mercoledì 14 luglio 2010

Un caso di plagio?

Si sa che essere originali è difficile e che è normale che chi ha scritto qualcosa in passato ci possa ispirare e dare spunti... però certe volte le similitudini tra due storie sono un po' troppo evidenti... e allora viene un sospetto: ispirazione o plagio?

E due storie che ho appena letto (o meglio: sto leggendo, dato che la seconda non la ho ancora finita) questo sospetto lo mettono certamente.

La prima è un racconto di Georges Simenon del 1946 con protagonista il commissario Maigret: "On ne tue pas le pauvres types" ("Non si uccidono così i poveri diavoli").
È la storia di un uomo anonimo, stressato dalla moglie e dai figli, che un giorno vince una notevole somma alla lotteria e invece di piantare tutto si costruisce una vita parallela. Lascia il lavoro, affitta una casetta lontana dall'abitazione di famiglia e continua a uscire di casa con gli orari di sempre, solo che invece di passare le giornate in ufficio le passa in questa casa o a giocare a biliardo o a pescare. E fa arrivare a casa regolarmente lo stipendio in modo che la moglie non si accorga di nulla.
Alla fine rimane vittima di un delitto.

La seconda è l'ultimo romanzo di Håkan Nesser con protagonista il commissario Gunnar Barbarotti, "Berättelse om herr Roos" ("L'uomo con due vite"), scritto nel 2008. Nesser è uno dei miei amati autori gialli scandinavi (vedasi anche questo intervento).
È la storia di un uomo anonimo, stressato dalla moglie e dalle figliastre, che un giorno vince una notevole somma al lotto e invece di piantare tutto si costruisce una vita parallela. Lascia il lavoro, compra una casetta isolata nel bosco e contnua a uscire con gli orari di sempre, solo che invece di passare le giornate in ufficio le passa in questa casetta o a camminare nei boschi. E fa arrivare a casa regolarmente lo stipendio in modo che la moglie non si accorga di nulla.
Prima o poi rimarrà coinvolto in un delitto... ma non ho ancora finito la lettura, quindi è prematuro parlarne.

Notate qualche somiglianza?

Saluti,

Mauro.

2 commenti: