sabato 11 agosto 2012

Per gioco e per sport

Stavolta me la prendo con La Stampa, non con Repubblica :-)

Ieri Massimo Gramellini ha scritto sul suo blog sulla Stampa un intervento molto interessante e molto, anzi moltissimo, discutibile.

Discutibile, in quanto Gramellini dimostra di non sapere cos'è lo sport.
Interessante, in quanto la sua conclusione (per quanto partente da basi sbagliate) sul "troppismo" è condivisibile.

Ma torniamo allo sport e al gioco. Cito da Gramellini: ai Giochi ci sono sport che sembrano, appunto, dei giochi.

Il problema è che la parola "sport", come a quanto pare Gramellini non sa, ha la stessa etimologia, tra gli altri, dell'italiano "diporto" o dello spagnolo "deporte", che significano al tempo stesso sport e divertimento, svago, cioè gioco.
Del resto anche per quelli che Gramellini considera sport e non giochi noi diciamo "giocare a calcio", "giocare a tennis", "giocare a pallacanestro", ecc. Vorrà pur dir qualcosa, o no?
E l'osservazione che spesso viene fatta, cioè che lo sport contrariamente al gioco è regolamentato, non vale. Quando dei ragazzini scendono in strada per giocare - per esempio - a pallone, prima di cominciare si mettono d'accordo su quali regole seguire. Quindi anche il gioco è regolamentato.

No, caro Gramellini, tu non hai capito lo spirito dello sport. Lo sport è gioco.

Al limite possiamo distinguere tra sport (o gioco) professionistico e sport (o gioco) dilettantitistico.
Non tra sport e gioco.

Del resto il nome ufficiale delle Olimpiadi è, come tu stesso hai notato, Giochi Olimpici.

Saluti,

Mauro.

2 commenti:

  1. Il fatto è che anche Gramellini, ogni tanto, nel suo piccolo dice fesserie. Ma ci sono schiere di persone per cui "siccome è Gramellini ha ragione a prescindere".

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  2. Il caro vecchio "ipse dixit" :-(

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