venerdì 25 marzo 2011

Un eroe morto... o quasi... o no?

Chi segue la stampa e la TV italiane avrà sentito - collegato alla situazione del reattore di Fukushima - nominare l'operaio eroe Futoshi Toba.

Veramente un eroe, in quanto lui - 59enne ormai a un passo dalla pensione - si è offerto volontario per entrare nel reattore a cercare di limitare i danni e di preservare dalla morte radioattiva i suoi colleghi più giovani con una vita davanti.
Ne hanno parlato la Repubblica (Il condannato di Fukushima), il Fatto Quotidiano (Fra nucleare e grandi opere che differenza c’è?), è rimbalzato su non so quanti blogs e siti vari, fino ad arrivare a Che Tempo che Fa (nella rassegna stampa di Gramellini).

Un grande eroe, apparantemente ormai morente, se non già morto, in un ospedale di Tokyo.
E che insegnamento le sue parole!

Peccato che qualcosa non quadri, che qualcosa puzzi.

Due cose subito mi sono sembrate strane.
1) Un danno del genere può essere solo riparato (o limitato) da un team, non da una persona sola;
2) Una veloce ricerca su Google presentava solo pagine italiane.

E allora... e allora, ho voluto vederci chiaro, ho voluto capire perché la censura mondiale negava a quest'eroe i meritati onori.
Ho cercato sulle pagine tedesche. Su quelle francesi. Su quelle inglesi, spagnole, olandesi. Non su quelle originali giapponesi, visto che non conosco il giapponese. Se qualcuno volesse farlo per me avrà la mia imperitura riconoscenza :-)

E ho scoperto che Futoshi Toba esiste. Ed è veramente un eroe. Ma sta benissimo, è vivo e vegeto (anche se tristissimo, capirete poi perché), non ha beccato più radiazioni di qualsiasi altro giapponese e la stampa internazionale ha riconosciuto i suoi meriti.

E allora? Chi è? Cosa ha fatto?

Futoshi Toba è il sindaco di una cittadina dal nome impronunciabile (Rikuzentakata), completamente distrutta dallo tsunami, dove il numero dei sopravvissuti è inferiore a quello di morti e dispersi. È un eroe perché - pur avendo perso la moglie nella tragedia (ufficialmente dispersa) - ha anteposto il bene della collettività al suo lutto personale e si sta dando da fare per aiutare gli abitanti della cittadina, senza pensare a sé stesso.

E a lavorare dentro l'edificio del reattore quattro non c'è un eroe, ma una squadra di cinquanta operai/tecnici che entrano a rotazione, stando al massimo pochi minuti nella parte più contaminata. E i nomi dei cinquanta sono tenuti per ora segreti dall'azienda elettrica e dalle autorità (immaginatevi quanti giornalisti avvoltoi si piomberebbero sui loro parenti se i nomi venissero fuori, in questo caso la "censura" è sacrosanta).

Un bel debunking di questa storia lo trovate sul blog Freddy Nietzsche.

Tra i tanti articoli dedicati al vero Futoshi Toba, ve ne cito - a titolo di esempio - uno del New York Times: Japanese Town Holds On to Hope.
Se non vi piace il NYT, potete trovare un sacco di altro materiale andando su Google (qualsiasi Google, tranne Google.it, beninteso).

Saluti,

Mauro.

8 commenti:

  1. BRAVO!!! lo hai segnalato al sito antibufale di Paolo Attivissimo?
    A.

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  2. Ogni tanto qualche cornata alla stampa ci vuole :-)

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  3. Ho sentito dire che per molti lavori la TepCo assoldi - abitualmente, non solo durante questa emergenza - persone che non hanno parenti prossimi o amici. Spesso senzatetto (numerosissimi in Giappone).

    Dopo che hanno assorbito la dose massima "accettabile" di radiazioni, vengono licenziati.

    Sarebbe interessante sapere se questa roba e' vera.

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  4. Proverò a cercare informazioni in giro, grazie per la segnalazione.

    Così, a logica, mi sembra una mezza verità (ma sto solo ragionando, non ho informazioni al proposito).

    Perché?
    È sì un lavoro che porta qualche rischio anche in condizioni normali, ma per farlo bisogna avere conoscenze tecniche, che non credo abbondino tra i senzatetto.

    Quello che posso pensare è che, quando assumono, diano la preferenza - a parità di altre condizioni - a chi sia senza famiglia.

    Comunque indagherò. Se tu hai qualche informazione in più, fammela avere, grazie.

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  5. Non ho capito... perchè hanno dovuto per forza dare un nome? Così, giusto per far fare alla gente un piantarello??

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  6. La risposta è molto semplice...

    C'entra fino a un certo punto essere pro o contro il nucleare... però il sensazionalismo fa vendere più della notizia pura e semplice...

    E un eroe che si lancia dentro il cuore nucleare sacrificandosi e poi dicendo che spera che il suo sacrificio faccia ripensare certe cose... è molto più sensazionale della semplice realtà dei fatti.

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