mercoledì 27 marzo 2013

Non cominciate a festeggiare

Questo blog nei prossimi giorni rimarrà silente e incustodito.
Volo via per una breve vacanza.

Ma non cominciate a festeggiare: ritornerò!

Saluti,

Mauro.

lunedì 25 marzo 2013

Una proposta per uscire dallo stallo

Il Parlamento è bloccato.
Come ho già scritto altrove, alla Camera c'è sì una maggioranza, ma al Senato ci sono solo tre (anzi quattro, se consideriamo Monti) minoranze.

Bersani non vuole allearsi con Berlusconi (e ha tutta la mia approvazione).
Grillo non vuole allearsi con nessuno (il suo scopo è distruggere, non costruire).
Berlusconi (qualunque cosa si pensi di lui) per una volta dipende dagli altri, quindi può far poco.
Napolitano difficilmente potrà fare un altro gioco di prestigio come con Monti, tenendo anche conto della incombente fine del suo mandato.

E allora? Allora rimangono solo elezioni a breve.

Oppure...
Visto che in Parlamento (Grillo dixit) siede la casta, perché non fare un governo senza casta?
I partiti che si sono presentati alle elezioni ma non sono riusciti a entrare in Parlamento (voi penserete subito alle liste di Ingroia e Giannino, ma i partiti rimasti in mutande sono ben di più, loro sono solo i più famosi) secondo i ragionamenti grilleschi dovrebbero quindi non appartenere alla casta (se no, avrebbero comunque trovato il modo di spuntare un paio di deputati e/o senatori).

Quindi formiamo una coalizione dei partiti rimasti fuori dal Parlamento e che essa formi un nuovo governo. Un governo extraparlamentare (che tra le altre cose garantirebbe veramente la separazione dei poteri, a questo punto).
I grillini, se sono coerenti (ma lo sono?), non potrebbero non sostenerlo.
Il PD, visto che elezioni a breve sarebbero per lui mortali mentre elezioni a lungo termine esattamente il contrario, idem.
Berlusconi e Monti a quel punto non sarebbero significativi.

Perché non provarci?

Saluti,

Mauro.

Sinceramente, non vorrei essere nei panni di Bersani

E non solo perché, a causa dei numeri in Senato, si trova in una situazione decisamente incasinata per quanto riguarda la formazione di un governo. Alla Camera nessun problema... ma in Senato esistono solo tre minoranze, nessuna maggioranza.

Il vero motivo per cui oggi non vorrei essere nei suoi panni è che, onestamente, i suoi nemici più acerrimi sembrano essere dentro il PD stesso, non nel M5S o nel PdL.

Detto papale papale: Renzi sta facendo più danni di Grillo e Berlusconi insieme. Solo che lui riesce a fare il faccino angelico, mentre gli altri due no. Quindi all'interno del PD molti non capiscono. O non vogliono capire.

Saluti,

Mauro.

domenica 24 marzo 2013

Le divisioni della scienza. Presunte divisioni.

Spesso su giornali e riviste si legge che gli scienziati sono divisi, o addirittura spaccati, su certi argomenti.
E, guarda caso, a sentire la stampa questi argomenti hanno sempre a che fare con complotti vari... complotti che riguardano temi come terapie mediche alternative, OGM, scie chimiche e simili.
In realtà la comunità scientifica su certe cose non è per niente divisa.
Anche perché la scienza si occupa più di fatti che di opinioni. E sulle opinioni si può discutere, sui fatti no.
Spiegandosi meglio: una teoria scientifica è discutibile e discussa fino a che è solo teoria. Una volta che cominiciano ad apparire fatti non sarà più né discutibile né discussa: sarà "solo" corretta o sbagliata.

Però non voglio essere prolisso: c'è chi ha spiegato questa storia molto meglio di me. Leggetelo. E apprezzatelo :)

Saluti,

Mauro.

giovedì 21 marzo 2013

Mennea mi ha fregato

Oggi c'erano un sacco di temi su cui scrivere... le consultazioni al Quirinale, i casini con l'India, le prove e controprove sui legami del nuovo papa con la dittatura argentina, l'ennesima sfida calcistica tra Italia e Brasile... e chi più ne ha più ne metta...

E poi cosa succede? Che ti muore Pietro Mennea.

Porca miseria, Pietro... questa non me la dovevi fare. Gli idoli dell'adolescenza non possono morire! Non devono morire!

Saluti,

Mauro.

mercoledì 20 marzo 2013

L'Italia e la democrazia

Leggo in questi giorni sempre più articoli (quasi appelli) che invitano Bersani a farsi da parte e consentire a un altro esponente del PD (Grasso? Rodotà?) di provare a formare il governo.
Perché l'Italia "ha assoluto bisogno di un governo" e Grillo e Berlusconi non vogliono Bersani.

A parte il fatto che Grillo non siede in Parlamento, quindi bisogna vedere cosa vogliono gli eletti del M5S e non cosa vuole Grillo... ma passiamo oltre.

Bersani può piacere o non piacere (del resto siamo in democrazia... o no?), però Bersani che si fa da parte ancora prima di provare sarebbe la dimostrazione che la democrazia in Italia è definitivamente sconfitta e che la violenza (anche se per fortuna per ora solo verbale) conta di più.

Bersani ha vinto - democraticamente - le primarie del PD.
Il PD ha vinto - alla Pirro, ma comunque democraticamente vinto - le elezioni politiche.

Ergo: Bersani deve - per rispettare le espressioni di voto democratiche di cui sopra - provare a formare un governo. Se poi, essendo come detto la vittoria del PD una vittoria di Pirro, il Parlamento gli negherà la fiducia, amen. Allora si proveranno strade alternative oppure si tornerà a votare.
Ma solo dopo la sfiducia a Bersani.

Qualsiasi soluzione che non preveda come prima mossa Bersani presentarsi in Parlamento per chiedere la fiducia per un proprio governo è negazione della democrazia. Punto.
Anche se tale soluzione ci portasse un governo saldo e di qualità.

Saluti,

Mauro.

martedì 19 marzo 2013

No, non rappresentate il 25% degli elettori

Roberta Lombardi, capogruppo del M5S alla Camera, ha dichiarato cosa spetterebbe al suo partito (sì, partito, che piaccia o no, nel momento in cui un movimento - o qualsiasi altra cosa - si presenta alle elezioni diventa un partito).
Ora, dato che il M5S ha indubbiamente ottenuto un successo notevole e non contestabile (che a me o a chiunque altro ciò piaccia o meno non conta giustamente nulla), determinate "pretese" sono giustificabili.

Ciò che non è giustificabile è il confondere elettori con votanti (anche se in ciò il M5S segue una lunga tradizione di praticamente tutti i partiti europei, quindi dimostra con ciò di essere di fatto un partito classico, non qualcosa di nuovo e rivoluzionario): elettore è chiunque abbia diritto al voto, non chi va effettivamente a votare.

Cara Lombardi, il M5S rappresenta quindi il 25% di chi è andato a votare, non il 25% degli elettori.
Dato che solo il 75% per certo degli aventi diritto al voto (cioè degli elettori) è andata a votare... il M5S rappresenta il 25% del 75%, cioè neanche il 19% degli elettori (bella cifra comunque, per la quale vi faccio i complimenti, ma ben inferiore al 25% da lei sostenuto).

Sia ben chiaro: calcoli del genere valgono per ogni partito, non solo per il M5S, ma per quanto riguarda queste elezioni solo il M5S ha rilasciato una dichiarazione (sbagliata, come sopra dimostrato) al riguardo.
Per questo viene qui citato solo il M5S.

Saluti,

Mauro.

lunedì 18 marzo 2013

La chiesa e la scienza

Tradizionalmente la Compagnia di Gesù è tra gli ordini cattolici il più vicino alla scienza.
Bergoglio è un gesuita. Forse in Vaticano la vera rivoluzione è questa, non quella della modestia e della povertà.

Saluti,

Mauro.

C'è speranza. Forse.

I presidenti delle due Camere del Parlamento sono stati eletti in due giorni e quattro votazioni.
Un'elezione velocissima, tenendo conto del fatto che le recenti elezioni non hanno portato in Parlamento nessuna maggioranza (alla Camera c'è grazie a un esagerato premio di maggioranza, al Senato non c'è proprio per nulla).

Due cose belle di queste votazioni.

Alla Camera, grazie alla maggioranza assoluta dovuta al premio di cui sopra, il PD (o al limite la coalizione PD-SEL) avrebbe potuto fare eleggere chiunque avesse voluto.
Invece ha scelto una personalità poco conosciuta, ma di grandissimo spessore. Una donna che il mondo ci invidia: Laura Boldrini. Una di quelle persone che ti permettono di dire con vero orgoglio: io sono italiano.
Però anche una persona a suo modo scomoda: PD e SEL sanno benissimo di non avere eletto in quella posizione una persona che farà la semplice funzionaria di partito. Tutt'altro. E questo va a merito di PD e SEL.

Al Senato la persona eletta - Pietro Grasso - non è che abbia la mia incondizionata simpatia (anzi...), però se lo confrontiamo al suo predecessore Schifani... è come passare dalla merda alla cioccolata.
La cosa veramente bella al Senato è comunque un'altra. Cioè la dimostrazione da parte dei grillini (o almeno di parte di essi) di sapersi prendere delle responsabilità e di non dire sempre e solo no come vorrebbe Grillo.
Bene. Sono acerbi, ma non indottrinati come vorrebbe il loro guru. Almeno non tutti.

C'è speranza. Forse.

Saluti,

Mauro.

venerdì 15 marzo 2013

Cominciamo bene

Nella sua prima messa da papa, Jorge Mario Bergoglio ha citato il letterato francese Léon Bloy: Chi non prega il Signore, prega il diavolo.

Non è certo un buon inizio. Per due motivi.

Per un motivo di logica: chi non crede in Dio, non crede neanche nel diavolo, quindi non può pregarlo. E un gesuita che non conosce la logica è difficile da immaginarsi... quindi la cosa dà da pensare...

Per un motivo "politico": dato che con "Signore" è sottinteso il Dio dei cristiani... automaticamente per Bergoglio chiunque preghi altri dei, prega il diavolo.

Spero che i cronisti che hanno assistito a questa prima messa abbiano semplicemente riportato male (o fuori contesto) quanto detto da Bergoglio. In caso contrario c'è da preoccuparsi fin da subito.

Saluti,

Mauro.

giovedì 14 marzo 2013

Assisi non c'entra e il papa è nero

Ma quanto pecoroni sono i giornalisti (non solo italiani)?
Appena Jorge Mario Bergoglio ha scelto Francesco come nome d'arte per la sua attività di papa... tutti a tirare fuori Francesco d'Assisi.
A quanto pare i blogger (vedasi per esempio mau - anche se a leggere l'aggiornamento sembra ingenuamente credere alla favola raccontata da Dolan - oppure Layos, ma io stesso ho commentato in tal senso alcuni articoli "ingenui" del Fatto, di Linkiesta e del Post) hanno competenze e conoscenze superiori ai giornalisti per quanto riguarda la storia del cattolicesimo: papa Francesco è un gesuita... e i gesuiti, accanto al fondatore primo Ignazio di Loyola, venerano Francesco Saverio.
Serve aggiungere altro?

Cambiando tema, ma rimanendo in zona papale.
Molti si auguravano un papa nero (non per niente Turkson era considerato uno dei favoriti).
Poi c'erano i minorati mentali che prendevano sul serio "profezie" come quelle di Nostradamus e di Malachia e che sostenevano che queste profezie prevedevano un papa nero (il primo papa nero) proprio dopo il vecchio Ratzi.
E sapete una cosa? Stavolta ci hanno beccato!
Bergoglio è un gesuita e i gesuiti sono "neri". No, la politica non c'entra, ma i gesuiti sono l'unico ordine che prevede sempre e comunque abbigliamento completamente nero. Infatti il capo supremo dei gesuiti è sempre stato definito (per il potere dei gesuiti e per il colore delle loro vesti) "papa nero" (in opposizione al papa "reale", che tradizionalmente veste di bianco).
Bergoglio è il primo papa gesuita della storia. Quindi il primo papa "nero" sul trono di Pietro.

Saluti,

Mauro.

martedì 12 marzo 2013

Piccoli scandali tedeschi

Piccoli non perché di poco conto, ma perché negli ultimi tempi in Germania ci sono stati scandali ben più grandi e che hanno fatto ben più rumore all'estero, sia economici (vedasi la metropolitana di Colonia, di cui parlai qui, oppure l'aeroporto di Berlino, il passante ferroviario di Stoccarda e la filarmonia di Amburgo, di cui diedi qualche indicazione qui) che politici (i plagi per ottenere titoli accademici di persone come von Guttenberg o Schavan e lo sfruttare le proprie conoscenze dell'ex presidente Wulff, tanto per citare solo i più noti).

Piccoli però significativi, soprattutto per noi italiani, che siamo abituati a dire "Certe cose all'estero non succedono!". Invece succedono eccome. Forse anche di più che in Italia.

Il primo caso di cui vi voglio parlare è la cosiddetta Flugbereitschaft (cioè la disponibilità aerea) dell'aviazione tedesca per il Governo e per la Presidenza della Repubblica.
Questa disponibilità esiste, più o meno estesa, in ogni paese del mondo, quindi in sé nulla di strano.
La cosa da osservare è che la flotta - piccola o grande che sia - a disposizione delle alte cariche politiche è sempre stazionata nelle vicinanze della sede di dette cariche. Per esempio in Italia è a Ciampino, il secondo aeroporto di Roma (ma più vicino al centro del primo, cioè Fiumicino). Paesi come Francia, Regno Unito o Stati Uniti hanno situazioni simili a quella italiana.
In Germania invece c'è un piccolo problema... Governo e Presidenza della Repubblica hanno sede a Berlino. Berlino ha due aeroporti (grandi). E fino a poco tempo fa ne aveva addirittura tre.
Eppure la flotta di cui sopra è stazionata a Colonia, per la precisione all'aeroporto di Colonia-Bonn (chiamato così perché Bonn era la capitale quando l'aeroporto fu costruito, anche se l'aeroporto è nel territorio comunale di Colonia, senza legami geografici con Bonn).
Cioè a 300 chilometri in linea d'aria da Berlino.
Il che significa che ogni volta che la cancelliera Merkel o il presidente Gauck (ma non solo loro) hanno bisogno di un aereo, questo deve decollare da Colonia, atterrare a Berlino nell'area riservata ai voli di Stato e poi ridecollare per dovunque si debba andare.
Sì, avete letto bene: a Berlino c'è un'area riservata ai voli di stato... quindi non ci sarebbe nessun problema a stazionare la flotta "statale" lì. Però no. La flotta continua a stare a Colonia. E a sprecare carburante per raggiungere Berlino ogni volta che serve (cioè spesso, anzi spessissimo).

Il secondo caso invece parla di un top manager. Che ha fallito dovunque è andato, ma continua a ottenere incarichi d'oro.
Il "signor" Hartmut Mehdorn.
Non credo che in Italia questo nome sia particolarmente noto, quindi vi faccio un breve riassunto di quanto è riuscito a costruire in carriera.
Dal 1999 al 2009 è stato alla guida delle ferrovie tedesche, distruggendole. Sia economicamente che come immagine. Con la scusa di preparare le ferrovie all'entrata in borsa e alla privatizzazione ha completamente distrutto il servizio, portando la qualità dello stesso dai vertici mondiali alle fogne. E ne ha al tempo stesso peggiorato i conti finanziari (infatti l'entrata in borsa e la privatizzazione sono sempre state rimandate e oggi non ne parla più nessuno).
Dopo alcuni incarichi "minori", nel 2011 Mehdorn viene chiamato a dirigere la Air Berlin, seconda compagnia aerea tedesca. Compagnia che nel 2011 era in difficoltà finanziarie, ma nonostante tutto in crescita.
Mehdorn rimane lì neanche due anni e cosa fa? Fa di una compagnia con conti in difficoltà, ma in crescita come quote di mercato... una compagnia con conti praticamente non più salvabili e non più in crescita di mercato. Compagnia che comunque, viste le sue dimensioni, verrà di sicuro salvata con qualche intervento statale "nascosto". Ma non è questo il punto.
Che fine ha fatto Mehdorn dopo aver rovinato le ferrovie tedesche e la Air Berlin? È stato chiamato al capezzale del nuovo aeroporto di Berlino (vedasi sopra oppure qui, anche se quest'articolo sottovaluta un bel po' il tutto). Alla faccia del buon management!

E poi voi mi volete parlare dell'Italia?

Saluti,

Mauro.

lunedì 11 marzo 2013

E per concludere le celebrazioni adamsiane...

...cosa continuate a cercare le domande? Tanto la risposta lo sapete già che è 42!

Saluti,

Mauro.

Oggi è il compleanno di Douglas Adams

O meglio, lo sarebbe stato se Douglas Adams non avesse avuto la pessima idea di morire nel 2001.

E chi non sa chi sia Douglas Adams... peste lo colga! (Parafrasando Sem Benelli).

Saluti,

Mauro.

domenica 10 marzo 2013

Perché non possiamo permetterci la rielezione di Napolitano

Oggi sul Corriere della Sera il direttore Ferruccio de Bortoli chiede che si rielegga come Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il motivo? In un momento incerto, turbolento come quello attuale serve un punto fermo, saldo a ricoprire la più alta carica del Paese.

Ma invece è proprio perché è vero che il paese ha bisogno di un punto fermo, di una guida salda, che non possiamo assolutamente accettare un secondo settennato di Napolitano.
Di lui possiamo pensare tutto il bene o tutto il male che vogliamo, possiamo apprezzare o disprezzare quello che ha fatto (e come lo ha fatto) in questi sette anni.
Ma sta andando verso i novant'anni (è nato nel 1925). E non possiamo permetterci un presidente che possa morire o perdere la lucidità mentale da un giorno all'altro, cose che possono naturalmente e improvvisamente capitare a una persona di quell'età.

Le leggi di natura - purtroppo o per fortuna - se ne fregano delle esigenze politiche o sociali.

Saluti,

Mauro.

giovedì 7 marzo 2013

Domani si ricelebrano le donne

E come ogni festa comandata domani ritorna la giornata internazionale della donna (volgarmente nota come la festa della donna, anche se più corretto sarebbe dire festa della femminista).

Al di là del mio sarcasmo su detta celebrazione, devo anno dopo anno notare sempre di più l'ignoranza sull'origine della stessa. Non solo gli uomini, non solo le donne... ma anche le femministe, le politiche e le sindacaliste parlano quasi sempre di una fabbrica a New York.

La realtà però (anche se la leggenda sembra piacere di più) ci porta a San Pietroburgo, come scrissi l'anno scorso, e non a New York.
E a distanza di un anno la storia e i fatti non sono cambiati :-)

Saluti,

Mauro.

mercoledì 6 marzo 2013

Non dimentichiamo il vero problema

Negli ultimi giorni l'obiettivo è stato costantemente puntato su Beppe Grillo e sul suo M5S.
C'è chi lo ha idolatrato, chi lo ha demonizzato e chi ha cercato di osservare le cose in maniera neutra (ma comunque centrata sul M5S).

Però il problema serio è un altro.
E lo dico io che non amo Grillo e che, quando posso, lo combatto (e questo mio blog lo dimostra, se andate a leggere le cose che ho scritto ultimamente).
Io sostengo che Grillo e il suo movimento possono solo fare danni.
Forse ho ragione o forse no... però comunque ammetto che è una forza nuova e che quindi possiamo sì fare delle previsioni, ma i veri giudizi potranno essere espressi solo dopo aver messo questa forza alla prova dei fatti.

Al tempo stesso c'è però una forza politica che ha dimostrato da circa vent'anni (onestamente da più di vent'anni, in realtà fin dal 1976, essendo detto movimento figlio primogenito - anzi clone - del PSI guidato da Bettino Craxi) di saper fare solo danni (all'Italia, non al leader di questa forza politica). Una forza politica chiamata prima Forza Italia e poi Popolo della Libertà (libertà per il suo capo di fare ciò che gli pare, sia ben chiaro).
E sono i fatti a dimostrarlo, non sto parlando di mie opinioni personali.
Eppure, pur avendo perso molto rispetto alle precedenti elezioni, questa forza continua ad aver il sostegno di milioni di elettori italiani.

Ma quanto masochisti sono questi elettori?

Saluti,

Mauro.

martedì 5 marzo 2013

E non venitemi più a parlare di Messi o Ronaldo

Ryan Giggs: 1000 partite ufficiali oggi.

Quando i due ragazzetti avranno giocato tante partite come lui, tante stagioni come lui e avranno vinto tanti titoli come lui, rimanendo ad altissimo livello come lui fino alla sua attuale età... ne riparleremo.
Fino ad allora Messi e Ronaldo possono sono inginocchiarsi davanti a Giggs.

Saluti,

Mauro.

lunedì 4 marzo 2013

Salvate il soldato grillino

C'è quello che dice che uno dei temi che lo appassionano sono le scie chimiche (da fisico qui stendo veramente un velo pietoso).
C'è quello che dice di essersi disiscritto dalla chiesa cattolica (anche io mi sono disiscritto da un club filatelico, del resto).
C'è quella che non sa quanti siano i parlamentari, forse 500-600 (in Germania sarebbe comprensibile, essendoci solo un numero minimo di parlamentari, ma non un numero fisso... ma in Italia il numero è fisso dal 1948 1963).
C'è quella che dice che il fascismo ha fatto anche cose buone (ma poi salva non quelle bensì quelle che lei stessa ha definito cattive o per lo meno folcloristiche).
C'è quello che prima apre al PD e poi nega di averlo fatto proclamando fedeltà al credo del "nessuna fiducia a nessun governo" (non è che sia pronto a raggiungere i "responsabili" Scilipoti e Razzi?).
C'è quello che dice che andrà a cercare il Parlamento su Google (forse però il Tom-Tom gli sarebbe in questo caso più utile).

E queste sono solo le gaffes che mi vengono in mente così, di botto, senza andare a cercare su Google o altri motori di ricerca.

Gente, questi sono dilettanti allo sbaraglio! Gente degna della Corrida di Corrado!

Però - qualunque cosa possiamo pensare delle idee politiche - queste ragazze e questi ragazzi sono un patrimonio, sono persone di buona volontà, che si vogliono impegnare, che possono veramente portare aria fresca in politica.
Ma sono anche persone che stanno guidando a velocità folle con freni manomessi e volante bloccato in direzione di un dirupo.
E chi ha manomesso i freni e bloccato il volante? Grillo e Casaleggio.

Salviamo il soldato grillino da Grillo e da Casaleggio, vi prego!

Saluti,

Mauro.

domenica 3 marzo 2013

Perché la socialdemocrazia perde

Ultimamente vediamo la socialdemocrazia perdere a ripetizione in ogni angolo d'Europa.
Eppure, sulla carta, la socialdemocrazia (cioé partiti come il PD italiano o la SPD tedesca) offre il miglior equilibrio tra stato sociale ed economia di mercato.
E allora dove sta l'inghippo?

L'inghippo sta che tale equilibrio non esiste.

O punti solo sull'economia di mercato, come fecero Blair nel Regno Unito e Schröder in Germania, e ti dimentichi della sinistra puntando solo al centro (se non a destra).
O punti solo sullo stato sociale, come ha fatto Hollande in Francia e - a livello regionale - Kraft in Germania e Vendola in Italia, e ti dimentichi del centro puntando solo a sinistra.

Detto chiaro e tondo:
- La sinistra può vincere;
- Il centro può vincere;
- Il centrosinistra può solo perdere.

Saluti,

Mauro.

sabato 2 marzo 2013

Urlatori alla sbarra

No, non mi metto a fare il critico cinematografico su film di più di cinquant'anni fa, non temete.
Voglio solo ritornare sulle incasinate elezioni parlamentari italiane di pochi giorni fa.

Grillo col suo Movimento 5 Stelle è stato il chiaro vincitore. Su questo siamo tutti d'accordo, sia chi ne è contento sia chi no.
Oggi mi sono un po' riguardato come era stata fatta la campagna elettorale. E anche cosa sa (o sembra sappia) l'elettore medio dei vari partiti e programmi.
Bene, l'elettore medio ne sa ben poco. Molto poco.

Torniamo al M5S e prendiamolo come esempio.
Ha un programma e ha delle idee (che poi sono quelle di Grillo e Casaleggio, il M5S non ha diritto di parola in proposito... ma facciamo finta che...). Questo programma e queste idee possono essere condivisibili o meno, possono essere realizzibili o meno... ma quanto sono conosciuti da chi ha votato M5S?
Certo, gli slogan e i tormentoni di Grillo sono noti a tutti, ma quanti hanno letto tutti i 20 punti del cosiddetto programma? Quattro gatti, anzi quattro grilli.
Però gli slogan e i tormentoni sono stati urlati. Urlati molto forte. E tutti li hanno sentiti.
E qui sta il problema.

Se Grillo e il suo M5S avessero portato avanti lo stesso identico programma, con le stesse identiche idee e usando gli stessi identici strumenti (cioè la rete e le piazze) però senza urlare e insultare bensì discutendo, dialogando, spiegando... i voti presi sarebbero stati un terzo, la metà a voler essere generosi.

Perché?
Perché per l'elettore italiano (e non solo, comunque) medio il saper farsi sentire (anche senza contenuti) è un valore, non l'aver qualcosa da dire.

Del resto guardiamo la storia recente.

Berlusconi ha sempre ottenuto i migliori risultati urlando e insultando... le poche volte che si è mostrato responsabile e sobrio ha perso voti.
La Lega idem: con insulti e urla aveva raggiunto cifre impressionanti, ora che urla meno e insulta poco ha a malapena il 4%.
Anche nel centrosinistra: partiti come Rifondazione Comunista e l'Italia dei Valori hanno avuto i loro momenti d'oro quando urlavano e sbraitavano, non quando spiegavano e discutevano.

Meditate, elettori, meditate.

Saluti,

Mauro.

venerdì 1 marzo 2013

E quando ci ricapita un'occasione simile?

Il Presidente della Repubblica, trovandosi nel cosiddetto semestre bianco, ha poteri limitati rispetto a quelli (già ristretti) usuali.

Il Governo, in quanto dimissionario, può occuparsi solo degli affari correnti. E chissà quando ne verrà nominato un nuovo (che rischia oltretutto di essere un governo di minoranza).

Il nuovo Parlamento deve ancora insediarsi (e quello vecchio può quindi a sua volta occuparsi solo degli affari correnti). Oltretutto quando si insedierà sarà bloccato da un Senato ingestibile.

Il capo della Polizia è in coma in ospedale e sostituito (non con pieni poteri) dal suo vice.

Per di più anche il papato si ritrova in un momento di sede vacante.

Washington è divisa al suo interno ed è con altri problemi affacendata e quindi non può intervenire dando a Roma gli ordini che in passato ha sempre dato.

Ragazzi, svegliamoci, quando ci ricapita un'occasione simile? Quando ritroveremo un simile vuoto di potere in Italia?
E facciamola ora 'sta rivoluzione, facciamolo ora 'sto colpo di Stato!

Saluti,

Mauro.