello legale, perché la legislazione attuale è penalmente inadeguata?
2) servono dette leggi a livello etico, perché la legislazione attuale non permette un'adeguata istruzione al proposito?

La risposta è no in entrambi i casi. Ma vediamo perché.

1)
La legge punisce l'omicidio.
E, da quando sono state (negli anni '70) eliminate le attenuanti per il cosiddetto delitto d'onore, non esistono più differenze di trattamento dipendenti da chi sia la vittima e da chi sia il colpevole (va bene, esistono differenze dovute a chi ha l'avvocato migliore, ma questo non è qui il punto).
Oltretutto l'articolo 3 della Costituzione dice: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.".
Questo articolo già garantisce tutti (donne e omosessuali compresi, visto che le prime rientrano nel discorso "sesso" e i secondi per lo meno nel discorso "condizioni personali" se non anche in quello "sesso").
Quindi le leggi esistenti sono più che sufficienti a occuparsi di queste tematiche. Al massimo si potrebbero introdurre aggravanti (che in realtà sono già implicite nell'articolo della Costituzione).
Leggi "ad hoc" discriminerebbero di fatto chi non rientra in queste categorie.

2)
A livello etico servono sì iniziative per limitare questi problemi (anche se il cosiddetto "femminicidio" in realtà è già un fenomeno in decrescita, come dimostrato qui).
Ma siamo sicuri che leggi apposite cambierebbero la situazione?
L'omofobia e la violenza sulle donne sono problemi culturali, mentali. Non legislativi.
Tu puoi fare tutte le leggi che vuoi... se i reati contro gli omosessuali e contro le donne dovessero diminuire (cosa che non credo comunque succederebbe, basta vedere l'esempio dei paesi che puniscono l'omicidio con la pena di morte... in detti paesi si continua a uccidere che è un piacere) sarebbe al massimo per paura della pena, non perché la gente ha cambiato mentalità sull'omosessualità o sul rapporto uomo-donna.

Riassumendo in parole chiare:
- Contro l'omofobia e la violenza sulle donne serve un cambiamento culturale.
- Non servono leggi apposite.
- Le leggi sono già adeguate.
- Le teste non lo sono.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

sabato 26 ottobre 2013

La percezione delle mafie in Germania

Che le varie mafie (italiane, russe, albanesi, ecc.) ormai siano parte integrante del panorama tedesco è noto.
Però ciò è noto soprattutto all'estero... qui in Germania i tedeschi tendono a minimizzare la presenza mafiosa o a presentarla come fenomeno di importazione e non come fenomeno endemico.

Hanno ragione i tedeschi a vedere così le cose?
No, assolutamente no. Tale visione serve solo ad assolvere la Germania, a farla vedere come "vittima" della criminilatà mondiale... dimenticando che le varie mafie trovano spazio in Germania grazie alla mentalità tedesca (in particolare all'omertà tedesca: non parlare di ciò che di marcio c'è nel tuo comune, ne rovineresti l'immagine), non grazie ad altro.

Ormai le mafie qui non sono solo più limitate alle comunità straniere, non sono solo fenomeni interni alle comunità italiana, russa, turca, ecc.
Le varie mafie ormai sono fenomeni tedeschi (come mentalità in realtà la Germania è sempre stata mafiosa, fin dal medioevo... però non ha mai avuto le capacità organizzative che le mafie italiane e dell'Europa dell'est hanno portato qui negli ultimi decenni).

Ciò non lo sostengo solo io (che ne scrissi al proposito già qui una dozzina di anni fa, articolo che sulla stampa apparve tagliato perché la redazione ebbe paura a pubblicarlo completo... redazione con sede ad Amburgo, nel nord della Germania, non nell'Italia meridionale), ma ne scrivono ormai anche giornalisti tedeschi di alto livello. Veri giornalisti investigativi, non giornalisti che leggono o pubblicano solo veline.

Il problema è che l'opinione pubblica tedesca (cioè il lettore medio) si autoconvince che detti giornalisti riportino casi di pecore nere, detta opinione pubblica non vuole capire che questi giornalisti parlano della normalità della politica e della finanza tedesche. Ormai legate a filo doppio con le varie mafie.

Appunto: i giornalisti in questione non parlano di casi isolati. Parlano della norma.
Al proposito cito qui un paio di referenze (purtroppo non - o almeno non ancora - pubblicate in Italia) da giornalisti tedeschi - non italiani - e quindi veramente trattanti la situazione interna tedesca:

- Jürgen Roth, forse il miglior giornalista investigativo tedesco se non europeo, ha pubblicato diversi articoli e libri in cui parla delle varie mafie e dei loro coinvolgimenti con la politica, in particolare consiglio "Mafialand Deutschland" (Eichborn, 2009) e "Spinnennetz der Macht" (Econ, 2013);
- Petra Reski, giornalista tedesca che vive da più di vent'anni in Italia e che ha subito minacce mafiose (in  Germania, non in Italia!), ha scritto molto sulla mafia... in particolare consiglio "Von Kamen nach Corleone" (Hoffman und Campe, 2010);
- Rüdiger Liedtke, che non si occupa di mafia nel senso classico del termine, ma che mostra senza omertà e ritrosie come la politica economica tedesca sia guidata - soprattutto per quanto riguarda le privatizzazioni - da mentalità tipiche delle mafie, come per esempio scritto nel suo "Wir privatisieren uns zur Tode" (Eichborn, 2007).

Saluti,

Mauro.

venerdì 25 ottobre 2013

Care vecchie tradizioni tedesche

Chi mi conosce sa, che anche se "solo" come hobby, oltre che il fisico faccio anche il giornalista.
Chi non lo sa, può scoprirlo leggendo alcuni miei articoli su un blog che purtroppo non curo e aggiorno più da anni per mancanza di tempo.

Quindi è logico che tra le mie letture preferite ci siano anche libri scritti da altri giornalisti (preferibilmente professionisti e di alto livello), in particolare giornalisti investigativi, che fanno vere e profonde ricerche e che non si basano solo sul gossip, sul sentito dire, su quello che la gente vuol sentirsi dire.

Uno dei migliori giornalisti di questo stampo in Germania (anzi in Europa e nel mondo, non solo in Germania) è Jürgen Roth.

Nel suo ultimo libro ("Spinnennetz der Macht", Econ Verlag, 2013 - ovviamente non tradotto in italiano, il titolo comunque significa "Ragnatela del potere") Jürgen Roth descrive una cara vecchia tradizione tedesca.

Cito le sue parole originali:

"Fazit: Man küsst lieber die Füße desjenigen, der an der Macht ist. Das ist gute alte deutsche Tradition."

Traduco: 

"Tirando le somme: si preferisce baciare i piedi di colui che è al potere. Questa è una cara vecchia tradizione tedesca."

Per chi non avesse capito dove voglio andare a parare: quelli che dicono che "certe cose capitano solo in Italia" si sparino. Ma prendendo bene la mira, per favore.

Saluti,

Mauro.

venerdì 18 ottobre 2013

Un esempio di "ottimo" giornalismo

Oggi, sul presto, si è verificato un incidente a Wuppertal.
Per chi non lo sapesse, Wuppertal (in Germania, non lontano da Colonia) è l'unica città al mondo che invece di una metropolitana ha una monorotaia sospesa.

L'incidente ha provocato alcuni danni ma non è stato particolrmente grave: nessun morto, due feriti (leggeri e più che altro per colpa propria) e un paio di auto danneggiate.
Insomma una notizia da dare, ma nulla di così importante.

Eppure la stampa italiana è riuscita a riportare la notizia con una quantità di errori decisamente imbarazzante.
Io qui parlo di come il "Corriere della Sera" ha riportato la notizia.
Su "Repubblica" - conoscendo le "qualità" del corrispondente dalla Germania, tal Tarquini che già sbertucciai qui - non ho neanche voluto cercare e controllare.

Partiamo dai titoli del Corriere. Prima che lo stesso corregga (sempre che lo faccia) qui uno screenshot attuale:


Partiamo dal titolo:
"Colonia, si blocca la funivia simbolo di Germania"
Già tre errori in otto parole:
1) l'incidente è avvenuto a Wuppertal, non a Colonia;
2) il mezzo di trasporto coinvolto è una monorotaia sospesa, non una funivia;
3) a parte il fatto che grammaticalmente sarebbe corretto "simbolo della Germania" e non "simbolo di Germania"... definire la monorotaia di Wuppertal come simbolo della Germania è per lo meno esagerato.

Passiamo ora ai sopra- e sottotitoli.
Il sopratitolo comincia con "La Wuppertal", come se Wuppertal fosse il nome della monorotaia. No, Wuppertal è semplicemente il nome della città in cui detta monorotaia si trova.
Il sottotitolo dice "si stacca cavo di acciaio". Leggendo la stampa tedesca invece si capisce che ciò che si è staccato è il conduttore magnetico della monorotaia... che ben difficilmente può essere un semplice cavo di acciaio, per quanto l'acciaio possa essere un conduttore (nelle funivie esistono i cavi, non nelle monorotaie).

E finora abbiamo parlato solo di titoli, sopra- e sottotitoli.
Ma anche nel corpo dell'articolo si trovano un paio di gioielli.

"Non è ancora chiara la ragione per cui un cavo di acciaio si sia staccato"
Come detto sopra si è staccato un conduttore, non un semplice cavo (nella monorotaia non ci sono cavi, del resto).

"Il percorso collega le due rive del fiume Wupper"
Veramente il percorso della monorotaia segue per 13 chilometri il corso della Wupper, non ne collega le due rive... le due rive dello stesso fiume sono collegate senza problemi da numerosi ponti, essendo detto fiume oltretutto non granché largo.

Saluti,

Mauro.

martedì 15 ottobre 2013

Meglio non incontrare il gatto di Schrödinger

Quelli di voi miei quattro lettori che hanno un interesse per la scienza, e per la fisica in particolare, avranno certo già sentito parlare del paradosso del gatto di Schrödinger.
Il gatto di Schrödinger non è - lo dico per gli altri - semplicemente un pacioso felino passato alla storia per essere appartenuto a un famoso scienziato. No, tutt'altro.
Il gatto di Schrödinger è il protagonista di un esperimento mentale che spiega quali paradossi creerebbe l'applicazione diretta delle leggi della fisica quantistica nel mondo macroscopico.

Ieri un conoscente profano (molto colto ma non fisico, in questo senso profano) mi ha confrontato con questo paradosso.
Io ho cercato di spiegargli in termini semplici cosa Schrödinger intendesse col suo paradosso (e la cultura - anche se non scientifica - di questa persona mi ha semplificato il lavoro)... però non ho potuto esimermi da un'avvertenza.

Il gatto di Schrödinger è in uno stato indeterminato, tra il vivo e il morto, anzi è le due cose insieme... solo aprendo la scatola in cui si trova lo stato verrà deciso. O vivo o morto.

Bene, se sarete voi ad aprire quella scatola... auguratevi che lo stato sia "gatto morto".
Perché se lo stato sarà "gatto vivo"... vi troverete davanti una belva assatanata, un gatto incazzato nero, anzi nerissimo... e vi pentirete di aver aperto la scatola ;-)

Saluti,

Mauro.

sabato 12 ottobre 2013

Provateci voi...

...a spiegare la teoria della relatività e quella dell'evoluzione in una birreria a un profano che ha già una o due birre di troppo intus :(

Saluti,

Mauro.

venerdì 11 ottobre 2013

Le sue vittime non sono diventate centenarie

Oggi è morta, centenaria, la bestia Erich Priebke.

Le sue vittime non sono diventate centenarie.
E le sue vittime non sono solo quelle delle Fosse Ardeatine. Quelle sono solo quelle per cui è stato, con decenni di ritardo (taccio sulle colpe del ritardo se no mi ritrovo denunciato sia dallo stato tedesco che da quello italiano che da quello vaticano che da quello argentino, visto che ci sono favoreggiatori della bestia viventi e potenti in tutti quattro gli stati), ma le sue vittime sono state molte di più.
E non penso solo a coloro che lui ha ammazzato o fatto ammazzare (anche prima e dopo le Fosse Ardeatine)... ma anche ai figli e nipoti di costoro. Figli e nipoti non ammazzati dalle SS ma comunque vittime della storia vita natural durante.

E a tutti coloro che credono in un qualsiasi dio (il minuscolo è voluto), di qualsiasi religione, dico: se la bestia Priebke ha vissuto cent'anni e di fatto tutti i cent'anni da privilegiato, vivendo comodo e benestante (anche dopo la condanna)... dov'era il vostro dio? Dormiva? O era addirittura dalla parte della bestia?
Non rispondete a me. Rispondete alle vostre coscienze. Se ce la fate.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 9 ottobre 2013

Un Nobel assolutamente scontato... e meritato

Oggi sono stati comunicati i premiati con il Nobel per la fisica 2013: si tratta di coloro che nella prima metà degli anni '60 (per la precisione nel 1964) teorizzarono l'esistenza del bosone di Higgs, elemento fondamentale (vedasi dopo) per spiegare la materia (e che in maniera scientificamente più corretta dovrebbe chiamarsi bosone di Higgs-Englert-Brout).
I premiati in questione sono Peter Higgs e François Englert (in realtà avrebbero dovuto essere premiati in tre, ma il terzo - Robert Brout - ha avuto la brutta idea di morire prima della scoperta del bosone in questione e per regolamento i Nobel non possono essere assegnati postumi).

Un Nobel scontatissimo, in quanto in questo momento in una simile "competizione" non ci sono veri avversari (né reali né mediatici) per una scoperta simile, nonostante altri candidati notevoli e meritevoli.
Ma anche un Nobel meritatissimo, in quanto la conferma sperimentale delle intuizioni di Higgs, Englert e Brout è un tassello fondamentale della fisica di ogni tempo (e lo dico senza esagerare).

Perché il bosone di Higgs-Englert-Brout (usualmente noto solo come bosone di Higgs) è così importante?
Vi rimando agli articoli scritti l'anno scorso al proposito: uno, due e tre.

Ora qualcuno dirà... ma il bosone è stato scoperto prima dell'assegnazione dei Nobel del 2012... perché hanno aspettato il 2013 per il premio? Qui la spiegazione.
Qualcun altro invece dirà... spesso i Nobel vengono assegnati a decenni, o comunque a molti anni, dalla scoperta. Perché stavolta si è aspettato solo un anno? Guardatevi le età di Higgs ed Englert... e ricordatevi che i Nobel non possono essere assegnati postumi...

Saluti,

Mauro.

sabato 5 ottobre 2013

Altre cose che capitano in Germania

In Germania capitano certe cose.

Però in Germania capitano anche altre cose: ieri hanno ritrovato la mia macchina.

Saluti,

Mauro.

giovedì 3 ottobre 2013

Berlusconi ha perso o ha vinto?

A livello personale, cioè quello che a lui di fatto interessa, non si sa.
Perché il livello personale ha a che fare con la sua decadenza da senatore (e quindi con la pena decisa dalla Cassazione da scontare da privato cittadino) e la decisione del Parlamento su detta decadenza verrà presa prossimamente... quindi Berlusconi ha ancora tempo per comprare qualche voto e salvarsi.

A livello politico invece Berlusconi ha perso.
Il suo partito - e soprattutto Alfano, quello che tutti noi consideravamo semplicemente il lecchino senza diritto di parola - si è ribellato al suo dominio personale.
Il PdL - o quello che ne seguirà - ha dimostrato che senza Berlusconi può esistere. Magari più piccolo, ma può esistere.
E questa è un'ottima notizia anche per chi ha idee politiche completamente differenti: un partito personale è sempre e comunque una sconfitta della democrazia, un partito indipendente dalle persone è una vittoria della democrazia.

Quindi lo strappo di Alfano (persona che, lo ammetto, non avrei mai considerato capace di simile strappo) è una vittoria della democrazia.
Almeno per ora. Poi vedremo come Alfano e gli altri "strappisti" reagiranno all'inversione di rotta di Berlusconi (che, dopo aver tuonato contro il governo Letta, ha votato la fiducia... alla faccia della coerenza).

Ma per ora... per una delle rare volte da quando sono elettore (cioè dal 1986 in poi) sono contento di quello che ho visto in Parlamento (non solo per quanto riguarda Alfano e altri del PdL che si staccano da Berlusconi, ma anche per il comportamento di Letta - pur non essendo suo sodale ideologico - e per il coraggio della De Pin nonostante le minacce squadriste da lei subite da parte del M5S).

Ho detto contento. Non orgoglioso. Lo specifico per evitare fraintendimenti.
Berlusconi è stato troppo a lungo in Parlamento senza diritto (legale, non solo morale) per poter essere orgogliosi di questa fine. Qualsiasi siano le proprie idee politiche.

Saluti,

Mauro.